GLI EVP NEL GHOST HUNTING NON SONO ATTENDIBILI

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Al giorno d’oggi il termine EVP (Electonic Voice Phenomena), ossia “fenomeno delle voci elettroniche”, è utilizzato spesso impropriamente nell’ambito del ghost hunting.

Prima di addentrarci nell’argomento, occorre premettere che la Psico-fonia (altro termine utilizzato per identificare questa metodica investigativa) non ha mai trovato credito nel mondo scientifico ed è quindi ancora da ritenersi una branca della pseudo-scienza.

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Attualmente i ricercatori che indagano i fenomeni riconducibili alla sfera del paranormale, utilizzano in maniera combinata differenti tecnologie al fine di captare ed analizzare gli EVP ottenuti durante i vari appostamenti:

  • Radio ad onde corte,
  • Il famoso e del tutto inutile ghost box,
  • Registratori digitali ultrasensibili,
  • Convertitori di ultrasuono o infrasuono in suono udibile,
  • Software per l’analisi spettrografica, e di frequenza, degli audio ottenuti.

Purtroppo il materiale divulgato come prova dell’esistenza di attività paranormale, è quasi sempre poco nitido, spesso frutto di interferenza radiofonica o pareidolia acustica (soprattutto se si utilizza il ghost box che capta suoni e parole casuali da moltissime frequenze radio, restituendo a volte frasi di senso logico ma dovute al puro caso).
Raramente è possibile ascoltare tracce audio contenenti parole nitide e sensate, ossia inquadrabili nel contesto della stessa ricerca e dotate di logicità tale da permettere di escludere, in larga percentuale, una interferenza unita alla casualità che ne determinerebbe il senso come attinente al contesto.

Purtroppo sono ancora troppi i ricercatori, o presunti tali, che al termine di un’indagine affermano di aver ottenuto prove inconfutabili della presenza di esseri “spiritici” grazie agli EVP registrati.
É sufficiente aprire uno dei tanti video presenti sul web a tema ghost hunting per ascoltare dichiarazioni come quelle che seguono:

  • Abbiamo registrato la voce di Tizio e Caio,
  • Il fantasma ci ha detto questo e quest’altro,
  • lo spettro si chiama così,
  • Siamo stati minacciati di morte ecc..

Dichiarazioni che personalmente ritengo debbano suscitare ilarità o poco più, anche inquadrandole nel contesto dei filmati pubblicati che, il più delle volte, mostrano un’organizzazione delle operazioni più utile ad un set cinematografico che al mondo della ricerca.

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Una registrazione ottenuta senza una dovuta preparazione tecnico-scientifica, e senza metodica nelle operazioni di acquisizione, non serve assolutamente a nulla, non è sufficientemente attendibile per poter essere dichiarata come prova della presenza di attività paranormale in un dato luogo. Alcuni ghost hunters sono persino convinti che un EVP possa essere giudicato attendibile e veritiero, senza ombra di dubbio, allorquando la presunta voce si attesti su frequenze audio precise e rientranti nel range degli ultrasuoni o degli infrasuoni.

Anche questa convinzione è errata, infatti non sempre le voci registrate in quel range sonoro non possono essere spiegate razionalmente, e non è affatto certificato che un buon EVP non possa essere registrato anche su frequenze acustiche “standard”.

Perché uno spirito che, a detta della leggenda popolare, sarebbe in grado di farsi sentire dall’orecchio umano ( l’organo uditivo umano può percepire frequenze acustiche da 20 Hz a 20 kHz) dovrebbe poi palesarsi nella registrazione su frequenze che, visti i presupposti, definirei anomale?

É logico supporre che se una voce dovesse essere udita dall’orecchio, questa possa essere registrata anche su frequenze normalmente udibili.

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Anche ammettendo che tramite EVP si riescano a contattare gli spiriti (utilizzo il termine “spirito” in maniera convenzionale e certamente impropria), come potremmo sapere che dall’altra parte ci sia proprio Tizio e Caio?

Teoricamente la nostra dimensione spazio-temporale (cronotopo per intenderci) potrebbe brulicare di “esseri” da noi non percepibili, a questo dovremmo anche aggiungere l’ipotesi dell’esistenza di una miriade di altri esseri abitanti altri probabili piani dimensionali ed in grado, volontariamente o casualmente, di interagire sul nostro stesso piano dimensionale, o di essere intercettati dal nostro registratore vocale.

Una voce registrata tramite EVP potrebbe essere riconducibile a così tante ipotetiche realtà da divenire insignificante ai fini della comprensione del fenomeno, che poi dovrebbe essere l’obiettivo principale di ogni vero ricercatore.

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Il regista cinematografico svedese Friedrich Jürgenson aprì letteralmente la strada alle ricerche pubbliche sul fenomeno delle Voci Elettroniche già nel 1959. Mentre era impegnato a registrare il verso di alcuni uccelli sulla finestra della sua casa di campagna, con l’ausilio di un magnetofono, si rese conto di aver registrato voci lontane che il suo udito non aveva percepito. A seguito di ulteriori esperimenti, nei quali riusci a coinvolgere un gran numero di persone, ipotizzò che tali voci appartenessero a soggetti defunti. Ovviamente anch’egli non ottenne prove inconfutabili a sostegno di tali dichiarazioni ma all’epoca dei fatti alcune credenze erano considerate verità assolute anche negli ambienti colti della società.

Con gli strumenti comunemente utilizzati dai ricercatori amatoriali del paranormale, sarebbe impossibile escludere interferenze di tipo umano in grado di sfruttare le onde radio, quindi le dichiarazioni sensazionalistiche dovrebbero essere evitate.

Ricordo che da piccolo mio padre mi regalò dei ricetrasmettitori giocattolo, gli stessi erano però in grado di sintonizzarsi sulle frequenze utilizzate dai camionisti, certamente un fatto non voluto dai costruttori ma casuale. Intromettersi nei loro discorsi era divertente per un bambino, ma a questi improbabili interlocutori io dovetti apparire come un EVP, un’anomalia, se avessi dichiarato di essere lo spirito di Tizio e Caio, forse qualcuno più suscettibile mi avrebbe persino creduto.

Le indagini tramite le registrazioni EVP quindi, nel mondo delle fenomenologie impropriamente dette del paranormale, rimangono utili solo se chi conduce la ricerca è in grado di rimanere razionale e di non farsi cogliere dall’entusiasmo e dalla suggestione.
Ad ogni modo rimangono registrazioni non utilizzabili quali prove inconfutabili di attività paranormale rilevata.

Mario Contino

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