HONG KONG, ANCORA PROTESTE

Cancellati tuti i voli in partenza

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Il popolo di Hong Kong continua a lottare per la democrazia, contro gli oppressori comunisti cinesi.

L’ultimo episodio in ordine cronologico è avvenuto all’aeroporto del Paese, dove oltre 5000 manifestanti hanno organizzato un sit-in, paralizzando la struttura. Le autorità aeroportuali si sono così viste costrette a cancellare tutte le partenze. Il motivo dell’ennesima manifestazione di protesta sarebbe un video risalente a questo weekend, in cui alcuni agenti picchiano un manifestante. Nel frattempo, un altro video, pubblicato dal Global Times, tabloid del Quotidiano del Popolo (la voce del Partito comunista cinese), mostra un convoglio di mezzi militari cinesi che si dirige verso Shenzen. Il governo cinese considera “terroristi” i manifestanti di Hong Kong, che, effettivamente, sono totalmente al di fuori dell’ideologia omologatrice e semi-schiavista della dittatura comunista, che dai tempi di Mao rende impossibile la vita di oltre un miliardo di persone.

Le proteste nel territorio di Hong Kong sono iniziate il 9 giugno, contro un disegno di legge del governo autonomo che prevede l’estradizione in Cina per i sospettati di reati penali.

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Questa legge potrebbe avere effetti disastrosi: oltre a costare qualsiasi diritto agli imputati, che finirebbero per essere giudicati dai tribunali cinesi controllati dal partito unico, invece che dalla magistratura indipendente di Hong Kong, il rischio è che possano essere fermati anche imprenditori stranieri ostili alla Cina, che finora avevano spesso e volentieri deciso di fare affari ad Hong Kong, che aveva così vissuto uno sviluppo economico dallo stile occidentale. Ultimo, ma non per importanza, questa legge potrebbe intaccare direttamente il pluralismo politico, portando nella regione autonoma i reati d’opinione vigenti in Cina, grazie alla lesione dell’autonomia di Hong Kong che comporterebbe. In sintesi, è a serio rischio il principio “un Paese, due sistemi”, accettato nel 1997, quando Hong Kong è passata sotto la giurisdizione cinese. Al momento l’iter legislativo del provvedimento è sospeso, ma i manifestanti continueranno ad agire fino alla sua completa cancellazione. L’enfasi del governo cinese nel contrastare i manifestanti è un’evidente dimostrazione delle pessime intenzioni presenti dietro il disegno di legge in questione.

La situazione ad Hong Kong è l’ennesimo esempio di come la Cina potrà anche vivere uno sviluppo economico senza precedenti, ma non potrà mai diventare uno Stato veramente moderno fino a quando non accetterà i princìpi della libertà personale e dello Stato di Diritto.

Giulio Negri

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