GIANFRANCO ANGIONI: SOTTO IL SEGNO DEL SAGITTARIO

Gianfranco Angioni è un sardo trapiantato a Milano che, una volta stabilitosi nella città meneghina, ha perso l’accento ma non la passione per l’arte.
La sua è una “vocazione adulta” che, come spesso accade, affonda le radici nell’infanzia: “Ho ripreso da dove avevo lasciato”, afferma.
Da buon Sagittario, scaglia le sua freccia verso l’obiettivo e lo persegue. Capiremo presto perché.
Gianfranco Angioni
“Sono una persona multipotenziale, nel senso che mi applico su tantissime cose e, chissà, forse non ne faccio nemmeno una - afferma scherzosamente. Non so se questa sia una benedizione o una maledizione, sta di fatto che ho il dono di potermi esprimere su più fronti: pittura, scultura, scrittura. Ma ciò che mi preme è di unire le varie forme d’arte in un risultato che sia il più possibile organico.”
Gianfranco è un uomo tutto d’un pezzo, uno spirito tranciante che ama sperimentare e non esita ad abbattere i ponti, se ci cammina scomodo.
Il suo percorso artistico inizia quando era un ragazzino ma la vita lo porta altrove. All’età di trent’anni si trasferisce da Cagliari a Milano ed è proprio nel capoluogo lombardo che riallaccia i contatti con il mondo dell’arte iscrivendosi al corso serale di pittura, che frequenta, a Brera, dopo il lavoro. Per ben quattro anni.
Presa dimestichezza con la tecnica, inizia non solo a produrre ma anche ad esporre le sue opere. Malgrado ciò, il mercato dell’arte lo delude e taglia i ponti. Tele e pennelli ritornano in soffitta per altri trent’anni.
“L’homme qui pisse!” by Gianfranco Angioni - 2022
Questo concetto dell’arte che si prostituisce lo ritroviamo in un suo dipinto: “L’homme qui pisse”, un’opera molto vicina al pensiero di Marcel Duchamp, “l’inventore” dell’arte concettuale.
Gianfranco Angioni non soltanto non teme di tagliare i ponti ma nemmeno teme di dire quello che pensa. Spesso lo fa in maniera ironica, al limite del dissacrante ma per una personalità come la sua non potrebbe essere diversamente. C’è poco da girarci intorno: le cose sono quelle che sono. Punto.
Deluso dal mercato dell’arte - in quanto più mercato che arte - per altri trent’anni si toglie fuori da tutto, non esponendo più i pochi lavori che realizza. Riprende negli anni 2000, dando vita ad opere che dimostrano la preparazione e l’evoluzione maturata in questi tre decenni.
Molti dei suoi dipinti ricalcano quadri famosi di Manet, Botero, Degas ed altri ancora, reinterpretandoli ed attualizzandoli: “Le mie opere surrealiste riprendono immagini di quadri famosi perché l’arte di cui si è goduto in certi momenti non si può dimenticare e ogni tanto qualcosa riaffiora”.
Guardiamo, ad esempio, la sua interpretazione de “La lezione di danza” di Edgar Degas: balza all’occhio l’innesto di danzatrici moderne all’interno del quadro.
“La lezione di Edgar Degas” by Gianfranco Angioni - 2022
Per quale motivo Angioni “mescola” il vecchio e il nuovo, facendo viaggiare nel tempo personaggi moderni e antichi?
“Perché - spiega - nella mia ricerca artistica ho compreso che se si vuole comunicare un pensiero, due sono le strade: o si scopiazza a destra e a sinistra, oppure ci si inventa qualcosa di nuovo. A me non piace copiare, ma amo tornare su ciò che conosco, su ciò che mi è rimasto dentro e che, ormai, fa parte del mio DNA.”
Personalmente, riconosco a Gianfranco Angioni la capacità di sposare il passato e il presente, attualizzando il primo in un presente multietnico, multiculturale e multitasking. La sua volontà è di rendere comprensibile, con un linguaggio moderno, un concetto antico senza snaturarne il valore o il significato.
Cosa che fa anche nella scrittura perché, lo dico “en passant”, Angioni è autore di diversi romanzi.
Sono tanti i suoi talenti, al punto che l’artista confida di invidiare le persone che ne hanno uno solo e che si concentrano su quello. “Il mio talento, invece, è quello di cambiare continuamente - confida: nei lavori che faccio cerco sempre di documentarmi e di scoprire qualcosa di diverso, di raggiungere un nuovo obiettivo. Mi ispiro a ciò che si dice del Sagittario, il mio segno zodiacale: scaglio la freccia verso il bersaglio e poi cerco di raggiungerlo.”
“Tu aspettami qui, vado a mettermi qualcosa addosso” by Gianfranco Angioni - 2021/2022
Non soltanto Gianfranco Angioni raggiunge il bersaglio, ma lo oltrepassa, come si evince anche nel dipinto “Tu aspettami qui, vado a mettermi qualcosa addosso”. L’artista ha avuto la capacità non soltanto di realizzare l’opera d’arte ma anche di infonderle vita propria, facendola uscire (simbolicamente) dal quadro e dalla sua cornice. È questa una capacità molto rara perché un conto è dipingere, un altro è realizzare un’opera d’arte in cui lo spettatore si senta coinvolto. Perché fare arte è questo: comunicare con le persone.
Facciamo un passo indietro.
Dicevo che Angioni ha ripreso a dipingere negli anni 2000, ripartendo da ciò che aveva lasciato. Ma cos’ha lasciato esattamente? “Ho lasciato quelli che erano e che sono ancora i miei intendimenti riferiti all’arte - spiega. Sono ripartito da quell’esperienza per arrivare ad esprimere una nuova ed attuale ricerca del bello e dell’equilibrio.”
Come già detto, Gianfranco Angioni ha la capacità di lasciare e riprendere, di andarsene e ritornare, che è una forma di squisita umiltà. “Io sono sempre la stessa persona e quello che ho acquisito nel tempo è la capacità di esprimermi, di originare dei prodotti che abbiano un significato e, soprattutto, che dicano qualcosa - afferma. Giusto o sbagliato che sia, ho sempre cercato qualcosa di diverso; da quando l’ho studiata, mi è piaciuta tantissimo la teoria dei Dada e ancora oggi me la porto dietro”.
“’L’ombra di Pablo” by Gianfranco Angioni - 2018
Insomma, un artista tutto da scoprire che non esita a raccontare e a raccontarsi, svelando un mondo interiore fatto di studio, ricerca e sperimentazione. Un uomo che non ha paura di osare, di rompere gli schemi, di buttare tele e pennelli per prendersi il tempo di guardarsi dentro, là dove le opere nascono davvero.
L’intervista che segue è stata realizzata da Simona HeArt per la rubrica “Sguardi sull’arte contemporanea con Simona HeArt”. L’articolo è pubblicato su “International Web Post”.
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Contatti di Gianfranco Angioni:
email: angionigf@hotmail.com
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