IL RITORNO DEI “METALLICA”

Dopo otto anni di attesa, è uscito Hardwired...To Self-Destruct, l’undicesimo album in studio della band californiana che ha rivoluzionato l’Heavy Metal.

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Se non si è dei fanatici del genere, non è facile recensire un disco di heavy metal, soprattutto quando la copertina del CD o LP porta la firma dei Metallica. cms_4995/Copertina_Album.jpegSi proprio loro: James Hetfield, Kirk Hammett, Lars Ulrich e Rob Trujillo. Croce e delizia degli appassionati di metallo senza satinatura luccicante. La band californiana, formatasi nel 1981 e con quasi quarantani di carriera, che ha sdoganato un suono fatto per garage e cantine, portandolo oltre la zona d’ombra dell’impopolarità. Musicisti consapevoli di ricercare sonorità che vanno ben oltre il semplice rumoreggiare con chitarra e batteria, rendendole apprezzabili, non dico per chiunque, ma a tantissimi appassionati di musica. E con loro, grazie a ingegno, creatività e molto fiuto per gli affari, il “metal puro” è entrato di diritto negli Stadi, nei Teatri, nelle Radio e in Tv. Sono anni che desidero qualcosa di buono e diverso da chi, dopo il successo planetario del Black Album”, ha vagato in un limbo creativo, privo di significato. Subito dopo il deludente Death Magnetic”, li ho marcati stretti: pedinati nel 2011 al “Big 4 Festival” di Milano-Rho, scrutati dubbiosamente durante “Lulu”, prodotto in collaborazione con Lou Reed, tenuti sotto osservazione nei copiosi Live e Docu-Film cinematografici. E finalmente, come un padre che aspetta la nascita del proprio primogenito, l’attesa è finita: è nato “Hardwired...To Self-Destruct”, l’undicesimo album in studio dopo otto anni di cazzeggio. Ai Metallica abbiamo perdonato Load”, “Reload”, “Garage inc.”, persino la querelle di Napster (N.d.R. Per la gioia dell’Apple e di Itunes) e l’edizione del videogioco “Guitar Hero” a loro dedicata. Perché questo?

cms_4995/MEtallica_2.jpegPerché da sempre, tutti si aspettano un nuovo And justice for all, Master of Puppets o Ride the Lightning. E quest’ultima fatica mi ha fatto capire che, anche se il passato non può tornare, il presente non deve necessariamente, e per convenzione, fare schifo solo perché hanno oltrepassato le cinquanta candeline. Nell’album ci sono tutti gli ingredienti già assaporati nei primi vent’anni di onorata carriera: i riff di Hetfield, il rullante secco di Ulrich, gli assoli frenetici di Hammett, il ritmo sincopato del basso di Trujillo, il raddoppio del tempo e il suo successivo dimezzamento. “Hardwired... ” trasuda una maturità dalle sfumature moderne tinteggiate al passato; ma è anche il primo lavoro in studio dei Metallica a non riportare il nome di Hammett in nessuna delle tracce composte, a causa dello smarrimento del proprio Iphone contenente oltre 250 riff da lui composti per l’album. Il CD, nella versione semplice, contiene 12 brani: in Hardwired, Atlas Rise e Now That We’re Dead, il timbro penetrante della voce di James e la batteria di Ulrich ti mettono da subito “spalle al muro”, Moth into Flame, assaporatain una clip promozionale pubblicata su Youtube nell’agosto scorso, ti trascina velatamente in un suono già sentito nei loro primi “peccati” di gioventù, in Dream no Moresono netti i richiami delle atmosfere post-punk e dark conditi da una base molto hard-rock, Halo on Fire nu-metal con un pizzico di Iron Maiden, Confusionci riporta, per similitudini sonore, a The Day That Never Comes e ai problemi esistenziali legati alla Guerra, ManUnKind e Am I Savagescorrono in salita con le ruote motrici inserite, in Here Comes Revenge e Murder Onele chitarre tornano ad essere più veloci, preparando il terreno a Spit Out the Bone, sfacciatamente speed.

Mai prima d’ora una band dal Rock pesante, è mai riuscita in quello che i Metallica, invece, hanno fatto in Hardwired... To Self-Destruct: mettere insieme, in un album, tutto quello che il panorama Hard Rock e Metal ha espresso dal 1970 a oggi. Sia ben chiaro, quest’ultima fatica dei Metallica non è un capolavoro da antologia musicale, ma fa parte del loro background culturale e professionale, accumulato in trentasei anni di attività, regalarci sempre qualcosa di non convenzionale per genere e stile. Ben ritrovati Metallica e ben arrivato Hardwired...To Self-Destruct che, tutto sommato, rimane un ottimo disco prodotto da grandi musicisti, nati e cresciuti con l’unico obiettivo di dirci che: il Rock è duro a morire!

U. D.G.

 

Tags: Metallica,James Hetfield, Kirk Hammett, Lars Ulrich e Rob Trujillo,Black Album, Death Magnetic, Hardwired...To Self-Destruct

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