Figli: carne delle proprie carni, amati, coccolati, nutriti e poi PUNITI!
E poi arriva devastante! La mente offuscata, annebbiata, distruttiva, si colpisce una ,due ,tre,più e più e più! In una società civile uccidere il proprio figlio è un atto di gravità devastante: inorriditi si ascolta il “racconto”della ferocia trasmesso dai media : immagini che scorrono, genitori distrutti, e fra loro i carnefici! Fillicidi commessi da genitori esemplari,premurosi, senza distinzione di categorie sociali, da nord a sud.
Efferati gesti compiuti molto spesso dalle madri! Figli: carne delle proprie carni, amati ,coccolati, nutriti e poi PUNITI! Tolti alla vita, la loro! Quali le spiegazioni! Tolti alla vita perché indesiderati, tolti alla vita per evitare loro sofferenze,tolti alla vita perché dopo che “lui” se ne è andato è finita la propria! Spirito materno spento scomparso, madre-donna travolta dalla sua infelicità, incapace di amore, incapace di amare quell’essere,quel figlio che non si riesce più a sopportare, pesante fardello di una vita compromessa per situazione familiare ed economica, per un rapporto coniugale conflittuale o inesistente!
Una vita che si vorrebbe diversa,con obiettivi che quel figlio ormai visto come un ostacolo, impedisce di realizzare! E nella solitudine creata da quella vita si apre il baratro della efferatezza, si compie quel gesto insano che poi si nega con lucidità. Si resta annichiliti, scossi, perché un fillicidio compiuto da una madre è la negazione del sentimento più nobile: la maternità, la dote dello spirito femminile.
E’rinnegare la amore assoluto,la dolcezza verso piccole e indifese creature,fragili ,bisognosi di cure e protezione. Dare una spiegazione razionale ad azioni così sconvolgenti è molto delicato e difficile,bisogna sempre partire da quello che si “vive”nella società,dei modi di relazionarsi con gli altri, dei contesti familiari ed esterni. E’ necessario rimettere al centro dell’esistenza la tenuta dei valori fondanti che sono alla base della società, affinché tutti i meccanismi aggressivi che potrebbero scaricarsi su i più indifesi vengano curati ed eliminati.
Ogni sforzo,a partire dai livelli istituzionali,legislativi fino a giungere alla collettività, deve essere teso alla crescita nel ruolo genitoriale, nel percorso tra madre-figlio per “eliminare ” i sentimenti ostili,le problematiche familiari che potrebbero essere causa di terribili atti di violenza,nell’obiettivo di raggiungere la consapevolezza che “buona” madre si può essere sempre e per sempre.
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