HONG KONG, GLI SCONTRI NON SI FERMANO

Continuano gli scontri tra manifestanti e agenti di polizia; le condanne di Pechino e della governatrice

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La protesta degli “ombrelli gialli”, che è diventata quella dei “giovani mascherati”, non accenna a placarsi. Così come non accenna a mutare l’atteggiamento di Pechino, della governatrice Carrie Lam e delle forze di polizia di Hong Kong nei confronti delle richieste popolari. Da venerdì scorso, dopo la morte dello studente 22enne Chow Tsz-lok, la nuova ondata di manifestazioni ha assunto un carattere ancora più aggressivo: se fino a ora si erano “limitate” al solo fine settimana, adesso la città è paralizzata anche in quelli lavorativi, con barricate per le strade e metropolitane bloccate, negozi vandalizzati, università occupate (martedì la polizia ha fatto irruzione nella Chinese University of Hong Kong). Le scuole hanno annunciato la sospensione delle lezioni per tutto il resto della settimana, molte delle università le hanno sospese a tempo indefinito (la Chinese University fino alla fine del semestre). Gli scontri tra agenti e manifestanti – e ancor più quelli tra i manifestanti e i filo-governativi – si sono intensificati nelle ultime ore. Due giorni fa un quindicenne è stato colpito alla testa da una bomboletta di gas lacrimogeno; operato, resta in condizioni critiche. Un anziano è morto, colpito da un oggetto lanciato dai “ragazzi in nero”. Il vescovo ausiliare di Hong Kong, mons. Joseph Ha Chi-shing, ha rivolto un appello ai due schieramenti; preoccupato e addolorato dall’escalation di violenza, ha esortato le forze di sicurezza alla moderazione. Le condanne del governo (e di Pechino) sono state durissime, tanto da definire i manifestanti “rivoltosi”, “terroristi”.

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Il quotidiano Global Times, intanto, voce nazionalista della propaganda cinese, ieri mattina sul suo profilo Twitter rivelava che l’esecutivo di Hong Kong starebbe considerando l’imposizione di un coprifuoco nel weekend. L’indiscrezione, citando fonti anonime, è stata rimossa subito dopo dall’account, mentre il direttore del quotidiano Hu Xijin ha spiegato che le informazioni non fossero sufficienti a supportare la notizia – nonostante da giorni si sospettasse un probabile inasprimento delle misure; l’ipotesi coprifuoco si era stata diffusa da diverse ore dal network NaoTv, smentita poi dal South China Morning Post. Certo è che nella serata di mercoledì la leader di Hong Kong ha tenuto una riunione con alcuni esponenti del suo gabinetto. Risultato, la sospensione delle lezioni scolastiche a Hong Kong è stata prorogata fino a lunedì, in considerazione delle condizioni ancora precarie sulla sicurezza.

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La Lam sembra sperare che la nuova tattica dei manifestanti, più invasiva per la vita quotidiana della popolazione, rivolti contro di loro la parte più moderata del campo democratico e la “maggioranza silenziosa” della città. Ieri, verso l’ora di pranzo, una folla costituita in gran parte da lavoratori degli uffici si è radunata a Central, in mezzo ai grattacieli degli affari, bloccando le strade con barricate per poi disperdersi all’arrivo degli agenti. Pechino, da Brasilia si è fatta sentire. Secondo quanto riferito da Xinhua, il compito più urgente per Hong Kong è quello di "porre fine alla violenza e al caos e restaurare l’ordine". Lo ha detto il presidente cinese Xi Jinping a margine dell’undicesimo summit Brics.

Lorenzo Pisicoli

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