GENIO ITALIANO. L’ARTE ENOGASTRONOMICA

A colloquio con Carlo Dugo

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cms_21565/2.jpgCarlo Dugo è un talento di fama internazionale dell’arte enogastronomica italiana. Classe 1967, prestigiosi premi all’attivo, la sua è una carriera in viaggio sempre sulla cresta dell’onda tra imprenditoria e creatività, ricerca e passione, impegno e valorizzazione del territorio. Una biografia da capogiro in paio con le esposizioni “in presenza” presso enti pubblici e privati, con percorsi storico enogastronomici tematici in prestigiose sale di ristorazione che, vi assicuro, travolgono come in un rito collettivo animato dalla forza magnetica della competenza. Proprio come avviene per la prima di un concerto o di una rappresentazione teatrale. Tracciare un profilo biografico essenziale di Dugo mi richiede un impegno olimpionico. Mi limito ad elencare gli incarichi a “gittata” internazionale. Ambasciatore italiano dal 2015 del Concours Mondial de Bruxelles del vino (di cui è tutt’ora giudice internazionale), responsabile Italia per il Concours Spirits Selection (dedicato ai distillati), docente universitario all’Università Roma Tre presso la Facoltà di “Scienze dell’Alimentazione e Cultura Gastronomica, fondatore di Enosis srl di cui è CEO, proprietario dell’enoteca Cantina Castrocielo (ai vertici delle classifiche romane), membro CdA della Fondazione Italia-Giappone e del Consiglio Direttivo della Federazione Italiana Manager della Ristorazione (FIMAR), nominato People of the Year 2016 da parte della rivista Luxury FreeTime, collaboratore della testata Vinodabere, nonché di UNAPROL (Unione dei Produttori oleicoli) della Coldiretti.

Una straordinaria proprietà di linguaggio, il carisma contagioso di chi ama il proprio lavoro, naturale bonomia e stile non possono passare inosservati a La Pagina della Cultura. Ho voluto incontrare Carlo Dugo e, come scoprirete, per i lettori dell’International Web Post ho voluto anche qualcosa di più di una semplice intervista.

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Carlo Dugo soggettivazione dell’arte enogastronomica nostrana… La prima domanda è d’obbligo. Che effetto fa sentirsi un talento italiano?

In realtà la mia è una passione che nasce da lontano, da ambienti diversi. Non mi sento un talento ma penso di aver raggiunto una consapevolezza che mi porta a promuovere il contatto umano con i produttori che, forgiando la natura, le consentono di esprimersi con le varie eccellenze enogastronomiche di cui siamo fieri nel mondo. Sono senz’altro grato di essere nato e vissuto nella Patria delle eccellenze territoriali.

Leggendo la tua biografia (ripeto impegnativa ma confesso di essere riuscita a leggerla per intero) mi sembra che la tua vita fosse instradata lungo un altro percorso poi la passione ha prevalso… Quando hai capito che l’enogastronomia avrebbe indirizzato il tuo destino e dominato le scelte successive?

cms_21565/0.jpgProvengo da una società di informatica e per anni ho gestito un reparto dedicato all’erogazione di contributi europei in agricoltura. Credo che qui si sia sviluppata, a mia insaputa, la necessità di fare di più per il comparto agricolo e, conoscendo i meccanismi della burocrazia che molte volte considera il produttore quale un numero, mi è sembrato normale cercare di ripagare l’impegno quotidiano dei singoli “creatori di eccellenza” con un aiuto ad emergere nel mondo della globalizzazione, la passione ha fatto il resto.

Puoi tratteggiare un tuo personale bilancio?

Se tornassi indietro, penso che opterei per questa scelta molto tempo prima. Oggi mi ritrovo a dialogare in modalità “umana” ma con attenzione imprenditoriale… certamente è stata e sarà una sfida continua, ma posso assicurare che l’energia positiva che viene trasmessa da un produttore soltanto stringendogli una mano o guardandolo negli occhi non ha eguali. Nel corso degli anni ho cercato di formarmi sui svariati temi dell’enogastronomia e sulla necessità di varcare il confine per raggiungere potenziali Clienti, amanti del “Bel Paese”, Credo di esserci in parte riuscito ma ancora il viaggio è lungo.

Nella tua arte la formazione/informazione è molto importante. Che cosa vuol dire fare informazione con la tua identità professionale?

Hai perfettamente ragione, l’informazione è fondamentale. Comunicare nel modo giusto, cercare di raccontare esperienze, informare sulle tipicità, creare curiosità nell’approfondire i discorsi, sono tutti temi che vanno gestiti con attenzione. L’informazione deve essere quanto più attinente con la realtà e deve, in un certo qual modo creare coesione con l’ascoltatore. L’informazione non deve essere fine a se stessa ma deve raggiungere in profondità chi ci ascolta, soltanto così saremo in grado di alimentare la conoscenza.

Hai ricevuto diversi riconoscimenti. Che consiglio daresti ai giovani interessati a seguire il tuo percorso di formazione?

Qualsiasi sia il percorso che vorranno seguire dovranno metterci del proprio, dovranno appassionarsi al punto di considerarlo una missione. La passione rende tutto meno impegnativo e più fruibile. Bisogna essere dei pionieri per ottenere il massimo e non fermarsi alle apparenze ma scavare in profondità.

Attualmente il mercato globale del cibo è in mano a dieci multinazionali, che controllano la filiera alimentare mondiale. Spesso senza regole ben precise per quanto riguarda la produzione. Nell’ultimo secolo, le potenti aziende del settore alimentare hanno aumentato enormemente i loro profitti, servendosi di terre e lavoro a basso costo, spesso a danno dell’ambiente. Sappiamo che la questione ambientale si incrocia con quella economica… se non sono male informata so che in agenda hai un progetto con il CNR…sbaglio?

cms_21565/00.jpgConcordo pienamente ma suggerisco che il sistema (che è composto da noi) ha permesso alle multinazionali di impadronirsi delle nostre vite, ciò perché non siamo mai stati abituati a scegliere i prodotti migliori per il nostro organismo, ci siamo lasciati condizionare ed abbiamo creato degli stereotipi che nulla avevano a che fare con la giusta alimentazione. Bisogna ripristinare il concetto di salute e devo dire che stiamo andando sempre più verso questa direzione. Sei ben informata, con il CNR stiamo ragionando per creare una connessione che possa consentire di accrescere la sensibilità nelle tematiche di ultima generazione, ambiente, clima, territori… ma di questo avremo modo di approfondire più avanti.

Ringrazio, Carlo Dugo ma non vado via senza strappargli una promessa…

Carlo Dugo… a presto per La Pagina della Cultura?

Più che una promessa preferisco parlare di impegno, impegno costante nella promozione delle eccellenze territoriali italiane e formazione continua presso le nuove leve che hanno a disposizione un panorama invidiatoci dal mondo intero ma che in molti casi non è valorizzato adeguatamente. Siamo un grande Paese, ma prima di tutto dobbiamo crederci noi.

Antonella Giordano

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