IL DILAGANTE FENOMENO DELLE SETTE (prima parte)

Cosa sono e come scelgono le loro vittime

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Sette, pseudosette, psicosette, “confraternite”,” caste”, tutte espressioni di fenomeni di aggregazione di soggetti più o meno giovani che decidono di celebrare l’esaltazione del loro “guru”, per alcuni del loro “leader”. Una miscellanea di organizzazioni non sempre segrete, a volte mascherate dal nome di “associazioni” che sanno di lecito e di esportabile ma che, andando ad indagare, camuffano maldestramente le proprie finalità speculative e quasi sempre estorsive nei confronti degli affiliati e delle loro famiglie d’origine.

In Italia si contano circa 500 "comunità spirituali" operanti sul territorio, ma fare una stima esatta del numero di persone che fanno parte di una "setta", a volte definita “casta”, nel nostro paese è pressoché impossibile; non sono calcolabili quelle “comunità” non francamente spirituali ma che idolatrano il successo, la personalità individuale, il facile guadagno, adottando strategie di assoggettamento degli adepti con metodiche consolidate di “manipolazione mentale”.

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In questo mondo disorientato, che ha perso i propri punti di riferimento (come la famiglia, lo stato, la chiesa, i valori morali, il rispetto dell’uomo e la sacralità della vita), la proliferazione delle sette o delle pseudosette ha avuto vita facile tanto da costituire un vero allarme sociale per il quale le forze dell’ordine o gli organi inquirenti si trovano impreparati, con le mani legate.

Volendo approfondire questa indagine come giornalista, medico e membro delle forze dell’ordine, reputo essenziale descrivere inizialmente la figura della “vittima”, che rientra come soggetto primario nella struttura finalistica della setta. La finalità è rappresentata dalla distruzione dell’uomo e impone dei passaggi fondamentali: a) indottrinamento, b) proselitismo, c) chiusura verso l’esterno.

Avendo da anni iniziato un’indagine giornalistica per cercare di fare luce su questi fenomeni in Italia - per cui sono stati scritti libri, innumerevoli articoli d’inchiesta e di cronaca, sono stati celebrati processi e le cronache giudiziarie hanno fatto del sensazionalismo del momento - sono sempre giunto al primo soggetto: la vittima. Di questa si sono descritti i profili psicologici, ma l’elemento che ha permesso di creare il sensazionalismo è la descrizione del crimine, dell’efferatezza dello stesso, che ha permesso la vendita di copie di libri o di giornali, salvo poi naufragare nel dimenticatoio dei media lasciando sempre quell’alone di mistero.

Una definizione di “casta” o “gruppo” è stata proposta durante una conferenza promossa dall’Istituto UCLA Neuropsychiatric, dalla Family American Foundation e dalla Fondazione Johnson:

* … Un gruppo o movimento che presenta una grande o eccessiva devozione o dedizione a qualche persona, idea o cosa, non etica e che utilizza tecniche di manipolazione, di persuasione e di controllo (ad esempio, l’isolamento dai vecchi amici e dalla famiglia, debilitazione, l’uso di metodi speciali per aumentare la suggestionabilità e sottomissione, pressioni di gruppi potenti, gestione delle informazioni, la sospensione di individualità o di giudizio critico, la promozione della totale dipendenza del gruppo e la paura di lasciarlo e così via) con le quali si prefigge di promuovere gli obiettivi dei leader del gruppo, per l’azione o per un possibile pregiudizio dei soci, delle loro famiglie o comunità”. (1986).

Tale definizione, accettata dai ricercatori medici psichiatri, credo sia dirimente di molti dubbi tanto che la strutturazione della setta o “casta” si articola secondo schemi già riconosciuti.

Le sette hanno la capacità di mimetizzarsi bene, infatti all’inizio si presentano come un gruppo rassicurante e protettivo; i “fratelli”, rappresentano per la vittima la nuova famiglia che diviene pertanto l’unico punto di riferimento, la nuova vita. Pertanto è molto difficile distinguere la realtà dall’illusione. Risulta complesso, se non addirittura impossibile, capire di essere stati plagiati.

Come viene scelta la vittima

La vittima viene scelta scrupolosamente ed ogni setta, o “casta”, si orienta verso soggetti che possono soddisfare gli interessi del loro “leader” o del “guru”. Il “leader” è il capo spirituale, dottrinale, scientifico di un gruppo di adepti appartenenti ad un livello socio-culturale medio alto, generalmente inseriti in ambito universitario o finanziario, appartenenti a famiglie benestanti o inserite nell’ambito sociale che rappresentano realmente il “portafogli” del gruppo. Il “guru”, invece, è il capo spirituale o dottrinale di adepti appartenenti ad un di un livello socio-culturale medio-basso ed il fine è analogo, rappresentato dal reperimento di finanziamenti utili alle finalità della setta.

Sono pochi i veri esperti nello studio di questo fenomeno dilagante in Italia, tra cui ricordiamo Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni, che hanno condotto approfondite inchieste giornalistiche pubblicate in testi ed articoli molto documentati. Altra esperta è la Professoressa Lorita Tinelli, docente di Criminologia Generale Minorile e Penitenziaria presso l’Università di Bari e presidente del CeSAP (Centro Studi Abusi Psicologici) che è una delle più importanti studiose delle sette spirituali, religiose e del plagio mentale.

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L’esperta ha dichiarato in un’intervista: «Il 1° giugno del 1999, assieme ad un collega psicologo e altre persone interessate al fenomeno dell’abuso psicologico, abbiamo fondato il CeSAP, un’associazione ONLUS che ben presto si è distinta a livello nazionale come punto di riferimento per vittime di abusi in sistemi totalitari e per le forze dell’ordine che indagano su tali organizzazioni. Ma anche per i media che spesso attingono dalle nostre informazioni per programmi di inchiesta sul fenomeno settario. Negli anni abbiamo seguito diverse tesi di laurea e abbiamo formato tanti tirocinanti convenzionandoci con alcune università, tra cui Padova, Chieti e Bari. Abbiamo inoltre pubblicato e tradotto diversi articoli, apportando contributi scientifici e informativi su argomenti ancora tanto poco conosciuti in Italia. Nel frattempo il CeSAP è diventato parte di una federazione europea di studiosi del settarismo, la FECRIS, assieme ad un’altra associazione italiana, la FAVIS, che raccoglie le famiglie delle vittime delle sette. Da qualche anno la nostra associazione è parte del direttivo della FECRIS ed è rappresentata, tramite l’attuale presidente, nel comitato scientifico. Anche il CeSAP ha un suo comitato scientifico costituito da esperti di caratura nazionale ed internazionale» (fonte: https://www.legginoci.it/2018/11/13/lorita-tinelli-cesap-io-minacciata-continuamente-dalle-sette-lobiettivo-e-screditarmi/).

Le minacce ricevute dalla docente e dai suoi collaboratori sono state numerose, tanto da indurre l’intervento delle forze dell’ordine, interrogazioni parlamentari, richieste di intervento dell’Ordine degli Psicologi; ma tutto questo non è servito in quanto si è dimostrato evidente che parlare di “sette” in Italia non è “cosa buona e giusta”.

Importante è chiarire il significato di “setta”, che deriva dal latino “secare” (nel senso si separare) e “sequor” (nel significato di seguire). Una setta dunque si configura come un gruppo chiuso, che non gradisce il confronto con il mondo circostante, privilegiando in assoluto la credibilità e l’ascolto della dottrina interna emanata da un capo carismatico (spesso ne è il fondatore), per cui si ravvisa un vero culto della personalità. Il capo carismatico, indipendentemente se uomo o donna, viene vissuto come il depositario di una Verità assoluta e nel nome della stessa emana disposizioni e “leggi” che spesso sono in contrasto con quelle dell’ambiente più allargato. Questo profilo carismatico oggi trova proseliti in diverse fasce della popolazione, dai ceti più bassi a quelli più elevati, tanto che ha preso piede anche in taluni contesti universitari italiani dove “associazioni” universitarie o “scuole di pensiero” si sono sostituiti alle famiglie d’origine degli affiliati con promesse di facili carriere e ricchi guadagni.

Massimo Montinari

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