Finalmente liberi!

Sono riusciti a fuggire dopo 15 mesi di prigionia nelle mani di jihadisti del Mali

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È durato 15 mesi l’incubo di Luca Tacchetto e della sua fidanzata canadese, Edith Blais. L’annuncio, giunto da fonti qualificate, era stato battuto dall’Ansa nel pomeriggio di ieri. Entrambi in buone condizioni, sono riusciti a fuggire dai loro sequestratori a Kidal (Mali) dopo aver fermato un’auto che li ha portati alla più vicina base dei caschi blu della missione Minusma (Missione multidimensionale di stabilizzazione integrata delle Nazioni Unite in Mali). Camuffati da Tuareg, i due giovani "sono sicuramente riusciti a fuggire, sono stati prelevati da un veicolo civile che li ha portati al campo di Minusma", è quanto dichiarato dal capo missione ONU nel Mali, Mahamat Saleh Annadif.

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Luca Tacchetto, è un architetto padovano rapito in Burkina Faso con la compagna canadese nel dicembre di dieci anni fa. Luca ed Edith, erano partiti da Vigonza (Pd) nel novembre del 2018 con l’obiettivo di arrivare in Togo per collaborare come volontari insieme a una Organizzazione non governativa alla costruzione di in villaggio. Dopo aver attraversato in auto Francia, Spagna, Marocco, Mauritania e Mali, Il 15 dicembre, giorno prima della scomparsa, erano stati nella città di Bobo-Dioulasso ospiti del francese Robert Guilloteau, residente nel paese africano da dieci anni. Secondo una prima ricostruzione fatta all’epoca dei fatti dal Corriere della Sera, dopo essere ripartiti dalla casa di Guilloteau, si diressero prima alla moschea di Bobo-Dioulasso e poi alla capitale Ouagadougou, dove dovevano andare all’ufficio immigrazione per fare un visto valido per Togo e Benin; ma non si ebbero più notizie. Nel Gennaio 2019, una task force di investigatori canadesi, dopo essersi recati in Africa per le indagini, non trovò alcuna traccia della coppia di giovani. Dopo poco tempo, la Ong Human Rights Watch, dedussero, in base ad alcune indiscrezioni rivelatesi successivamente veritiere, che Tacchetto e Blais sarebbero stati rapiti in Mali da terroristi di matrice islamica.

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L’attività terroristica in Mali si concentra nella regione del Sahel, e nonostante il presidio di un contingente della forza francese dell’Operazione Barkhane, impegnato a contrastare i miliziani jihadisti, gli equilibri sociali sono molto instabili. “Nel Mali centrale si è assistito a un susseguirsi di fallimenti nella sicurezza, nella giustizia e nell’amministrazione che agevolano le violenze di massa e l’impunità. L’esercito maliano e la Minusma non sono riusciti a fornire un adeguato livello di sicurezza ai civili nella regione”, ha dichiarato Alioune Tine, esperto indipendente dell’Onu per la situazione dei diritti umani in Mali, in una dichiarazione fatta durante una sua recente visita nel Paese.

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La notizia della loro liberazione era stata data prima dal New York Times e poi confermata dalle autorità italiane. Non è ancora chiaro chi tra Isis e Al Qaeda ha avuto un ruolo determinante in questa vicenda, e bisognerà capire se sono stati rilasciati oppure se sono scappati. Soddisfazione, comunque, viene espressa in un messaggio su Facebook, dal ministro degli esteri Luigi Di Maio per la “buona notizia” in un “momento di difficoltà per il Paese”. E aggiunge, postando una foto di Tacchetto: “Grazie a tutti gli apparati dello Stato che hanno lavorato per riportarlo a casa. Continuiamo a dare il massimo ogni giorno. L’Italia va avanti, a testa alta”. I due ragazzi attualmente sono a Bamako, capitale del Mali, in attesa di essere rimpatriati.

(Foto dal web)

Nicòl De Giosa

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