FEDERALBERGHI, CAIZZI:"TAMPONI GRATIS PER TUTTI “

Il green pass causerà disdette di prenotazioni in hotel

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“Il Green Pass era stato ideato per aprire quelle attività finora chiuse, ma non aveva la finalità di chiudere quelle che sono aperte. La certificazione verde obbligatoria ad agosto, darebbe la stoccata finale al settore alberghiero in difficoltà”.

cms_22623/caizzi_vicepres_naz.jpgA dirlo, Francesco Caizzi, vicepresidente nazionale della Federalberghi. Con il nuovo DPCM, che entrerà in vigore dal 6 agosto, il Green Pass verrà utilizzato per applicare ulteriori restrizioni non vantaggiose per chi vive di turismo.

“Il nostro settore è al collasso – spiega Caizzi – e oggi stiamo vivendo un paradosso. Ad agosto, nel pieno della stagione turistica, arriva un fulmine a ciel sereno: la gente, condizionata dalla presentazione della certificazione verde, non sceglierà più gli alberghi, e opterà per le case vacanza in cui la tracciabilità non è garantita”.

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Il Presidente del Consiglio Draghi, ha detto che l’economia italiana sta andando bene, ha ripreso quota. Tuttavia, Lei dice che il settore alberghiero è al collasso.

Siamo al collasso da ben 18 mesi, eppure abbiamo resistito, redigendo un protocollo, condiviso anche da Confesercenti e Confindustria. Questo protocollo sanitario ha fruttato buoni risultati in tutte le strutture alberghiere italiane, tant’è che in esse non si sono mai verificati grandi ‘cluster’ L’idea del Green Pass esteso a tutti i luoghi al chiuso, pone la seguente problematica: come applicarlo negli alberghi? Faccio un esempio: una famiglia con figli minori, ha già prenotato 7 notti inclusa colazione, per agosto in un albergo dotato di bar e ristorante al chiuso. Che succederà? Gli adulti già vaccinati e i figli non vaccinati, pernotteranno in una stanza. La mattina seguente dovranno fare colazione. Ma in una sala al chiuso, a rischio assembramento, sarà obbligatorio esibire il Green Pass. L’albergatore dovrà chiedere la certificazione all’ingresso della sala colazioni? E se la famiglia non è dotata di tutta la certificazione, pur avendo pagato la colazione, non avrà accesso alla sala? L’albergatore vieterà al cliente di fare colazione (regolarmente pagata) se non possiede il Green Pass? Nessun albergatore potrà obbligare il cliente a farsi il vaccino, e né tantomeno lo stesso albergatore potrà dotarsi, usando mezzi economici propri, di tamponi da effettuare ogni 3 giorni. Come ben si arguisce, è una questione alquanto complessa.

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Se i turisti che prenotano in un albergo, giunti alla reception non hanno il Green Pass, l’hotel è obbligato, in assenza della certificazione, a cancellare la loro vacanza?

Stiamo parlando di qualcosa che non è stato ancora pubblicato. Bisognerà attendere il momento in cui verrà applicato. E’ ovvio che ci saranno molteplici interpretazioni. Ed è chiaro che il DPCM è correlato alle vacanze, ma dobbiamo ricordare che molta gente si sposta anche per lavoro. A tal proposito, faccio una precisazione: lo sa che gli albergatori non possono richiedere ai propri dipendenti il Green Pass? Perché il Garante della privacy lo ha vietato. Quindi, immagini che in una struttura alberghiera, le risorse umane che ci lavorano, possono essere anche non vaccinate, ma contemporaneamente, si vigilerà obbligatoriamente sui clienti se sono in possesso della certificazione verde. Ed ecco qui, che chi fa rispettare da sempre le leggi, verrà penalizzato, mentre il mondo abusivo, non farà tutti i controlli richiesti.

Quindi Lei cosa propone?

Tamponi gratis per tutti. L’idea è di renderli fruibili gratuitamente, come per il vaccino. Solo così si può ovviare ad un crollo dell’economia turistica alberghiera. Non si esclude infatti, che con l’obbligo del Green Pass esteso dal 6 agosto, si verifichino numerose disdette. E i nostri clienti opteranno per una casa vacanza, in cui, per esempio, al contratto registrato, risultano locatari solo 2 persone, ma in realtà poi soggiorneranno in 7. E i controlli anti- Covid verranno fatti solo ai locatari legittimi.

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E’ innegabile che la funzione degli alberghi ha da sempre, agevolato la tracciabilità delle persone.

Esattamente, ed è il concetto in base al quale, anche in zona rossa, gli alberghi e i ristoranti connessi, erano operativi. La tracciabilità è una prerogativa degli alberghi, a prescindere da una pandemia, poiché il cliente quando entra in una struttura alberghiera, è tracciabile dal primo secondo della sua permanenza. La tracciabilità è da sempre nella ‘mission’ di una struttura alberghiera. Ha una duplice importanza: sia per la sicurezza pubblica (in caso di reati penali) ma anche per la sicurezza dell’albergatore stesso. E in caso di una pandemia, assolve alla triplice funzione di garantire una sicurezza dal punto di vista sanitario.

Nel suo settore, chi ha sofferto di più in questo periodo?

E’ bene distinguere ciò che è stagionale, da ciò che stagionale non è. Per esempio, gli albergatori in montagna non vedono clienti da quasi 18 mesi. Anche le città d’arte sono state messe in ginocchio dalla pandemia. Venezia per esempio ha avuto un doppio stop, prima con l’alluvione e poi con il Covid. Chi si è salvato? O meglio, chi è stato meno peggio? L’albergatore stagionale mare, che ha potuto aprire l’anno scorso ed è riuscito ad aprire in questi ultimi mesi. Peraltro, ricordiamo che l’anno scorso ad agosto, in gran parte delle regioni italiane, i contagi erano pressoché pari a zero.

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Il Decreto Ristori quanto ha ristorato il settore alberghiero?

Occorreva lavorare su due fronti. Il primo: favorire le ristrutturazioni degli edifici, ed in secondo luogo, attivare un sistema di credito fondiario basato sulla doppia garanzia ossia quella dell’imprenditore (ipotecando la struttura) ma anche quella dello Stato. Bisogna, tuttavia, tener ben presente che il turismo alberghiero è volano della nostra economia. Inoltre, è un’industria verde, è un’industria che da’ lavoro a giovani ma anche a molte donne: esplica dunque un ruolo strategico per incrementare occupazione nel nostro Paese. Al momento, il Governo sta lavorando sul credito d’imposta per la ristrutturazione, ma occorre puntare anche sulle forme di finanziamento.

Come mai gli alberghi non sono più stati inclusi nel Superbonus ristrutturazione al 110%?

Non c’erano i soldi necessari per supportare tale agevolazione, poiché sono state fatte scelte in base alle risorse non illimitate. Tuttavia, fonti ministeriali ci hanno assicurato che rientreremo nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). A tal proposito, la mia richiesta è di utilizzare, tramite il Mediocredito Centrale, la doppia garanzia e le ‘duration’. E attraverso un uso combinato del credito di imposta, si potrà realizzare, la modalità migliore per ristrutturare una impresa.

Myriam Di Gemma

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