GOVERNO, TRATTATIVE NO STOP: LUNEDI’ LISTA SOTTOSEGRETARI

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cms_28075/1.jpegLa data cerchiata di rosso sul calendario è lunedì 31 ottobre: quella la ’deadline’ entro la quale Giorgia Meloni punta a ultimare il sudoku dei sottosegretari completando così la sua squadra di governo. In casa Fdi, primo partito della maggioranza di centrodestra, è il momento delle ultime limature. L’accordo sui numeri è fatto, raccontano fonti di Via della Scrofa: restano alcune caselle da riempire, ma i nodi da sciogliere -spiegano- sono ancora tutti interni a Forza Italia e Lega.

Altro nodo da sciogliere per Giorgia Meloni alle prese con il sudoku dei sottosegretari, è quello dei centristi. ’Noi moderati’, raccontano, rivendicherebbe due caselle per sé, ma Fratelli d’Italia ancora non avrebbe deciso se accogliere la richiesta o assegnare solo una casella. Per ora, via della Scrofa prende tempo.

Intanto, a quanto si apprende, ci sarebbe baruffa sui nomi tra le quattro forze che compongono la cosiddetta quarta gamba del centrodestra. Nel dettaglio: Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia e capo politico dell’alleanza centrista, spingerebbe per Renzo Tondo, mentre Giovanni Toti avrebbe indicato Giorgio Silli o Ilaria Cavo. Nomi, però, che non sarebbero stati condivisi da Udc e Coraggio Italia. Luigi Brugnaro, infatti, punterebbe sulla vicepresidente del partito, Michaela Biancofiore, mentre l’Udc di Lorenzo Cesa avanzerebbe la candidatura di Antonio Saccone.

Secondo il ’borsino’ di oggi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano avrà la delega ai Servizi segreti, Giovanbattista Fazzolari - fedelissimo di Giorgia - quella per l’Attuazione del programma di governo, mentre il responsabile economico del partito, Maurizio Leo otterrà quella alle Finanze come ’vice’ di Giancarlo Giorgetti al Mef.

L’ex questore della Camera, Edmondo Cirielli, è favorito come ’vice’ del ministro degli Esteri azzurro, Antonio Tajani. Alla fine, il derby tutto interno a Fdi sulla delega per la rete unica, dovrebbe risolversi a favore di Alessio Butti: l’attuale responsabile Tlc, la spunterebbe su Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy. Come papabili per la poltrona di sottosegretario circolano anche i nomi di Andrea Delmastro (Giustizia), Paola Frassinetti (Istruzione), Marcello Gemmato (Salute) e Augusta Montaruli.

Anche il Carroccio è alle prese con la sua lista di ’desiderata’. Da Vannia Gava candidata all’Ambiente e sicurezza energetica, come viceministro, alla squadra dei fedelissimi di Matteo Salvini nei dicasteri economici. Si compone così il puzzle dei viceministri (2) e sottosegretari (7 o 8) della Lega che completeranno la compagine di governo.

Ecco i nomi in dirittura d’arrivo: Claudio Durigon probabile sottosegretario al Lavoro; Federico Freni all’Economia, e sarebbe una riconferma dopo l’esperienza con il premieri Draghi; Edoardo Rixi vice dello stesso Salvini alle Infrastrutture, Lucia Borgonzoni sottosegretario alla Cultura e Andrea Ostellari alla Giustizia. Con il ministro Nello Musumeci al ministero per il Sud e le politiche del mare potrebbe trovare posto Giuseppina Castiello.

Resta in forse il nome di Nicola Molteni per il Viminale, anche lui lombardo - come tutti i ministri del partito - che per questo rischia di restare fuori, per un principio di riequilibrio ’geografico’ voluto da Salvini. Nella squadra di governo troverà posto anche Armando Siri, capo dei dipartimenti del partito, teorico della flat tax, risultato non eletto il 25 settembre.

Al netto del braccio di ferro tra falchi e governisti, stavolta Silvio Berlusconi sarebbe riuscito a piazzare soprattutto suoi fedelissimi nella lista dei sottosegretari forzisti, spuntando a Giorgia Meloni non più due, ma ben tre viceministri: Francesco Sisto alla Giustizia, Valentino Valentini al Mise e Paolo Barelli al Viminale. Secondo gli ultimi boatos nelle ultime ore Arcore avrebbe chiesto 9 caselle, una in più rispetto alle 8 iniziali, per poi ’tornare’ a 8 ma con un ’vice’ in più.

Secondo gli ultimi boatos, sarebbero ’blindati’ anche Alberto Barachini (in pole per l’Editoria) Matteo Perego (dato alla Difesa) e Giuseppe Mangialavori. Dentro ci sarebbero inoltre Ugo Cappellacci e Matilde Siracusano, allo stato, unica donna in lizza. Scorrendo la lista dei papabili azzurri (non ancora definitiva), ad eccezione di Mangialavori considerato vicino a Licia Ronzulli e del capogruppo uscente alla Camera Barelli, uomo di Antonio Tajani, sono tutti berlusconiani della prima ora: alcuni appartenenti alla cosiddetta vecchia guardia, esclusi dal Parlamento in cerca di ’risarcimenti’, altri vicini alla famiglia del Cavaliere o che hanno fatto la storia di Fi, come Sisto (uno dei suoi avvocati, attuale responsabile giustizia), Valentini (consigliere per la politica estera ai tempi di palazzo Chigi, specialmente per i rapporti con Mosca) e Cappellacci, l’uomo dell’ex premier in Sardegna.

Per accontentare l’ala sudista, sul piede di guerra perchè sotto rappresentata a palazzo Chigi, Berlusconi, raccontano, avrebbe pensato a quattro parlamentari: il pugliese Sisto, il calabrese Mangialavori, l’ex governatore sardo Cappellacci e la siciliana Siracusano.

Redazione

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