GOVERNO, MELONI STUDIA SQUADRA E CHIEDE "PRUDENZA"

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cms_27745/centrodestra-draghi.jpgTecnico o politico? Il dilemma che agita la nuova maggioranza di centrodestra è tutto imperniato sulla composizione del prossimo governo. Ancora una volta, la leader di Fratelli d’Italia e premier in pectore Giorgia Meloni non si esprime sulla squadra che porterà con sé a Palazzo Chigi ma, arrivando alla Camera dei deputati per una nuova giornata di incontri con fedelissimi e collaboratori, si limita a definire "surreali" le indiscrezioni di stampa: "Consiglio prudenza", risponde la presidente di Fdi, a chi le chiede dei presunti attriti con gli alleati di Forza Italia e Lega sulla natura (tecnica o politica) dell’esecutivo che verrà.

I partner azzurri della maggioranza ribadiscono quanto messo in chiaro da Silvio Berlusconi: il governo dovrà essere politico, rimarca ai microfoni di Radio 24 il coordinatore nazionale di Fi Antonio Tajani, "se poi ci sarà qualche non politico non sarà un problema". "Sarà un governo politico, con chiara indicazione politica", concorda il responsabile nazionale organizzazione di Fdi Giovanni Donzelli. Il quale però evidenzia un "problema numerico" qualora la compagine governativa dovesse contenere troppi parlamentari.

"Per la riduzione di Camera e Senato mettere troppe persone al governo che devono stare in Aula rischiano di non garantire la serietà della maggioranza", spiega. La parole dell’esponente di Fdi confermano l’orientamento che sembra prevalere in questi giorni di riunioni e conciliaboli dalle parti di Via della Scrofa: ovvero la necessità di mettere in piedi un esecutivo dando spazio anche a figure tecniche di ’area’. Il tema verrà affrontato dall’esecutivo nazionale, che Meloni ha convocato mercoledì 5 ottobre nella sede del partito.

Nel frattempo i partiti stilano la lista dei loro ’desiderata’. Per quanto riguarda Fratelli d’Italia, circola con insistenza l’ipotesi Daniela Santanché per il ministero del Turismo. Rimane ancora coperto, invece, il nome della persona che andrà a guidare il ministero del Mare, fortemente voluto da Meloni. Per la Difesa tra i nomi in pole c’è sicuramente quello di Adolfo Urso, anche se nelle ultime ore starebbero salendo le quotazioni di Edmondo Cirielli: in questo caso, Urso potrebbe ottenere l’incarico come sottosegretario con delega ai Servizi.

Nel ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio il nome forte resta quello di Giovanbattista Fazzolari. Rientrano inoltre nel toto-ministri anche Fabio Rampelli, Maurizio Leo e Ignazio La Russa, mentre si allontana la possibilità di leggere il nome di Guido Crosetto nella lista dei papabili. Per Giovanni Donzelli, invece, si profilerebbe una sorta di ’upgrade’ nel partito: il fedelissimo di Meloni si troverebbe a ricoprire un ruolo apicale all’interno di Fratelli d’Italia (voci di corridoio ipotizzano addirittura la presidenza o comunque una posizione simile a quella occupata da Tajani in Forza Italia), ma per ora l’indiscrezione non trova conferme ufficiali.

Berlusconi reclamerebbe per Fi un ministero di "prima fascia": Antonio Tajani, Licia Ronzulli, Anna Maria Bernini, Alessandro Cattaneo e Andrea Mandelli, i nomi segnati sul ’taccuino’ del Cavaliere. Qualora non dovesse accasarsi alla Difesa o agli Esteri, Tajani potrebbe trovare una collocazione anche al Mise o all’Agricoltura. Resta difficile da sciogliere il ’nodo’ Ronzulli: sull’approdo alla Salute della fedelissima di Berlusconi peserebbero le perplessità di Fdi, per questo alla senatrice potrebbe toccare o l’Istruzione o il ministero per la Famiglia, con possibile ruolo come capo delegazione di Fi. La novità in casa azzurra riguarda una possibile promozione di Gianfranco Micciché come capogruppo al Senato nel caso in cui Bernini dovesse diventare ministro.

Lato Lega restano in ballo i nomi di Gian Marco Centinaio all’Agricoltura, mentre al Lavoro (o allo sviluppo economico) potrebbe sedersi il leader Matteo Salvini. Altri nomi che circolano con più insistenza sono quelli di Giulia Bongiorno, che però sembra sfavorita nel derby con Carlo Nordio per via Arenula e di Erika Stefani, per una riconferma alla disabilità o alle Riforme. Tra le voci accreditate anche quella del downgrade del numero di ministri in quota Lega, che potrebbero diventare 3 invece di 4, a fronte della presidenza di una delle due Camere che finirebbe al Carroccio. Se così fosse il via libera di Salvini passerebbe solo per un suo ritorno al Viminale, che però finora ha incontrato resistenze nella maggioranza. Tutti comunque aspettano il consiglio federale di oggi a Roma, convocato alle 15 negli uffici della Camera, visto che il segretario leghista ha fatto sapere che da lì usciranno i nomi dei leghisti che il partito proporrà per il governo. Non è escluso che Salvini possa poi avere un incontro con la stessa Meloni, che da giorni studia i dossier negli uffici del partito, due piani sopra alla sede dei salviniani.

Redazione

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