GOVERNO,’PATTO DELLA SCROFA’ TRA MELONI E BERLUSCONI

salvini-meloni.jpg

cms_27928/meloni_berlusconi_ufficiale.jpgQualcuno lo ha già ribattezzato il ’patto della Scrofa’. Che sancisce il ’disgelo’ tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi dopo lo scontro sul caso Ronzulli e lo ’strappo’ di Forza Italia sull’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato. Alle 16.40 circa, il Cav varca il portone di via della Scrofa, storica sede di An prima e poi di Fratelli d’Italia, per un faccia a faccia vero, un incontro senza ’intrusi’.

L’immagine plastica del Cav, che arriva in auto blu, con chi è rimasto della scorta dei tempi d’oro, quando era premier, dribblando la ressa di tv e stampa accalcata fuori, insieme alla ’foto ufficiale’ dei due leader, postata sui social, con il sorriso tirato di lui e quello disteso di lei, valgono più di ogni ricostruzione. ’’Silvio non è venuto a Canossa ma solo per scusarsi di quanto accaduto, specialmente sull’elezione di La Russa e per dire che bisogna andare avanti insieme….’’, è il commento dell’ex ’responsabile’ Antonio Razzi, spuntato tra la folla di curiosi, ma ai più l’ex premier è sembrato non proprio contento di trovarsi in ’casa Meloni’, costretto per realpolitik a venire a Canossa appunto per riprendere la trattativa sul futuro governo e spuntare nomi graditi, soprattutto alla Giustizia e al Mise.

Raccontano che oggi un accordo di massima sui ministri di Forza Italia sia stato raggiunto, ma sugli azzurri papabili resta la consegna del silenzio e non è chiaro se il leader forzista abbia ottenuto l’ok a 4 o 5 dicasteri, ovvero uno in più della Lega, che ha ’ricevuto’ la presidenza della Camera e il superministero dell’Economia. Rimasta fuori dal Cdm Licia Ronzulli, secondo i boatos però sarebbe dentro Antonio Tajani (sempre in pole per la Farnesina). Per Elisabetta Alberti Casellati si profilerebbe un posto di ministro in quota Forza Italia, ma non alla Giustizia. L’ex presidente del Senato potrebbe guidare il dicastero delle Riforme. Per il ruolo di Guardasigilli in pole ci sarebbe l’ex pm Carlo Nordio eletto nella file di Fratelli d’Italia. L’azzurro Gilberto Pichetto Fratin è il favorito per la Transizione ecologica, Anna Maria Bernini all’Università e forse Alessandro Cattaneo alla Funzione pubblica. Come ’risarcimento’ per l’esclusione dal futuro esecutivo Ronzulli, raccontano, dovrebbe diventare capogruppo al Senato, al posto della uscente Bernini, mentre il fedelissimo di Tajani, Paolo Barelli, potrebbe essere riconfermato come presidente dei deputati.

cms_27928/tajani_salvini_fg_1666062618.jpgTorna ipotesi vicepremier Salvini-Tajani

Mentre si cerca di trovare l’intesa sui ministri azzurri, dopo l’incontro tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, le caselle in quota Lega del ministero restano in stand-by, ma pressoché definite, almeno nello schema dei 5 dicasteri di spettanza del Carroccio, con l’ipotesi - che torna a circolare con forza - del leader Salvini che farebbe il vicepremier, assieme all’azzurro Antonio Tajani.

Dopo il passo indietro per la presidenza del Senato, Roberto Calderoli pare destinato agli Affari regionali, per portare a casa il tema delle riforme, a partire dall’autonomia regionale. Su Giancarlo Giorgetti la Lega punta per il Mef, dopo aver preso atto della richiesta di Giorgia Meloni, arrivata dopo il no dei tecnici consultati. Anche il Viminale vedrà un nome espresso dalla Lega, quello del prefetto Matteo Piantedosi. Alle Infrastrutture potrebbe accomodarsi Matteo Salvini, che culla ancora una speranza per il Viminale. All’Agricoltura, infine, potrebbe tornare Gian Marco Centinaio. Nomi del sottogoverno in quota Lega restano quelli di Federico Freni (Mef), Lucia Borgonzoni (Cultura), Vania Gava (Transizione ecologica).

Redazione

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