IL PENTAGONO: “ATTIVITÀ ALIENA NON È ESCLUSA”

Ancora tanti dubbi sui 143 “fenomeni aerei non identificati”

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Ancora poche certezze e tanti dubbi sull’esistenza degli Ufo. Lo UAP, ovvero il resoconto sui "fenomeni aerei non identificati" stilato dal Pentagono e dall’intelligence in base alle testimonianze dei militari statunitensi, non esclude categoricamente l’attività aliena e, al contempo, sostiene che i fenomeni - complessivamente 144 dal 2004 - in oggetto siano ad oggi privi di qualsiasi spiegazione. Solo 21 di loro sono stati ricondotti a sperimentazioni di Russia, Cina o altri paesi con la tecnologia ipersonica.

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"Dai 144 casi non ci sono indicazioni chiare che esista una spiegazione non terrestre per giustificarli, ma andremo dove i dati ci porteranno" hanno dichiarato i funzionari del Pentagono illustrando il rapporto e annunciando la creazione di una banca dati per i fenomeni aerei non identificati e l’istituzione di protocolli per riportarli, per raccogliere quanti più dati in materia e giungere finalmente a delle conclusioni.

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Si parla di UFO a partire dal 1947, quando un pilota rivelò di aver avvistato 9 oggetti "simili a dischi volanti" muoversi incredibilmente veloce nei pressi del Monte Rainier (Stato di Washington). Da questa testimonianza fu tratto un articolo di giornale, che riportava nel titolo l’espressione “dischi volanti”. Seguirono numerosissime altre testimonianze nei mesi a venire. Sempre nel 1947, alcuni funzionari militari statunitensi rinvennero vicino a Roswell (New Mexico) i resti di un pallone meteorologico caduto dal cielo. Tutti i racconti vennero accolti con diffidenza da parte del governo, che li considerava una minaccia per la sicurezza nazionale. Si aprì così un piano d’indagine segreto denominato Project Blue Book (Ricerche condotte dall’aeronautica militare statunitense tra il 1947 e il 1969), al termine del quale 701 casi su 12mila furono classificati come “non identificati”. Il piano si concluse nel 1969, lasciando ancora molti interrogativi aperti.

Marlen Cirignaco

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