GLI EFFETTI DELLA QUARANTENA SUGLI ANZIANI

L’allarme dei geriatri: influisce negativamente sul loro benessere psicofisico

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cms_17202/C137_RaffaeleAntonelliIncalzi.jpgCome è stato ribadito in ogni sede e in ogni momento, gli effetti del coronavirus sono molteplici. A partire da quelli sanitari, passando per quelli economici per finire a quelli psicologico-sociali. E sono proprio questi ultimi a interessare e preoccupare i geriatri, medici specializzati nella cura degli anziani. Sì, per quanto li riguarda è prioritario considerare l’impatto sanitario, ma occorre anche non trascurare le conseguenze sulla salute psichica e sul benessere generale. Il primo a richiamare l’attenzione sul tema è Raffaele Antonelli Incalzi: “Con l’isolamento li stiamo proteggendo dal virus, ma la perdita di esercizio fisico legata all’essere costretti a stare in casa si sta ripercuotendo sulla loro salute cardiovascolare e metabolica. Non dimentichiamo anche le ricadute sul tono dell’umore, con alterazioni del sonno e aumento di ansia e depressione”.

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Come fa notare il geriatra, le conseguenze cliniche sono strettamente legate a quelle psicologiche. “Serve un approccio pragmatico, che tenga conto del fatto che per loro l’attività fisica è come un farmaco” spiega il direttore del reparto del Policlinico Universitario Campus Biomedico di Roma. “Suggerisco di autorizzare le uscite degli anziani con modalità diverse in base alle zone e al rischio contagio: nelle regioni con un RO minore di 0.7 devono poter uscire di casa, magari con un familiare, adottando misure di distanziamento sociale e dispositivi di protezione in caso di bisogno”, e aggiunge che “dove il rischio contagio è ancora alto, devono uscire entro 1 km da casa e con mascherine e guanti”.

cms_17202/Alberto-Pilotto.jpgAltra voce d’allarme è quella di Alberto Pinotto, Presidente eletto della SIGOT, la Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio: “Le conseguenze del virus non si limitano all’elevatissima mortalità, ma ha fatto emergere il concetto che è soprattutto l’anziano fragile ad essere ad alto rischio di disabilità funzionale, cognitiva e psicosociale che rendono, per l’anziano, difficile un ritorno alla condizione precedente l’infezione”. I dati in merito alla mortalità svelano che quasi il 90% dei deceduti ha più di 70 anni. “Questa è la chiave di lettura da applicare all’analisi del rapporto tra anziano e infezione da coronavirus”.

Qual è la definizione di “anziano fragile”? Secondo quanto spiegato dalla SIGOT, questo concetto fa riferimento a quel soggetto che dinanzi a un evento stressante, come la quarantena, non è in grado di rispondere in maniera adeguata e quindi soccombe, con un aumento dei rischi di eventi negativi: mortalità, disabilità e aggravamento delle proprie condizioni generali.

cms_17202/Sergio_Mattarella.jpgLo studio della fragilità nell’anziano costituisce pertanto un fattore cruciale nella valutazione delle decisioni cliniche da prendere, spesso difficili in un momento di pressione per il sistema sanitario come quello di questo periodo”.Con buona probabilità, i campanelli d’allarme non saranno ignorati: “Tutto questo va sottolineato al fine di avviare dei percorsi di diagnosi e cura per chi è fragile o rischia di diventare tale”. A dirlo è nientemeno che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che conclude: “Preservare e curare al meglio gli anziani è cruciale per una società: non è per niente scontato che ci siano tanti decessi che riguardo gli anziani, e questo non deve essere accettato con sufficienza o rassegnazione”. Ovvero: c’è sempre qualcosa che si può fare.

Francesco Bulzis

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