IL FASHION SYSTEM GETTA LA MASCHERA…LA PRESA PER I…E’ FINITA!

TEMU è l’ultima frontiera dell’ultra fast fashion?

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C’era stata una volta, nel magico mondo del fashion system, la “conversione”, avevamo cominciato a veder sfilare in passerella e veder rappresentati nelle campagne pubblicitarie corpi non assoggettati alla taglia trent’otto, ma, come in molti avranno notato, è stato solo un bel specchietto per accontentare gli adepti del politically correct. Nelle ultime sfilate c’è stata una radicale sterzata verso l’estrema magrezza in passerella e, in tempi non sospetti, avevo scritto che questa conversione verso una rappresentazione di corpi più aderenti alla realtà non fosse altro che una trovata pubblicitaria e non un sincero cambio di rotta. Si sono viste pochissime modelle, midi e plus size, buttate in passerella tanto per essere definiti inclusivi, per pulirsi la coscienza e per sentirsi dire quanto si è sensibili e vicini a tematiche delicate come i disturbi alimentari. Ma il peso dell’ipocrisia non dev’essere portato solamente dal fashion system, ma equamente distribuito tra moda, star ed influencer che oggi appaiono più magre che mai come l’influencer Kim Kardiashian e la cantante pop Lady Gaga. Quest’ultima è apparsa sul red carpet degli Oscar più magra che mai, salvo poi farci dei patetici sermoni, rigorosamente via social, sull’accettarci per quello che siamo. Il nuovo e terribile trend ad Hollywood è quello di assumere un farmaco, destinato alla cura per il diabete, per dimagrire, questo farmaco è considerato la nuova droga di Hollywood che ha gravi effetti collaterali come qualsiasi altro farmaco assunto per scopi diversi da quello per cui è stato concepito. Ma le star, si sa, si sentono superiori a noi comuni mortali, hanno la presunzione di insegnarci a vivere, per chi votare, per chi accogliere nei nostri paesi, di essere green per salvare il pianeta, ma che evidentemente questi consigli non sono applicabili a loro. Il nutrizionista delle star, Matt Mahowald ha recentemente dichiarato: “è diventato un grosso problema, tutti saltano su questo carrozzone. La situazione è da panico. Le farmacie hanno ordini da qui fino a dicembre”. Questo assalto alle farmacie sta rendendo introvabile il farmaco per chi ne ha realmente bisogno con buona pace della sensibilità e del “peace and love” sbandierato dalle star. Un report di Vogue Business ha accertato che nel fashion month dedicato alle sfilate per il prossimo autunno-inverno il novantacinque per cento degli outfit che hanno sfilato erano per una taglia trent’otto, sottolineando che la Milano fashion week è stata la più “magra” e la meno inclusiva delle altre. La colpa, se così si può dire, è anche da attribuirsi al fortissimo trend che ha riportato in passerella l’estetica degli anni duemila e con essa un ritorno a corpi androgini che vedevano nella top model, Kate Moss il loro punto di riferimento. Con il ritorno della vita bassa ritorna il mito della pancia piatta costi quel che costi, anche rendere introvabile un farmaco che per molti è vita…chapeau a tutti i politically correct.

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Il ritorno predominante all’estetica degli anni duemila non ha riportato solo la magrezza, ma ha visto la rinascita di brand, al tempo popolarissimi, che stanno conquistando i più giovani e che stanno spopolando sui social, soprattutto su Tik Tok. Il brand icona di quei anni è stato senz’altro Fiorucci, riportato oggi, sotto la luce dei riflettori da molti personaggi noti come la top model Gigi Hadid e l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni che hanno sfoggiato capi con i due angeli stampati. Anche il brand ANGELDEVIL con i suoi iconici jeans con le ali sta per tornare, questa la dichiarazione d’intenti le parole del creative director, Stefano Berretti: “ho abbracciato il progetto di rilancio del brand ANGELDEVIL quando ho percepito che avrei potuto raccontare con la mia direzione creativa, una storia che abbraccia attualmente tantissime persone nel mondo, soprattutto i giovanissimi che escono da un periodo duro come quello della pandemia globale. Passare dalla depressione simboleggiata dalla caduta in un immaginario oblio, ad avere il coraggio di combattere i propri demoni per poterli sconfiggere e tornare a vivere serenamente, creando una versione migliore di se stessi, è possibile”. Anche dando un’occhiata al profilo Instagram di un altro brand iconico degli anni duemila, Monella Vagabonda si ha la sensazione che una nuova monella sta per tornare e che il restyling della ranocchia è una certezza. Per tutti noi che abbiamo indossato i loro capi è un ritorno alla bella giovinezza, che si fugge tuttavia!

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A grande sorpresa il designer, dopo dieci anni di onorato servizio, Jeremy Scott lascia la direzione creativa della maison Moschino. Evidentemente i colpi di scena e la moda provocatoria del designer non riesce più a catturare l’attenzione e il desiderio d’acquisto, un desiderio che si sposta dal camp, dal trash, dal pop al minimal e a capi timeless come ci hanno dimostrato le ultime sfilate. Secondo gli ultimi report nei nostri guardaroba sembra non esserci più spazio per i colori pop e per la provocazione fine a se stessa. Oggi che il vento è cambiato il gruppo Aeffe Spa, che detiene la maison, sente il bisogno di ritornare alle origini sartoriali del fondatore, Franco Moschino dicendo addio alle divise McDonald, ai bottoni a forma di posate, ai scarabocchi, alle marionette. Ma la domanda delle domande è: dopo anni di capi camp e volutamente trash, i clienti sapranno riconoscere ed avranno voglia di acquistare il nuovo mood Moschino fatto di tailoring e di brecupero degli archivi storici della maison? Personalmente non ho mai amato la direzione creativa di Jeremy Scott e penso che, dopo dieci anni di rotolamenti nella tomba, Franco Moschino forse potrà riposare in pace, ma restiamo in attesa del nuovo direttore creativo per esserne sicuri.

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Se pensavamo che il colosso cinese dell’ultra fast fashion, Shein fosse imbattibile per quanto riguarda i prezzi stracciati a cui ci vende la qualsiasi ci sbagliavamo. Negli Stati Uniti ha fatto il suo esordio una nuova piattaforma di shopping online dal nome TEMU che, in pochissimo tempo, è diventata l’APP più scaricata del paese surclassando anche Amazon. Sulla piattaforma di shopping si trova di tutto a meno di tre dollari (i suoi prezzi sono più bassi di quelli di Shein del venticinque per cento), la sua filosofia è: “fai shopping come un milionario!” e la sua missione è quella di far vivere a tutti la vita migliore. Molti influencer americani sono già stati denunciati da Shein perché avrebbero fatto delle affermazioni false su Shein incentivando i propri followers ad acquistare su TEMU. Per ora TEMU non è ancora sbarcato in Europa, ma quando arriverà, perché arriverà, il suo successo sarà garantito con buona pace dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori, della qualità, perché per i più giovani la vita migliore consiste nell’acquistare abiti che durano meno di un battito di ciglio.

T. Velvet

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