GESU’ APPARE ALLA MADRE

Arte e spiritualità

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Vi presento «Gesù risorto appare alla madre», opera risalente al 1630 del pittore emiliano Giovanni Francesco Barbieri, detto il “Guercino” a causa del suo strabismo. Il dipinto, ammirato e apprezzato da grandi personaggi del passato come Velasquez e Goethe, è oggi vanto della Pinacoteca comunale di Cento.

La scena rappresentata dal pittore non è narrata nei vangeli canonici ma è stata tramandata nei secoli dalla tradizione popolare, sfociando poi nella rappresentazione artistica della pittura bolognese seicentesca.

Dopo che Gesù era stato sepolto il venerdì e dopo che la grossa pietra era stata posta all’imboccatura della tomba, ogni speranza sembrava definitivamente svanita. In realtà, una donna credeva il contrario: Maria, madre di Gesù, nello scoraggiamento e nello sconforto generale ha continuato a sperare nelle parole che il suo figlio più volte aveva pronunciato durante la sua missione: «il figlio dell’uomo viene consegnato e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà».

cms_30499/01.jpgIl Guercino raffigura Gesù risorto che appare a sua madre, che con la mano sinistra gli sfiora la ferita del costato: da quella ferita erano sgorgati sangue e acqua, simbolo della misericordia di Dio nei confronti di ogni uomo. Come Dio Padre aveva aperto il costato di Adamo per formare Eva, come è narrato nel libro della Genesi, così si serve della lancia di un soldato per aprire il costato del Figlio e formare la Chiesa, sua sposa.

La composizione pittorica si caratterizza per la monumentalità delle figure cha appaiono imponenti e chiaramente delineate su uno sfondo scuro e vuoto; tale monumentalità statuaria è movimentata dal vibrante panneggio, dalla ricchezza dei colori e dal vento improvviso che agita la bandiera della vittoria sostenuta dal Cristo, segno del trionfo sulla morte e sul peccato.

Inoltre, come ricorda San Paolo, Gesù è il primogenito tra molti fratelli e quindi la sua vittoria è condivisa con tutti gli uomini di cui lui è il portabandiera: la nostra esistenza non è destinata al nulla della morte ma alla pienezza della vita eterna. Non dobbiamo scoraggiarci di fronte ai limiti insiti nella nostra vita quotidiana, piuttosto ricordiamoci in ogni momento della meta verso cui siamo incamminati! Così diceva il Sommo Poeta: «L’uomo senza la certezza di una vita in avvenire è il più infelice degli animali». Le meraviglie del Paradiso sono così splendide da meritare ogni tuo sforzo!

Il volto di Gesù, rappresentato dal Guercino con straordinaria maestria, diffonde un senso di grande serenità e ideale perfezione; colpisce lo scambio vivido e struggente di sguardi tra la madre e il Figlio, il quale non disdegna di abbracciarla teneramente.

Maria è inginocchiata nell’atto di leggere il libro delle Scritture, rappresentato sulla destra poggiato su un tavolo e scompaginato dal vento che soffia nella scena: l’apparizione improvvisa di Gesù l’ha spinta a interrompere la lettura e a voltarsi per contemplare quella Parola che adesso è viva davanti a lei. Guercino magistralmente la rappresenta mentre guarda Gesù con quella dolcezza che è tipica di ogni madre.

Alessio Fucile

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