IL “GIORNO DEL RICORDO”
In memoria delle vittime delle foibe
“Una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono il dovuto rilievo", sono le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in occasione del giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe. La giornata, istituita dal Parlamento italiano con la Legge 92 del 30 Marzo 2004, serve a conservare la memoria riguardo a un evento nefasto accaduto tra il 1943 e il 1947. “Il ’Giorno del Ricordo’, contribuisce a farci rivivere una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata”; le terribili sofferenze che gli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi. Queste terre, con i loro abitanti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conobbero la triste e dura sorte di passare, senza interruzioni, dalla dittatura del nazifascismo a quella del comunismo", aggiunge il presidente Mattarella.
Quello delle foibe è un massacro di militari e civili che dette seguito a un esodo forzato della popolazione di etnia italiana da una parte dei territori che, prima dell’avvento di Tito, appartenevano all’Italia. Le vittime che vennero buttate negli inghiottitoi di origine carsica, sono circa 5000, cifra che arriva anche a raddoppiare se si considerano i deceduti nei campi di concentramento. Gli sfollati, chi per propria scelta per sfuggire alla morte e chi forzatamente, che dovettero abbandonare le loro case e la loro terra, ammontano a un numero compreso tra le 250.000 e 350.000 persone.
Mattarella, nel suo discorso, si sofferma sulla brutalità del regime comunista yugoslavo colpevole di scatenare “in quelle regioni di confine, una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole”. E così come, ancora oggi, c’è chi nega la Shoah, per il Presidente della Repubblica italiana “esistono ancora piccole sacche di deprecabile negazionismo militante. Ma oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, è quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi. Questi ci insegnano che l’odio la vendetta, la discriminazione, a qualunque titolo esercitati, germinano solo altro odio e violenza”.
(Foto dal Web)
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