IL VERO BUCCHERO ETRUSCO IN MOSTRA ALL’ATELIER NETTUNO

Dall’argilla alla ceramica usata nell’Etruria antica: la sensazionale scoperta di Claudio Casalanguida

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L’Atelier Nettuno, studio d’Arte di Maria Casalanguida con sede a Nettuno (Roma), ospiterà, dall’8 dicembre 2018 al 6 gennaio 2019, le opere in bucchero etrusco dell’artista Claudio Casalanguida, frutto di una sensazionale scoperta artistica. Del tutto autonomamente, lo scultore ha scoperto il vero tipo di argilla che gli etruschi usavano, per la prima volta nella storia, la vera ceramica che il popolo etrusco adoperava per realizzare vasi, coppe, utensili e piccoli oggetti di uso quotidiano. Da questo bucchero particolare - che, senza aggiunta di componenti chimici, dopo la cottura al forno diventa appunto un vero bucchero etrusco - sono nate creazioni di rara bellezza, che nel corso degli anni non hanno mai smesso di suscitare grande interesse da parte di archeologi, etruscologi e appassionati alla storia straordinaria e misteriosa del popolo dell’antica Etruria. Abbiamo rivolto alcune domande a Claudio Casalanguida per saperne di più…

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Claudio, quando è nato il suo interesse per gli etruschi?

L’argilla che usavo da ragazzo, quando frequentavo la scuola d’Arte, mi ha appassionato così tanto che ancora oggi amo creare sculture. La passione mi spinge anche a raccogliere argilla nei posti più impensati, perché ogni argilla ha i suoi colori e le sue caratteristiche.

Un giorno che non dimenticherò mai mi sono imbattuto in una sostanza molto strana, l’ho raccolta e cotta al forno con altri oggetti e lì ho avuto una grande sorpresa: questa sostanza diveniva di un colore nerastro e, a cottura ultimata, si trasformava in bucchero etrusco, di colore nero lucido argentato, con caratteristiche identiche al coccio etrusco antico.

Questa sostanza scherma le radiazioni ed è resistente agli acidi. L’ho utilizzata persino per creare dei recipienti in cui cucinare e bollire acqua, dal momento che è anche pirofila e impermeabile.

Gli oggetti in bucchero sono stati esposti al Museo etrusco di Villa Giulia, a Roma, nonché al Museo Nazionale e Tombe Etrusche (Palazzo Vitelleschi) di Tarquinia (VT).

Sto scrivendo un libro sull’argomento col sostegno del Presidente della Biennale Internazionale dell’Etruria, Quirino Martellini.

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Coppa, vaso votivo e dadi da gioco

Quali altre caratteristiche presenta il suo bucchero etrusco?

Come già accennato, è tipicamente nero o marrone lucido, dotato di una patina argentata. Presenta una forte resistenza meccanica alla frattura e con la cottura sprigiona un particolare profumo, dovuto alle sue componenti. Ha persino proprietà lenitive in caso di ustioni ed è un buon conduttore elettrico.

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Kantharos, coppa per bere

Ha mai sottoposto la sua argilla ad analisi chimiche da parte di esperti ed Enti competenti?

Certamente! Ho iniziato subito, nel 1993. Le mie prime soddisfazioni arrivarono con alcuni articoli su due importanti quotidiani, “Momento sera” e “Il Tempo”. In particolare, mi colpì il titolo dell’articolo su “Momento Sera”: “Svelato il mistero degli etruschi!”… E poi: “sensazionale scoperta di uno scultore di Bracciano che ha individuato, o meglio, scoperto, in una località che vuole mantenere segreta, la creta che utilizzavano le popolazioni etrusche per realizzare i famosi buccheri…”.

Mi rivolsi immediatamente al R.A.S.R.S, Reparto chimico tecnologico dell’Aeronautica militare, il quale riscontrò che l’unica differenza tra il mio bucchero e il coccio etrusco era costituita dalla quantità dei componenti naturali disciolti nell’argilla.

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Coppa etrusca

Seguirono dopo qualche mese le analisi chimiche effettuate dall’ENEA, che ne riscontrarono la perfetta somiglianza con il bucchero etrusco. Mi è stata dunque riconosciuta la capacità di produrre ceramiche del tutto simili a quelle degli antichi etruschi, per cui si può pensare ad un’oggettiva innovazione, che andrebbe sostenuta con la brevettazione del processo.

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Oinochoe

Perché ha deciso soltanto ora di riprendere il discorso sul suo bucchero?

E’ semplice, non mi rassegno a far cadere la mia scoperta nell’oblio! Ho ripreso da poco la mia attività artistica (sculture in bucchero). Sto anche studiando altre forme di vasi etruschi, per attingere idee da attuare nei miei nuovi lavori, come ho fatto in passato ispirandomi al Kantharos, un tipo di coppa etrusca che si usava per bere.

Quando ha deciso di esporre all’ATELIER NETTUNO?

L’idea è stata della mia artista preferita, mia sorella Maria, che a sua volta si è avvalsa della collaborazione di Flavia della Lunga, amica ed eclettica artista.

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Flavia della Lunga durante l’allestimento

Appassionata di danza e dell’arte in tutte le sue forme, Flavia della Lunga ha fondato il gruppo “Suono e segni del corpo”, punto d’incontro tra la ricerca e la danza espressiva, e tuttora realizza mostre fotografiche che prediligono l’immagine astratta e naturalistica. “Da subito mi sono proposta alla collaborazione per l’allestimento della mostra sul bucchero etrusco, che mi ha profondamente colpita per la sua unicità e particolarità” sostiene.

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Infine, Maria Casalanguida ci ha parlato delle prospettive per il futuro dell’Atelier Nettuno, che in pochi mesi di vita è riuscito a stupirci con i suoi interessanti progetti d’Arte:

Vorrei iniziare con alcuni ringraziamenti. Grazie ad Attilio miani, Direttore dell’International Web Post, perché segue con attenzione i nostri progetti artistici e ci onora della pubblicazione sul suo giornale. Questo ci rende orgogliosi del nostro lavoro e ci fornisce una grande spinta a continuare con entusiasmo e sempre più fantasia.

Un altro grazie a Flavia della Lunga, perché la sua collaborazione è stata speciale: tante idee ed un senso pratico invidiabile!

Per il futuro desidero ovviamente dare continuità agli eventi, ospitare e collaborare con gli artisti che stimo perché questo piccolo Atelier, che tuttavia ha la possibilità di un allestimento all’aperto molto grande,diventi sempre più rappresentativo nel mondo dell’Arte, un mondo che mi ha sempre deluso, un mondo in cui mi sono sempre sentita sola…

Un grazie a Claudio, mio fratello, che con il suo bucchero etrusco mi ha condotta in una dimensione lontana e magica, veramente piena di fascino.

Federica Marocchino

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