IL NATALE, UNA FESTIVITA’ IN ESTINZIONE
FERMIAMO L’ONDATA ANTICRISTIANA

Il Natale sta perdendo lentamente il suo incanto, la sua fiaba, la sua magia, la sua simbologia perché la trepidante attesa di ieri che dava gioia al cuore e luce alle menti, oggi è turbata da disarmonie di pensiero che incitano alla polemica e talvolta allo scontro. Anche i tradizionali mercatini natalizi diventano sempre più rari e poco frequentati dopo gli attentati islamici in Germania, le stragi a Barcellona, in Francia, perché ovunque ci siano assembramenti, l’ansia di tornare presto a casa, al sicuro, nel timore di un attacco improvviso, toglie serenità alla festa più tenera dell’anno. Il pensiero che prima o poi questa festività, tanto attesa e tanto amata nel mondo, venga soppressa con un provvedimento europeo, così come è stato fatto per il crocefisso nelle aule, angoscia più della paura di un possibile attacco. Un veto europeo prevedibile come pare stia già avvenendo in Francia. Infatti, per non offendere gli islamici, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha già proibito l’apertura dei mercatini natalizi, penalizzando i commercianti che da questo provvedimento anticristiano sono stati economicamente danneggiati. Una decisione irremovibile quella della sindaca, nonostante le proteste dei commercianti. La stessa, in altra data, aveva consentito la festa del ramadan, preoccupandosi che venissero rispettate le tradizioni islamiche.
C’è, insomma, un accanimento contro la stessa parola Natale tanto che a Nantes e Poitiers, dove nel 732 il re dei Franchi Carlo Martello sconfisse gli invasori musulmani, l’amministrazione ha deciso di chiamare la festa del Natale, ‘Festa di Leon’, con la solita motivazione di non offendere le altre religioni. Ma quali altre religioni? Non ci sono religioni che si offendono per la festa del Natale. Gli unici ad offendersi sono solo gli islamici. Sono solo gli islamici che da quando sono entrati in Europa hanno iniziato la loro battaglia contro il Cristianesimo, una battaglia subdola e talvolta aperta, ma lenta e continua, tale da riuscire a dominare persino sulle amministrazioni locali che, stranamente, sembrano ossequiare questi nuovi padroni dell’Europa con una vile ubbidienza.
Vergognosa è stata la censura su Facebook della celebrazione del santo più amato dai bambini, quella di San Nicola (Nikolaos) da cui è nato il mito di Babbo Natale (Santa Claus). San Nicola (nato il 6 dic. del 343), vescovo della città di Myra (attuale Demre) che dipendeva dal Patriarcato Greco Ortodosso di Costantinopoli, pur continuando ad essere venerato dagli ortodossi, dai cattolici e dai protestanti è stato oscurato su facebook rattristando non solo padre Filippo Ortenzi, membro della chiesa ortodossa italiana autocefala, che lo aveva pubblicato su Facebook, ma anche tutti quelli che, avendo ricevuto il link per condividerne la lettura, non lo hanno più ritrovato. Questa difesa ad oltranza dell’Islam che sicuramente proviene da una politica ubbidiente ai dettami del gruppo di potere che gestisce l’informazione mondiale, decidendo quali contenuti devono essere rinverditi sui media, è palesemente anomala e racconta una storia sommersa di come e dove questo mondo forzatamente deve andare.
La cosa, tuttavia, più angosciante è l’indifferenza delle istituzioni europee di fronte alle continue abolizioni della cultura cristiana. In Francia, un professore di lettere (notizia su ‘In Terris’) è stato licenziato per aver letto alcuni passi della Bibbia. Licenziamento avvenuto non per denuncia del preside che ha difeso il professore per la sua preparazione e serietà, ma per sentenza di un giudice che lo accusava di proselitismo religioso. Una motivazione del tutto assurda, fanatica e insensata. Al contrario si continuano a costruire Moschee, nonostante in Italia risultino 5mila centri di preghiera non autorizzati. Recente è la notizia che, a Sesto Fiorentino, vicino la grande città natale di Dante Alighieri, la Curia di Firenze, dopo diversi anni di contestazioni da parte dei fiorentini, venderà all’Imam del luogo il terreno su cui verrà costruita un’altra grande Moschea. (vedi www.imolaoggi.it 14 dic 2017). Il 20 dicembre scorso gruppi di Firenze e dintorni hanno protestato con un Sit In, ritenendo questo accordo incostituzionale.
A questo punto, sarebbe doveroso che il Parlamento Europeo si adoperasse per promuovere una legislazione a difesa della LAICITA’ dell’Europa, quella laicità sempre invocata con le parole, mai con i fatti. L’assurdo, in questo nostro tempo, risiede nel fatto che per combattere il Cristianesimo, l’Europa, inconsapevolmente, sta preparando la strada ad una dittatura politico religiosa come quella di cui se ne riconosce la ferocia in paesi teocratici. Altro che Europa laica. La parola ‘laicità’, tra qualche decennio, potremmo doverla cancellare dal nostro vocabolario sostituendola con la parola ‘Sharia’, termine che, purtroppo, non spaventa tanto i governanti quanto le masse indifese. Cosa potrebbero fare gli euro-parlamentari? Proporre e votare una legge che abolisca tutte le religioni dalle scuole europee compreso l’islam wahabita del cui insegnamento, nelle scuole di alcuni paesi europei, i politici sono ignari perché incapaci di distinguere tra islam generico e varianti dello stesso. L’ Europa ha il dovere di riprendere le redini della vera cultura umanistica per riportare il continente alla sua naturale vocazione, che non può e non deve essere quella dell’indottrinamento, poiché questa serve i poteri religiosi più che gli uomini liberi.
Quello che sarebbe ancora doveroso per una Europa Laica che non sia sottomessa ad alcun potere religioso (il rischio oggi è solo rappresentato dall’Islam), è un programma di studio interreligioso secondo metodologie olistiche, interdisciplinari e transdisciplinari, che metta a confronto la storia, la filosofia, i messaggi fondamentali di ogni religione, utilizzando la classe come un laboratorio dove sperimentare anche la preghiera comune e le attività pratiche tramite il canto, la drammatizzazione di storie di vite virtuose di grandi saggi e maestri spirituali di ogni tempo e religione, la danza come elevazione dello spirito umano in cerca dell’infinito e della unità con il creato, l’arte pittorica, come espressione creativa su temi che riguardano la natura nella sua bellezza e nei suoi colori. Letture e commenti di poemi e testi provenienti da diverse culture religiose che educhino ai valori fondamentali dell’uomo, al rispetto della vita altrui, insomma, educazione all’amore in tutte le sue forme, alla pace, alla fratellanza, alla condivisione, alla solidarietà, alla carità. Virtù che non si acquisiscono con lo studio di regole, precetti e comandamenti da imparare a memoria ma tramite esempi virtuosi e la interiorizzazione di esperienze spirituali e artistiche vissute singolarmente e collettivamente.
Questa la via più celere per il rispetto e la continuità di festività come il Natale e del suo presepe, di quel meraviglioso mondo che trasporta grandi e piccini di tutto il mondo nella fiabesca verità che Dio, Essenza di vita in terra e in ogni luogo, si incarna sulla terra per aiutare l’umanità nei momenti bui della sua esistenza. Tutto questoin una Europa laica, dove le diverse religioni hanno stessi diritti tranne quello di prevaricare, uccidere o imporre ad altri la propria visione religiosa, politica, sociale, culturale e giuridica.
Una Europa laica, dunque, necessita di un cambio paradigmatico. Ovvero, di un modello di vita democratico che ha la sua radice non nel multiculturalismo, ma nell’Interculturalismo e nel trans culturalismo. Nello studio comparato, infatti, gli studenti comprenderanno autonomamente dove risiede la verità di tutte le religioni e capiranno altresì quale sia, tra tutti i messaggi dei grandi maestri spirituali, quella filosofia di vita che oggi possa allinearsi alla scienza ed alle scoperte di questo infinito universo palpitante, intelligente di cui tutti siamo co-creatori.
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