IL GUFO

Dal mito a Harry Potter, gufi e civette sono rapaci intelligenti ed affascinanti, sacri alle antiche dee e simboli di saggezza

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Oggi vi parlo del gufo. I più attenti tra voi mi diranno subito: ”come il gufo ha solo 2 zampe e tu di solito ti occupi di animali di affezione che ne hanno 4, non sai più contare...? “ No, non ho esaurito gli argomenti. È che i gufetti, come le civette, mi affascinano e voglio approfittare dell’incanto natalizio per fare una piccola deroga alla nostra rubrica.
Il gufo vola in assoluto silenzio, preferibilmente di notte, approfittando dell’oscurità per cacciare. Considerato simbolo di saggezza, influenza da sempre il nostro immaginario, nelle fiabe, al cinema, nell’arte. Creatura magica per la maggior parte delle culture antiche, con la sua capacità di vedere nel buio, è simbolo di chiaroveggenza. Per gli indiani d’America è il messaggero del mondo dei defunti, assimilato all’uomo scheletro, il dio della Morte. La tradizione aborigena australiana, lo lega alla Grande Madre, che come dona la vita può anche toglierla, nel perpetuo ciclo di Morte e Rigenerazione. Un’antica tavoletta d’argilla sumera raffigura la regina dei cieli, Inanna, vicino a due gufi, a significare la porta degli inferi e la discesa che la Dea ha intrapreso per avere la completa conoscenza della vita e della morte. Il gufo visto come messaggero di morte era probabilmente assimilabile a Ereshkigal, Regina dell’Oltretomba e sorella di Inanna. Secondo altre fonti la stessa tavoletta rappresenterebbe invece Lilith, demone femminile accompagnata, in altre allegorie, dalle sue civette. Si racconta che il grande e terribile Gengis Khan, rischiava di essere colto di sorpresa durante uno spostamento con il suo esercito, ma venne avvisato del pericolo da un gufo - sacro per i tartari - che lo aiutò a nascondersi in un bosco.

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Il gufo comune (Asio otus) non può muovere gli occhi, ma ha la capacità di ruotare il collo di 270° gradi. Il piumaggio della sua testa forma una mascherina frontale a forma di occhiali, donandogli un‘aria saggia. I suoi occhi sono di colore giallo arancio e ha due vistosi ciuffi di circa 35 cm sulla testa. La sua apertura alare si estende dagli 87 ai 94 cm.

Emblema di saggio dispensatore di buoni consigli a uomini e animali, compare spesso nelle fiabe classiche e in molti cartoni animati di Walt Disney. Ricordate Anacleto, l’aiutante di Mago Merlino nella Spada nella Roccia?

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L’apoteosi la si raggiunge con la saga di Harry Potter, che ha lanciato nel mondo un vera mania per gufi e civette. Nei racconti della famosa scrittrice J.K. Rowling, i gufi sono i compagni di maghi e streghe, nonché i postini della scuola di magia di Hogwarts. Lo stesso Harry Potter ha come amica e compagna una splendida civetta delle nevi, di nome Edwige.

Persino in cielo possiamo scorgere la faccia di un gufo: nella costellazione dell’Orsa Maggiore, esiste un gruppo di stelle soprannominato “Nebulosa Gufo” o “ Nebulosa Civetta “per la forma particolare con cui gli astri sono disposti. La nebulosa ha circa 6.000 anni ed è stata scoperta da Pierre Mechain nel 1781. Il primo gufo illustrato nella storia dell’uomo risale a circa 32.000 anni fa. È un gufo reale (Bubo bubo) in posizione di allerta, rinvenuto nelle grotte di Chauvet nel sud della Francia. Anche gli Egizi utilizzavano sigilli e amuleti con la figura del gufo. Ne sono stati ritrovati molti nelle loro tombe. Non è un caso che in Egitto l’anima che abbandonava il corpo era rappresentata da una civetta, divinizzata con il nome Ba. Per i greci era invece il simbolo di Atena ed ornava vasi, statue, monete e bassorilievi dei templi. Nelle civiltà precolombiane, come i Maya e i Moche, i gufi rappresentati sulle terracotte, avevano il compito di presiedere gli antichi rituali. I poeti e i pittori romantici erano grandi appassionati di queste creature della notte, non solo gufi, ma civette e barbagianni, come dimostra l’opera preraffaellita di Val Prinsep intitolata ”The owl “. Oggi le bancarelle dei mercatini sono invase da ciondoli e portafortuna e i giovani utilizzano emoticons a forma di gufo per comunicare sui social. Nel 1986, in Italia, la Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli), utilizzò il gufo come testimonial della campagna per raccogliere firme per il referendum contro la caccia. Il manifesto ritraeva un coloratissimo gufo con la scritta “Il gufo è stufo“. Appartenente alla famiglia degli strigidi, nidifica tra marzo e maggio. La femmina depone 4 o 5 uova nel nido di un’altra specie come quello dello scoiattolo, le cova per circa 28 giorni, venendo, in questo periodo, nutrita dal maschio. I piccoli lasciano il nido dopo 3-4 settimane circa. Il gufo comune, a differenza di quello reale, è un animale sociale. Da dicembre a febbraio si riunisce sullo stesso albero con i suoi simili, trascorrendovi appollaiato, tutta la giornata, per andare poi a caccia la notte. Questo è il periodo migliore per fare un censimento degli esemplari: i gufi comuni restano sullo stesso albero per tutto l’inverno e poi in primavera si disperdono per accoppiarsi e nidificare.

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Il gufo reale è la specie più grande e rara di rapace notturno, la sua sopravvivenza è a rischio a causa tanto dell’uomo che lo ha cacciato per secoli, quanto dei tralicci dell’alta tensione che causano ogni anno decine di morti accidentali per collisione. Vive nei boschi con scarpate rocciose, è un uccello solitario, e trascorre le sue giornate nel nido, dentro un albero cavo o un anfratto roccioso, perfettamente mimetizzato dal piumaggio. Esce a caccia all’alba e di nuovo al crepuscolo, non è facile da vedere. Le sue prede sono piccoli mammiferi come lepri e scoiattoli, colombi e cornacchie che ingoia intere, ma può uccidere anche un cucciolo di cervo. Si accoppia a febbraio e nidifica tra marzo e aprile, nelle crepe delle rocce o in nidi di altri rapaci diurni. La femmina depone 2-3 uova bianche dal guscio ruvido che cova 35 giorni circa, i piccoli – chiamati pulli - restano nel nido per 5-6 settimane, ma continuano a dipendere dagli adulti per trovare il cibo, ancora per un altro mese. Sono ricoperti da un piumaggio lanuginoso color grigio topo. In Italia il gufo reale è presente soprattutto in Abruzzo, la popolazione totale è stimata tra i 500 e i 680 esemplari.

Sognare un gufo è molto raro, vuol dire entrare in contatto con un’energia antica, un sorta di vecchio saggio, messaggero dell’inconscio, di maturità e cambiamento, la necessità di vedere chiaramente in situazioni complicate e guardare oltre l’immediato presente, dissipando i dubbi e le incertezze.

Renata Are

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