IL RAPIMENTO MORO (Quarta parte)

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Aldo Moro rapito. Italia in subbuglio, posti di blocco ovunque, nel resto del mondo opinioni contrastanti, americani in allerta, blocco comunista teso. L’uomo dell’apertura a sinistra rapito proprio da esponenti della sinistra extra parlamentare. Le indagini furono avviate immediatamente, ma, stranamente, non si riuscì ad arrivare a nulla. Anche il numero delle persone coinvolte nella tragica mattina di via Fani sembra non corrispondere a quanto riportato dalle agenzie dell’epoca. 20 persone e non più dodici come risulta su tutte le informative. 8 persone in più, non una o due, eppure di testimone ce ne erano, come mai questa discordanza? Tutti distratti, tutti bugiardi? Oppure molte voci, seppur ascoltate, non vennero prese in considerazione? E poi i bossoli ritrovati, che secondo la questura provenivano da un deposito in nord Italia, ora si è scoperto che, con assoluta certezza, non provenivano da dove indicato, ma ormai è tardi, all’epoca si indagò verso il settentrione, lasciando campo libero altrove. E poi un altro mistero, di cui si parlò poco al di fuori di certi ambienti, e chi ricevette la notizia pensò ad una leggenda, una chiacchiera da comari. Infatti, la mattina del 16 marzo 1978, circa tre quarti d’ora prima dell’agguato, sembra che dai microfoni di Radio Onda Rossa qualcuno disse che forse avrebbero rapito Moro.

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Oggi la Commissione di inchiesta, pur non trovando riscontri diretti, ha scoperto che esisteva una struttura di ascolto sia dell’emittente in questione sia di Radio Città Futura. E si trattava di una struttura ubicata presso gli uffici della DIGOS, a Roma, quindi, ammettendo che l’annuncio venne dato, perché nessuno intervenne? E quelle due moto, di cui parlarono alcuni testimoni, ma che nessuno tenne in considerazione? Due moto, che non compaiono negli atti, ed una con a bordo una persona che parlava tedesco e forse una donna. Tedesco, come tedeschi erano i membri del gruppo terroristico RAF, organizzazione marxista leninista. Possibile che proprio a sinistra temessero le aperture di Moro? Addirittura la sinistra internazionale, non semplicemente quella italiana. Però, per non farsi mancare nulla, sembra che le BR si rivolsero anche alla ndrangheta, almeno stando a quanto riferito da Raffaele Cutolo, che durante la sua detenzione ascoltò alcune conversazioni in tal senso. Ed un altro pentito indicò almeno un appartenente alla ndrangheta tra i rapitori dello statista. Forse uno degli 8 membri che mancavano alla conta iniziale. Bisogna aggiungere un altro elemento a tutti quelli finora citati, e cioè il bar Olivetti. Nell’articolo precedente si è parlato del suo proprietario, noto alle forze dell’ordine per un coinvolgimento in un traffico di armi, da cui uscì comunque pulito. Però il suo bar quella mattina non era affatto chiuso, come si è voluto far credere durante questi anni di false indagini e processi infiniti. Molti testimoni infatti riferirono di aver fatto colazione in quel bar, ed allora come è possibile che in nessun rapporto, nessuno, si faccia menzione di questo fatto? Non solo il bar era aperto, ma è possibile che molti rapitori fossero in attesa al suo interno, perché appare assai improbabile che dei terroristi armati possano aver trovato riparo dietro delle fioriere. Avete presente le fioriere in marmo rettangolari? Ora, provate ad immaginare la scena, mattina presto, uomini con mitra sotto l’impermeabile che si nascondono dietro a delle fioriere e delle piante. Sembra credibile? Evidentemente no, ma qualcuno all’epoca prese sul serio quanto scritto sui rapporti degli investigatori. E poi ancora sul proprietario del bar, Tullio Olivetti, pesa l’accusa di aver frequentato il boss mafioso Frank Coppola, che in alcune informative viene indicato come colui che disse di non collaborare con le indagini sul rapimento Moro. Però chi accusò Olivetti venne screditato da un criminologo, tale Aldo Semeraro, che definì l’accusatore un mitomane, e pertanto quanto da lui rivelato cadde nel dimenticatoio. Aldo Semerari, un professore serio, di fama, che per strane circostanze venne individuato come elemento a contatto con la Banda della Magliana, la P2, la destra eversiva. E non bisogna dimenticare che Semerari venne trovato decapitato il 1 aprile 1982, nella sua macchina. Coincidenze. Ultima curiosità. Tullio Olivetti per un periodo gestì il bar con un consiglio di amministrazione composta da Gianni Cigna, futuro consorte di Laura Biagiotti, e la figlia dell’ex Presidente della Repubblica Gronchi, Maria Cecilia, all’epoca sua moglie. Un bel gruppo per gestire un bar in una via arrampicata su Monte Mario, lontano dalla Roma mondana. La nebbia persiste.

Paolo Varese

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