IL VACCINO VIETATO AI POVERI

La pandemia di serie B del continente africano

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In questi quasi due anni di pandemia abbiamo ascoltato quasi sempre lo stesso ritornello: “Andrà tutto bene, vacciniamoci per il bene nostro e di chi ci sta vicino”. Insomma, una sorta di filastrocca che si è propinata in continuazione in qualsiasi programma televisivo, incitando tutti alla vaccinazione. Purtroppo per il continente africano non è la stessa cosa anzi, demarca ancor di più l’arroganza di pochi nei confronti di chi è meno fortunato. Partiamo da un presupposto fondamentale, che ci ricorda a tutti noi occidentali della facilità nel reperire il vaccino. Infatti, in occidente è gratis grazie agli stati che dispongono di ingenti somme di denaro, tanto da potersi permettere l’acquisto di milioni e milioni di dosi. Stabilito questo aspetto e sottolineando che le case farmaceutiche non fanno carità, è legittimo chiedersi se veramente si ha la volontà di debellare questa pandemia.

Questo eterno dilemma, sorge ogni volta che veniamo investiti da una nuova variante come quella proveniente dall’Africa. Stando a quello che dicono i virologi italiani, occorre vaccinare il più in fretta possibile le popolazioni meno fortunate per scongiurare nuove ondate, ma la realtà dimostra altro. Proprio la prestigiosa rivista scientifica BMJ Global Health, ha mostrato con estrema lucidità la drammatica quotidianità dei cittadini africani. Infatti, stando alle ultime stime, meno dell’1,6% della popolazione risulta vaccinata contro il covid su un totale di 410 milioni di persone. La comunità economica degli Stati dell’Africa, comprende il 5% della popolazione mondiale ed è per questo che non può essere dimenticata da tutti.

Inizialmente, l’obiettivo delle stesse istituzioni era quello di arrivare al 60% dei vaccinati (in ogni stato) entro il 2022. Purtroppo questo non è avvenuto (come era prevedibile) a causa di diversi fattori che lo stesso occidente doveva tenere in considerazione. Per prima cosa la fase di stoccaggio e distribuzione (che ad oggi risulta nulla) e infine le strutture sanitarie che sono al limite della praticabilità. Tutto questo meccanismo fa percepire l’egoismo di fondo dell’occidente, perché le cause farmaceutiche fanno il loro lavoro e rispondono direttamente ai loro azionisti. Per questo non va dimenticato che le aziende del farmaco sono quotate in borsa e hanno degli obblighi verso i loro finanziatori. Tocca ai Governi occidentali fare la sua parte per ristabilire un ordine equo delle cose, perché in un contesto come quello pandemico il rispetto della dignità e della salute di tutta l’umanità dovrebbe essere al primo posto.

Giuseppe Capano

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