IL POTERE RENDE SCHIAVI

L’appello per la pace di Francesco

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Nessuna pausa per chi spera di ristabilire la pace. Il Papa sta vivendo un momento difficile, forse il più complesso del suo pontificato. La stabilità del mondo intero dipende da questo conflitto, migliaia di vite si trovano in un limbo senza apparente via d’uscita. Nell’angelus domenicale, l’attenzione mediatica è rivolta verso le parole di Bergoglio, che anche in questo caso non tradisce le aspettative. Le sue dichiarazioni sono nette e taglienti, non lasciano spazio ad interpretazioni. Nessuno è giustificato, perché la guerra va sempre condannata. Pertanto, la riflessione su questo conflitto deve riguardare un po’ tutti, soprattutto le istituzioni europee. Nessun motivo può essere preso in considerazione quando si decide di attaccare un fratello, ma la risposta non deve essere lanciata con le armi. Infatti, dinanzi a tanta crudeltà il dialogo dovrebbe prevalere, anche se al momento non sembra essercene l’ombra: i leader politici fanno a gara a chi sfodera la dichiarazione più dura senza pensare alle reali conseguenze.

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Francesco avverte la necessità di parlare a cuore aperto, senza veli o frasi di circostanza. Per questo, il suo discorso sul potere lascia presagire la direzione che la chiesa vuole intraprendere. “Il potere è una proposta seducente al nostro cuore, ma rende ossessionati dalla brama di avere, riduce tutto al possesso delle cose”. L’uomo per sua natura è fragile, per questo tende ad abbracciare le cose piuttosto che le persone. Le passioni non sempre sono un male, ma se prendono il sopravvento corriamo il pericolo di cadere vittime della schiavitù. L’assoggettamento dell’essere umano fa parte del corso della vita, nonostante la palese distinzione tra il bene e il male. Anche su questo il Pontefice risalta la bellezza di affidarsi a Dio: “La felicità vera non sta nel possedere, ma nel condividere e nell’amore di Gesù”.

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Questo appello ha una chiave di lettura mistica, che fonda le sue radici nel cuore pulsante del cristianesimo. Nonostante le ansie e la voglia di chiarezza, l’atteggiamento di apertura al dialogo non deve svanire. Solo le parole possono restituire quella dignità che manca da troppo tempo, il guardarsi per riscoprirsi fratelli. Tutto si può ricondurre a questo, un po’ come la preghiera del Padre Nostro che ci aiuta a riscoprire la dolcezza di essere figli di un padre che non ci giudica mai.

Giuseppe Capano

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