Fmi: nel 2020 esplosione debito Italia al 155,5% del Pil (Altre News)

Bonus 600 euro, "accreditato già a un milione di autonomi" - Da Energas 500mila euro per famiglie in difficoltà - Bonaccorsi: "Buono vacanza è un’idea, ci lavoriamo"

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Fmi: nel 2020 esplosione debito Italia al 155,5% del Pil

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La contrazione del Pil e l’aumento del deficit per la crisi del Covid-19 condannano l’Italia a una esplosione del debito pubblico che – secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale – quest’anno potrebbe balzare di oltre 20 punti, passando dal 134,8% del Pil nel 2019 al 155,5% nel 2020. Nel Fiscal Monitor i tecnici dell’Fmi tracciano traiettorie di debito in forte crescita per tutti i paesi, con una media globale che dall’8,3% dello scorso anno nel 2020 dovrebbe salire al 96,4% del Pil. Il balzo più forte si registra negli Stati Uniti (+22,1 punti con un debito al 131,1% del Pil, peraltro il più alto a livello mondiale) e in Canada (+20,9 punti al 109,5%). Superano quota 100% del Pil la Francia (che in dodici mesi passa dal 98,5 al 115,4%) e la Spagna (dal 95,5 al 113,4%). Il ‘danno’ più contenuto, ancora una volta, lo registra la Germania, con un indebitamento che sale dal 59,8% al 68,7% del Pil.

Cresce ancora – a livelli ‘irraggiungibili’ – il debito giapponese che, fra Pil in calo e misure di stimolo, passerà dal 237,4% del 2019 al 251,9% quest’anno. L’elevato livello di debito si tradurrà quest’anno per i tre paesi con i valori più elevati – Giappone, Italia e Usa - in un fabbisogno di rifinanziamento elevatissimo rispetto al Pil. Fra titoli in scadenza e nuovo deficit, ad esempio, Tokyo dovrà collocare sui mercati titoli pari al 45 % circa del suo Pil: per Washington questo dato si avvicina al 39% mentre per l’Italia è pari all’incirca al 28% del Pil.

Nell’emergenza coronavirus gli interventi diretti decisi finora dal governo italiano – fra sostegno ai redditi, spese sanitarie e altre misure fiscali – ‘valgono’ l’1,2% del Pil (circa 20 miliardi di euro), uno dei valori più bassi fra i paesi del G20 (in Giappone si toccano circa i 500 miliardi di dollari, il 10% del Pil). Ma se in questa valutazione si include il valore delle garanzie offerte sui prestiti , per aumentare la liquidità alle imprese (pari a 550 miliardi, il 32,4% del Pil) si scopre che il nostro Paese è al top del G20 per l’entità complessiva degli interventi, secondo solo alla Germania (34% totale contro il 33,6% dell’Italia). Per il G7, continua il rapporto, le misure di bilancio addizionali rappresenteranno quest’anno il 5,9% del Pil.

La crisi scatenata dalla pandemia, la riduzione delle entrate e l’esplosione delle spese scaveranno un nuovo buco nei conti pubblici dell’Italia (e non solo) con un deficit che quest’anno potrebbe attestarsi all’8,3% del Pil (dall’1,6% del 2019). Il Fiscal Monitor mostra a livello globale un disavanzo pari al 9,9% del pil, con realtà nazionali assai differenti.

Il record del deficit dovrebbe spettare agli Usa, con un disavanzo pari al 15,4% del Pil (contro una media del 10,7% delle economie avanzate). Nell’Eurozona la media sarebbe del 10,7%, ma con una Francia in disavanzo del 9,2% nel 2020 (dopo il 3,0% dello scorso anno). Ale anche la Spagna (9,5%) mentre il -5,5% della Germania deve fare i conti con gli avanzi registrati nei sei anni precedenti nel solo 2019 +1,4%). Il Regno Unito dovrebbe attestarsi allo stesso 8,3% di deficit dell’Italia, mentre per il Canada il ‘buco’ sarebbe pari all’11,8% del Pil. Preoccupante anche il deficit della Cina, 11,2% nel 2020 dopo il 6,4% dello scorso anno.

"Per l’Italia affrontare il problema del debito significa affrontare il problema di una crescita che negli ultimi tre decenni era già stata deludente". Lo sottolinea Vitor Gaspar, direttore del dipartimento affari fiscali del Fondo Monetario Internazionale in conferenza stampa. Il nostro paese - ha ricordato - "è stato colpito duramente colpito" dalla pandemia ma "dal governo italiano è arrivata una risposta forte e adeguata". Il risultato di queste misure - ha osservato sarà quello di far crescere il rapporto debito/Pil che quest’anno il Fondo stima al 155,5% del Pil e il prossimo scenderà al 150,4%. Ma nel futuro - aggiunge -"per l’Italia la principale sfida sarà quella di essere competitiva, di aumentare la crescita potenziale, e ottenere una crescita inclusiva e sostenibile".

Bonus 600 euro, "accreditato già a un milione di autonomi"

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"Una buona notizia per un milione di lavoratori autonomi: l’indennità di 600 euro relativa al mese di marzo è già stata accreditata dall’Inps sul loro conto corrente. Entro questa settimana, anche gli altri 3 milioni di autonomi che ne hanno fatto richiesta, tra partite Iva, commercianti, artigiani, stagionali, agricoli, cococo, lavoratori dello spettacolo, avranno il sussidio previsto dal decreto Cura Italia del 17 marzo a copertura del calo di fatturato causato dall’epidemia di Covid 19". Lo sottolinea il sottosegretario all’Interno Achille Variati.

"Per la mensilità di aprile contiamo di pagare in automatico le stesse persone che hanno ricevuto l’indennità dei 600 euro. La stessa indennità contiamo possa essere maggiore: il Governo sta lavorando per aumentarla a 800 euro. E arriverà automaticamente alla fine del mese, così saranno recuperati i 15 giorni di scostamento rispetto al periodo normale in cui arrivano gli stipendi. Ovviamente chi non ha fatto la domanda potrà farla e aggiungersi. Queste sono solo le prime misure, con il Decreto di aprile ne arriveranno altre. Il Governo - conclude Variati - si sta impegnando per non lasciare nessuno indietro."

Da Energas 500mila euro per famiglie in difficoltà

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Offrire un contributo concreto alle tante famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus. Da qui nasce l’iniziativa dei dipendenti, dei collaboratori e dei manager di Energas SpA, società di Napoli leader a livello nazionale nel settore della distribuzione e vendita di gas e carburanti per uso civile e industriale, che hanno costituito un fondo del valore di 500mila euro per offrire 25mila buoni spesa da 20 euro ad altrettanti cittadini in difficoltà in 23 centri di 11 regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria) (FOTO).

In queste settimane così complicate per la vita economica e sociale del Paese, Energas continua ad assicurare la continuità delle forniture e dei servizi rinunciando ad aiuti economici pubblici o privati. Per questo i lavoratori (dipendenti e collaboratori di tutta la filiera Energas) e i manager dell’azienda hanno costituito un fondo di solidarietà destinando una quota dei propri stipendi (proporzionale al livello di retribuzione) del trimestre aprile-giugno. I fondi raccolti sono stati convertiti in buoni spesa da 20 euro destinati alle famiglie delle comunità in cui gli stessi lavoratori e collaboratori Energas vivono e operano ogni giorno: da Napoli ad Acerra, passando per Caserta e Scafati; da Frosinone a Roma; da Cosenza a Vibo Valentia; senza dimenticare le zone di Palo del colle e Foggia, Asti, Potenza, Padula, L’Aquila, Parma, Siena, Fano, Narni e Terni.

Le persone destinatarie del fondo sono state identificate grazie alle parrocchie delle comunità locali di riferimento che nei giorni scorsi hanno ricevuto e distribuito i buoni utilizzabili presso due importanti gruppi della grande distribuzione molto presenti nelle aree di intervento: Conad e Multicedi (punti vendita Decò, Dodecà, Sebon, SuperRisparmioso).

“Il mondo Energas è da sempre una grande famiglia che si ritrova, unita, tanto per celebrare i propri successi quanto per affrontare le difficoltà”. Così Diamante Menale, presidente di Energas, spiega, a nome dell’azienda, la genesi del progetto e aggiunge: “Pur in un momento di diminuzione del volume di affari di oltre il 60%, in particolare nel comparto autotrazione, la nostra attività non si arresta e, come azienda, abbiamo scelto di non ricorrere a strumenti di sostegno o aiuti pubblici. Ecco quindi che dalla generosità di tutta la filiera Energas - dai dipendenti ai collaboratori, dai manager agli agenti, dagli appaltatori ai trasportatori - è nata l’idea di questo gesto che vuole essere un segno tangibile di vicinanza alle persone che vivono e lavorano nelle comunità in cui Energas è presente. Un’iniziativa che è stata resa possibile grazie alla disponibilità della Curia di Napoli e delle parrocchie dei diversi territori, che svolgono quotidianamente un lavoro di assistenza ai più bisognosi al quale abbiamo voluto contribuire, e ai partner della grande distribuzione Conad e Multicedi che ci hanno affiancato. Il nostro auspicio – conclude Menale – è che altre imprese possano intraprendere simili iniziative, per contribuire concretamente a supportare il lavoro di associazioni, istituzioni assistenziali e religiose che si impegnano ogni giorno ad aiutare chi è rimasto indietro: mai come in questi casi vale il detto ‘l’unione fa la forza’”.

Bonaccorsi: "Buono vacanza è un’idea, ci lavoriamo"

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"Il 13% del Pil, 4 milioni e 200mila lavoratori nel settore, i primi in Europa. La perdita stimata per il 2019-20 è calcolata tra i 40/50 miliardi e c’è chi dice 60/70 miliardi, ma solo nel weekend di Pasqua è stato stimato che abbiamo perso 300 milioni. Se ci aggiungiamo i prossimi ponti...". Lo afferma la sottosegretaria dem al Turismo Lorenza Bonaccorsi in un’intervista al quotidiano ’Avvenire’.

"È chiaro che bisogna fare un passo alla volta, sempre coordinandosi con gli studi medico-scientifici del comitato di esperti. Il governo, le Regioni e gli enti locali hanno bisogno di indicazioni scientifiche ma contemporaneamente dobbiamo dare il tempo agli imprenditori di organizzarsi e avere un minimo di prospettiva. Senza voler mettere fretta a nessuno, ma dobbiamo tracciare un percorso. - continua Bonaccorsi - Le Regioni ci avevano inviato qualche giorno fa le loro richieste di provvedimenti economici. L’incontro con il ministro Boccia è stato importante perché c’è stato un confronto rispetto a una serie di provvedimenti che potrebbero essere messi in campo con il ’decreto aprile’".

Il buono vacanza "è una delle misure che ci viene chiesta dalle associazioni di categoria, ma anche dalla conferenza Stato-Regioni. Dobbiamo capire come attuarla, ci stiamo lavorando. È un bonus che potrà essere speso o detratto... dobbiamo capirlo. Si parla assolutamente di turismo ’domestico’, in Italia. - aggiunge Bonaccorsi - Ci è stato chiesto da molte imprese un credito di imposta sul mancato fatturato rispetto al prossimo anno. Poi c’è il tema dei lavoratori stagionali (a cui è stata allargata la Cig), ma ora dobbiamo ragionare sulla tutela di lavoratori che non verranno mai assunti. E pensiamo a una campagna di promozione turistica, sia interna, sia destinata al turismo dall’estero per essere pronti quando si ripartirà con l’apertura delle frontiere. Una delle richieste degli assessori regionali sono linee guida del comitato scientifico, che possa indicare un percorso verso la riapertura".

"L’indicazione del distanziamento sociale andrà rispettata. La Cina ha riaperto i luoghi culturali con il 30 per cento delle capacità: si tenderà a rarefare le presenze. - conclude Bonaccorsi - La Spagna ci sta già lavorando, e ha previsto un distanziamento tra ombrelloni, che da noi non sarà possibile in tutte le spiagge. Perciò serve un lavoro a stretto contatto col territorio, per costruire un modello nuovo".

Redazione

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