IL BIS DI GOVERNO
In Italia regna un clima instabile documentato da un cambio di governo continuo e consuetudinario mascherato dall’ideologia del consenso e dalla finzione della possibilità di un paese differente. La retorica politica, ormai, è nota a tutti. Promesse mai mantenute oppure ricombinate in modo diverso e discorsi interminabili basati sul bene dell’Italia e dei lavoratori. Con una Costituzione che piange quotidianamente, passato il ricordo della fame e della guerra, la politica lavora per se stessa. In un arguto libro di Ken Follett, colpisce una affermazione che definisce la politica come una banderuola che gira a seconda del vento per cui: “Cambiare convinzioni ogni volta che cambiava il sovrano veniva definito politica e le persone che lo facevano politici”. Interessante e, sicuramente, attuale. Che poi, il governo è una sintesi del popolo italiano e, probabilmente, di una evoluzione negativa dell’uomo. Guardandosi intorno, cattiveria ed egoismo imperano sul mondo come una spada di Damocle. Non c’è posto per l’unione o la pace, di gran lunga meglio dividere che conciliare.
In fondo sono in gioco interessi personali ed economici, come sempre il potere e i soldi. In tutto questo, non può risiedere alcun bene altrui. O si lavora per rendere l’Italia un paese diverso, oppure per migliorare la propria posizione sociale e il patrimonio economico personale. Insomma, non si può avere la botta piena e la moglie ubriaca. Intanto l’IVA rincara, le tasse vanno a discapito dei consumi, le aziende a gestione pubbliche collassano, i disoccupati aumentano... Tutto ciò ben oscurato dalla lotta politica che crea giochi di poteri sconosciuti ai più e s’inventa la questione dei partiti inconciliabili, affinché il governo sia costituito da persone mai contrarie e sempre fedeli al target comandato. L’importante, comunque, è parlare e twittare di onestà, lealtà e sincerità.
Mentre le città e i paesi cercano soluzioni a lungo termine lavorando perlopiù a vantaggio dei cittadini (alla tagliola delle elezioni, in questo caso, non si scampa...), la politica governativa a livello nazionale manca di coesione, capacità di gestione e desiderio di cambiamento. Magari qualcosa cambia, lanciando una sfida agli ambiziosi. Al potere, al giorno d’oggi, s’arriva con poco ed è alla portata di molti; invece, il cambiamento richiede un salto di qualità ancora da dimostrare. Una maestria che solo una persona grandemente ambiziosa e con dei valori oltremodo forti, può far valere.
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