IL GALLES BATTE L’ITALIA 33-7

Sergio Parisse: “Il primo tempo abbastanza buono, ma nel secondo tempo la disciplina è stata disastrosa. Abbiamo perso la testa regalando dei calci banali”

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Dura solo venti minuti il sogno azzurro di iniziare la 18ma edizione del Torneo Sei Nazioni con una vittoria. Sarebbe stata la terza contro i Dragoni; ma l’indisciplina e un giallo a Lovotti hanno fatto crollare quel castello di sabbia dentro il quale molti tifosi si erano rifugiati con la speranza di resistere fino alla fine. Così non è stato e si chiude la prima uscita stagionale con un “quasi pesante” risultato: 33-7 per il Galles. Questo il commento a caldo di : “Il primo tempo abbastanza buono, ma nel secondo tempo la disciplina è stata disastrosa. Abbiamo perso la testa regalando dei calci banali.

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Per Conor O’Shea, invece, non tutto è da buttare: “Il rugby è un ottovolante. Abbiamo una grossa sfida per cambiare molto della nostra mentalità. Era difficile mantenere la nostra energia, soprattutto quando il Galles prendeva il campo. Siamo stati la miglior squadra nel primo tempo.”

cms_5480/nr_2.jpgInsomma, è un vero peccato aver assistito a una sconfitta, considerato che il 5 febbraio è un giorno molto importante per il movimento rugbistico italiano. Esattamente diciassette anni fa l’Italia batte la Scozia, campione in carica, all’esordio nel “Sei Nazioni”. Da quel momento l’avventura degli azzurri è stata caratterizzata da un’altalenante percorso che, attraverso numerosi allenatori stranieri, non è mai riuscito a condurli sulla via dell’affermazione sia come squadra sia come movimento sportivo nazionale. Per questa edizione del Torneo tutti concordano sulle grosse potenzialità e sulla competitività di questo collettivo, grazie anche ai buoni risultati ottenuti durante la tournée estiva e alla storica vittoria contro il Sud Africa nei test match di novembre; fermo restando la pesante eredità lasciata da Brunel a O’Shea che non permette di lavorare in piena serenità, soprattutto visti i deludenti risultati delle due precedenti edizioni. Per quanto riguarda la formazione, confermato il XV ufficializzato giovedì scorso, con Mbandà al debutto in terza linea, Gori alla mediana e Padovani, man of the match contro gli springboks, confermato a estremo. Le squadre, schierate in campo per gli inni nazionali, accolgono il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il saluto ufficiale. Fischia il calcio d’inizio l’inglese Doyle. I primi dieci minuti sono abbastanza equilibrati. Sembra che gli schieramenti stiano studiando la mossa che può mandare in scacco la difesa avversaria. E al 14°, è il Galles ad individuare la zona del campo dove portare gli assalti. Riuscendo per una decina di minuti a mettere pressione all’Italia; ma sul finire della prima mezzora di gara, Gori porta in vantaggio gli azzurri, grazie anche una invenzione di Parisse. La trasformazione di Canna porta i Dragoni sotto di 7 punti.

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Il primo tempo si chiude con il parziale di 7-3 per i padroni di casa. La seconda frazione di gara, inizia subito in salita per il XV guidato da O’S’hea. Scorrono i minuti e l’Italia sembra giocare stando in apnea sottacqua. Il Galles è padrona del campo, sfoderando scampoli di bel gioco e costringendo, soprattutto, all’indisciplina la linea difensiva azzurra. Intorno al 20° minuto, Lovotti prende un giallo gettando scompiglio tra le fila italiane. Da questo momento c’è solo il Galles in campo. Il “cappotto” si sta compiendo lentamente. E alla fine il risultato è di 33-7 per gli avversari: 3 mete e 18 punti realizzati tra calci piazzati e trasformazioni messi a segno tutti da Halfpenny, man of the match. Sabato prossimo si ritorna di nuovo all’Olimpico contro l’Irlanda, sconfitta a Murrayfield da un arrembante Scozia.

Marcatori: 28’ meta Gori, trasformazione Canna (I), 35’, 49’, 53’ e 56’ calcio piazzato Halfpenny (G), 61’ meta Davies, trasformazione Halfpenny (G), 67’ meta Williams, trasformazione Halfpenny (G), 78’ meta North, trasformazione Halfpenny (G).

Umberto De Giosa

Tags: Halfpenny, Sergio Mattarella, Torneo Sei Nazioni, Lovotti, Sergio Parisse, Conor O’S’hea

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