IL LAVORO COME ESSENZA DELLA DIGNITÀ
Francesco prosegue le sue catechesi sulla figura di Giuseppe
Il dramma che stiamo vivendo in questi anni a causa della pandemia è senza dubbio difficile da descrivere. L’inno alla speranza sembra scemato da tempo e nonostante i buoni propositi non si riesce a scorgere la luce, soprattutto sul fronte dell’economia. Inutile negarlo, le politiche messe in atto non incentivano il lavoro; al contrario, la figura del lavoratore rischia oggi di perdere la sua centralità.
La dottrina sociale della Chiesa si è sempre concentrata sul lavoro, ponendo un serio accento sull’umanesimo. Papa Francesco, non a caso, ci ha tenuto a proseguire questo cammino volto ad esplorare la figura di Giuseppe per far comprendere come sia di vitale importanza una nuova riforma del lavoro. La piaga del lavoro in tutte le sue sfaccettature preoccupa in primis se si tratta di bambini.
L’appello rivolto dal Pontefice non è indirizzato solo all’Europa, bensì a tutto il mondo. Le sue parole sono chiare e dure allo stesso tempo: “Chiedo ai governanti di dare a tutti la possibilità di guadagnare il pane, perché questo guadagno dà loro la dignità”. Il discorso non fa una piega e lascia intravedere quella che è la sua missione apostolica, soffermandosi sulle periferie esistenziali: “Coloro che fanno mestieri usuranti, in nero, chi muore di lavoro o i bambini costretti a lavorare: per loro più che un mezzo di umanizzazione, diventa una periferia esistenziale”.
L’invito è chiaro: ripartire ponendo al centro l’essere umano. Ma la strada tracciata da Bergoglio oggi più che mai sembra un miraggio. L’egoismo (frutto di una nuova visione della società) che pervade le nostre giornate è dettato dal progresso. Certamente ogni nuova scoperta è un passo avanti verso un futuro più roseo, ma ciò dovrebbe tradursi in miglioramento per tutti e non solo per i soliti noti, come spesso accade.
Le catechesi di Francesco continueranno in questa direzione, una strada già tracciata che deve essere necessariamente ricostruita dalle fondamenta. L’evoluzione di un nuovo mondo più giusto e concreto spetta solo a noi. La determinazione pacifica deve essere un nuovo stile di vita tutto da scoprire, perché siamo esseri liberi e pensanti.
Lascia un commento
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.