IL NUOVO GOVERNO DI ISRAELE

Formazione affidata a Gantz, l’uomo degli incarichi pesanti

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È ufficiale: il futuro governo israeliano ha il suo leader. L’investitura arriva direttamente dal presidente Reuven Rivlin, e a riportarla è il Times of Israel. Il capo del partito Blu-Bianco, Binyamin Gantz, riceve l’endorsement di 61 deputati contro i 58 ottenuti dal premier Benjamin Netanyahu nelle consultazioni, il che lo indica come uomo ideale per il governo che sarà. Binyamin Gantz (detto “Benny”) classe 1959, non è nuovo a incarichi pesanti. Militare e politico, è dal 1977 tenente generale del Tzva HaHagana LeYistra’el (le forze di difesa). Ha combattuto nella Guerra del Libano (1982), nel Conflitto del Libano meridionale (1982-2000), nella prima e nella seconda intifada (le rivolte palestinesi), collaborando anche all’Operazione “Piombo Fuso”. Non solo: è stato, dal 14 febbraio 2011 al 16 febbraio 2015, capo di stato maggiore delle forze di difesa israeliane. Cui si aggiunge, oltre alla grande esperienza accumulata, l’onorificenza del Comandate della Legion of Merit USA (ottenuta il 5 febbraio 2013). Insomma, potrebbe essere “l’uomo giusto nel posto giusto”. Al momento giusto? Quello si vedrà.

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Il numero 61 non è casuale, per niente. È niente di meno che la maggioranza richiesta (con un solo voto di scarto) per formare l’esecutivo. A dirla tutta sarebbero stati 62, ma all’ultimo è venuto meno il sostegno della deputata Orly Levi-Abekassis. Come mai questo ritiro? La deputata del partito Gheser si è dichiarata contraria ad un accordo con la Lista Araba, uno dei punti sui quali verterà il nuovo governo. Governo che sarà di emergenza, con l’obbiettivo di formare un esecutivo forte atto a fronteggiare il caos interno e mondiale. Verranno riuniti due partiti, e due capi, rivali: a Gantz spetterà la priorità nel creare l’esecutivo, con Netanyahu che deve decidere se accettare o meno l’offerta di Rivlin.

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Non è una decisione semplice da prendere. Gantz vuole far approvare una legge che impedisce ad un deputato incriminato di diventare premier. E il fine, è cercare di rimuovere il presidente della Knesset, Yuli Edelstein del Likud. Senza dimenticare che sul capo di Netanyahu pendono le accuse di corruzione e frode, con un processo che, a causa del coronavirus, è stato spostato da marzo a maggio. Comunque, in caso dovesse essere staffetta (e non collaborazione, risultato tutt’altro che scontato), da quel che filtra, prima toccherà a Gantz e poi a Netanyahu. Ora più che mai è il caso di dire “due uomini soli al comando”. “Siamo pronti a unirci, a condizione che ci sia una composizione paritaria tra blocchi di destra e di centro-sinistra, o che il governo sia formato sia formato solo da Likud e Blu-Bianco – riporta il quotidiano Haaaretz – e accetteremo di far parte di un governo di un governo di emergenza con Netanyahu per un breve periodo, o di un governo di 4 anni con una rotazione dei primi ministri”. Questo, in sintesi, è il biglietto da visita del nuovo governo israeliano. Se sarà bene o se sarà male, lo si scoprirà soltanto assistendo alle mosse dei due politici.

Francesco Bulzis

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