GAZA E LE INCOGNITE DEL CESSATE IL FUOCO
Cresce la tensione tra israeliani e palestinesi
Le relazioni tra Israele e Palestina e la situazione di Gaza, si presentano ancora una volta come un campo minato dall’incertezza e dalle avversità. La chiusura del valico di Rafah, unico contatto di Gaza col mondo esterno al di fuori dei radar israeliani, fa infatti presagire un ulteriore incremento delle tensioni tra le due parti. Violenti scontri si sono registrati infatti nel corso delle ultime settimane lungo il confine, con un bilancio di 41 feriti tra i manifestanti palestinesi e il ferimento di una guardia di frontiera israeliana, al momento in gravi condizioni. Alla stregua di queste manifestazioni, Israele sarebbe intervenuto con un contrattacco rivolto ad alcune postazioni di Hamas, colpendo 4 depositi di stoccaggio e manifattura.
Sembra difficile quindi fidarsi delle fonti che riportano la previsione del raggiungimento di un accordo per un cessate il fuoco nell’arco delle prossime 24 ore. Lo sostengono fonti israeliane citate a condizione di anonimato dal sito di notizie ’Walla’. I colloqui tra le parti si stanno svolgendo tramite due canali, ovvero i servizi di intelligence egiziani e l’inviato delle Nazioni Unite in Medioriente Tor Wennesland. Sarebbero mediatori egiziani a diretto contatto con la leadership di Hamas nella Striscia di Gaza a condurre i negoziati, con il sostegno di Quatar e Stati Uniti, che spingono per il cessate il fuoco.
Le uniche incognite sono rappresentate dai tempi dell’accordo e dalla Jihad islamica palestinese, il quale si teme a ragione che possano proseguire le ostilità, in dispregio all’accordo che verrà a delinearsi. Anche la fazione di Hamas sembra riporre fiducia nell’ipotesi del cessate il fuoco; ’Penso che probabilmente arriveremo a un cessate il fuoco nei prossimi due giorni. Solo Dio sa quando i mediatori saranno in grado di raggiungere un accordo’’ ha affermato il numero due di Hamas, Mousa Abu Marzook.
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