IL PRIMO MINISTRO MACEDONE ZAEV ANNUNCIA LE DIMISSIONI

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Il primo ministro della Macedonia del Nord Zoran Zaev si è dimesso domenica scorsa dopo che il suo partito, l’Unione socialdemocratica, ha perso il secondo turno delle elezioni amministrative in diverse città del Paese, tra cui la capitale Skopje.

Lo ha annunciato in una conferenza stampa presso la sede del partito con una inequivocabile ammissione, alquanto sconosciuta alla politica internazionale: "Mi assumo la responsabilità di questi risultati. Mi dimetto dalla carica di primo ministro e capo del partito", ha detto Zaev, i cui socialdemocratici guidano la coalizione di governo. Il clamore della dichiarazione è stato anche maggiore poiché la conferenza stampa è avvenuta in diretta televisiva su diverse emittenti della nazione.

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Certamente la sconfitta più cocente è stata quella nella corsa per il primo cittadino della capitale, Skopje, dove il socialdemocratico Petre Shilegov, sindaco in carica, ha perso contro una sfidante sostenuta dal centrodestra, Danela Arsovska. Arsovska diventerà il primo sindaco donna della capitale macedone.

I candidati sostenuti dal principale partito di opposizione, il Partito Democratico per l’Unità Nazionale Macedone (VMRO-DPMNE) di centrodestra, sembravano destinati a vincere almeno la metà degli 80 comuni del paese, mentre il partito di governo ne porterebbe a casa meno di 20. Alle ultime elezioni comunali, nel 2017, i socialdemocratici si erano aggiudicati 57 comuni, mentre il VMRO-DPMNE solo 5.

Hristijan Mickoski, leader di centrodestra VMRO-DPMNE, ha chiesto che si tengano elezioni parlamentari anticipate, mentre il premier dimissionario si è schierato contro questa ipotesi, dichiarando lealtà al suo partito e suggerendo una nuova ipotesi di governo. Secondo Mickoski, infatti, dopo queste elezioni i socialdemocratici hanno dimostrato di non essere più legittimati alla guida del paese per cui occorre ridare la parola agli elettori.

Seguendo il corso normale della attuale legislatura, il parlamento macedone eletto nell’estate 2020 sarà rinnovato solo nel 2024. Al momento le sorti del paese sono saldamente nelle mani dello stesso parlamento. Infatti nei prossimi giorni i 120 membri della Sobranie, l’Assemblea nazionale della Macedonia del Nord, dovranno accettare o respingere le dimissioni di Zoran Zaev.

La coalizione di governo ha una piccola maggioranza di 46 seggi contro i 44 della coalizione di centrodestra, i 28 seggi dei partiti di etnia albanese, non in accordo tra loro, e i 2 seggi della Sinistra. Come spesso accade bisognerà attendere i risultati dell’aritmetica parlamentare, in cui grande spazio avranno proprio i 3 partiti che rappresentano gli albanesi della Macedonia del Nord.

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Durante il suo primo mandato da Primo Ministro Zaev, tra il 2017 e il 2020, era riuscito a chiudere un accordo sul nome stesso dello Stato chiudendo così una pesante disputa con la Grecia allora guidata dal governo di Alexīs Tsipras. In seguito al compromesso raggiunto, gran parte dei cittadini di entrambi gli stati erano risultati insoddisfatti: i macedoni ritenevano offensiva la specificazione di "Macedonia del Nord" al nome della loro nazione, i Greci, dal canto loro, accusavano il leader di sinistra di aver svenduto il nome della regione storica della Macedonia che dall’antichità rappresenta una parte integrante dell’Ellade.

Carlo Coppola

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