FOLZA LOMA!

UNA CITTA’ IN CINA CON DISCENDENTI DEGLI ANTICHI ROMANI?

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Esiste una città in cui alcune persone, che si dichiarano discendenti dagli antichi romani, si travestono da gladiatori e da soldati romani, per dare vita a spettacoli in strada. Non sarebbe una novità o un fatto molto importante, se questi spettacoli avvenissero a Roma, o in Italia, o anche in qualche nazione europea. Molto più particolare invece sapere che il tutto accade in Cina, nella città di Zhelaizhai, una volta contea di Li Quian o Li Chien. Inoltre, sempre in questa località, che ultimamente è divenuta una vera e propria meta turistica, si possono ammirare statue di antichi romani accanto ad un dignitario cinese, ed anche strutture architettoniche ad imitazione di quelle dell’antica Roma. Il fatto, che ha destato lo stupore di antropologi ed altri studiosi di varie discipline, è in realtà noto, a livello internazionale, fin dagli anni 50 del secolo scorso, quando uscì un testo “A roman city in ancient China”, di un professore di Oxford, docente in storia cinese, Homer Dubs. Partendo dagli scritti di Plutarco e di altri autori, anche cinesi, lo studioso inglese ipotizzò che, alcuni soldati romani, potessero aver preso parte ad uno scontro armato, sul fiume Han, avvenuto nel 35 a.C…infatti, in alcune cronache dell’epoca, si racconta di una formazione a scaglie di pesce attuata da parte di alcuni soldati, elemento che avrebbe rimandato direttamente alla famosa testudo romana, la testuggine di scudi.

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Da quelle cronache, poi, Dubs si concentrò sulle analisi dei resoconti storici relativi alla sconfitta dell’esercito di Marco Licinio Crasso, colui che con Cesare e Pompeo Magno formò il primo triumvirato di Roma, e che, nella sua qualità di proconsole in Siria, si trovò a dover combattere contro i Parti. Fu proprio in occasione della battaglia di Carre (odierna Harran, in Turchia) che Crasso trovò la morte, e 42.000 legionari furono sconfitti. Di questi, secondo Plutarco, 5.000 furono fatti prigionieri, e come era usanza dell’epoca, inviati a combattere per conto dei vincitori in altre provincie, fino ad inoltrarsi in territorio cinese. Dopodiché la leggenda si confuse con la storia, e di questi antichi romani, che avrebbero contribuito a fondare e difendere la città di Liqian si cominciarono a tramandare le gesta. Ovviamente esistono molti detrattori di questa teoria della discendenza romana, e c’è chi fa notare l’esistenza di Li Qian già da prima dell’arrivo dei romani.

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Altri studiosi hanno confutato la teoria delle scaglie di pesce in relazione alla testudo romana, ed altri ancora, analizzando i caratteri somatici degli abitanti della cittadina, pur riconoscendo che carnagione, occhi e colore dei capelli sono assolutamente difformi dal resto della popolazione, mettono in relazione le differenze con la cosiddetta Via della Seta. Infatti la regione è attraversata dal percorso utilizzato nell’antichità dai mercanti occidentali, compreso Marco Polo, quindi è ipotizzabile che nel corso dei secoli si siano verificati episodi di natalità tra persone di diverse culture, non necessariamente romani. Il dato interessante è che, comunque, nonostante gli scetticismi, siano state approntate campagne di scavo, che hanno già portato a rinvenimenti di insediamenti molto antichi, con sistemi di palizzate che sembrano poco attinenti alla cultura cinese. Sono stati previsti anche test genetici, ma la complicazione, anche in questo caso, è data dalla percorrenza di carovane occidentali, pertanto anche in caso di riscontri circa elementi non orientali, non si avrebbe la certezza di romanità. Quel che è certo è che gli abitanti di questa città credono fortemente a questa possibilità, e Roma è nei loro sogni. Molti di loro vorrebbero visitare la città eterna, e sono in parecchi a postare le proprie foto per far notare le differenze con i connazionali. Forse non si saprà mai con certezza cosa avvenne nel passato, e se davvero è esistito un Massimo Decimo Melidio, ma ciò che importa è che Roma continua a stimolare la fantasia di molte persone, non più caput mundi ma senza dubbio oggetto del desiderio ancora vivo. Sarebbe bello se questa immagine della Capitale d’Italia appartenesse anche ai romani, a chi la amministra ed a chi ci vive, magari rinunciando a qualche paninoteca, qualche pub, qualche insegna al neon, in cambio di quella magia che una volta faceva battere il cuore.

Paolo Varese

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