IL RICORDO INDELEBILE DI PINO DANIELE

Il grande musicista napoletano che cantava il riscatto del sud e l’integrazione multietnica

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Sono passati ormai quattro anni dalla scomparsa di Pino Daniele, tra i più grandi musicisti italiani.

Autore di ben 23 album in studio, Daniele fu capace di padroneggiare in maniera magistrale un’enormità di generi musicali, dal rock al blues, passando per la musica africana e, ovviamente, i suoni delle sue radici partenopee, a cui rimase sempre legato indissolubilmente. Era un uomo del Sud. E non solo nel senso geografico. Il Sud che raccontava nelle sue meravigliose canzoni era molto di più: era quello di tutti i poveri, di tutti gli oppressi, di tutti quelliche non volevano arrendersi e che, uniti nella grande cultura popolare di cui lui si faceva portavoce, avrebbero potuto trovare un’occasione di riscatto. Proprio nel suo pezzo “O’ scarrafone” fu il primo a lanciare una pesantissima critica ad una allora nascente idea politica discriminatoria nei confronti del sud. Chissà cosa direbbe, oggi, lui che cantava “Cosa penserai di me, che sono un uomo in mare?”.

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Nel 1980 usciva un album il cui titolo riassume alla perfezione il pensiero del maestro napoletano: Nero a metà, titolo che sarà poi riutilizzato in un documentario di Sky in cui Pino concederà una delle sue ultime interviste: “Quando si suona bisogna sempre ricordare da dove si proviene: dalla strada, dal luogo in cui le persone si incontrano”.Pino Daniele è, ancora oggi, la migliore risposta a chi sostiene che i musicisti non dovrebbero fare politica: lui, scrivendo alcune delle più belle canzoni italiane di sempre, ha continuato a far politica per tutta la durata della sua carriera, predicando l’integrazione, il rispetto, l’unione pacifica tra le persone, qualunque fosse il colore della loro pelle o la loro provenienza. Con il solo potere della musica, ha dato voce a milioni di persone, trainandone molte verso il riscatto sociale citato poco fa. Ha dimostrato come la cultura può superare tutte le barriere pregiudiziali esistenti nella società. Cultura, però, non intesa come un insieme di paroloni difficili da comprendere, bensì come cultura dei dialetti, della gioia e, perché no, anche della sofferenza, che solo insieme si può superare, come recita il testo di “Stella Cometa”: “amore amore, mi salverai da questa pioggia e dal vento”.

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Quest’anno, il miglior ricordo di questo eclettico artista è arrivato da sua figlia Sara che su Instagram l’ha celebrato con un bellissimo post: “Sono quattro anni senza te, papà meraviglioso. Passano gli anni ma quello che hai lasciato ad ognuno di noi è sempre presente. Più cresco, e più realizzo e apprezzo l’uomo meraviglioso che sei stato sia come persona, che come padre. Grazie perché tutto quello che mi hai detto e insegnato, lo porto nel mio cuore tutti i giorni. Spesso la gente mi chiede come si fa a gestire un lutto, la risposta è: non si fa, si va avanti. Ed io vado avanti a testa alta sempre, proprio come facevi tu. Ti amo”. Sara ha proprio ragione! L’assenza di Pino Daniele, a distanza di quattro anni, si fa ancora molto sentire perché, oltre all’artista, l’Italia ha soprattutto perso un meraviglioso uomo che avrebbe potuto darci ancora tanto non solo dal punto di vista musicale.

Giulio Negri

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