Erdogan. Gioco forza con l’Europa o solo con la cancelliera Merkel?

La richiesta di Erdogan di far entrare cittadini turchi in Europa senza visto d’ingresso.

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Se la politica fosse un gioco, come quello di bambini che si fanno dispetti l’un l’altro, meriterebbe di essere rimproverata con le stesse ingenue frasi che questi pronunciano a un eventuale incauto compagno che non ha ascoltato le loro raccomandazioni nell’eseguire correttamente il gioco e si è fatto del male: “ben ti sta. Te l’avevo detto io che potevi farti male…!”

Questo è il rimprovero che l’Europa si meriterebbe per non aver mai veramente avuto il coraggio di difendere a viso aperto, i suoi principi, i suoi valori, la sua libertà e soprattutto le sue fondamentali radici cristiane. L’Europa quindi si è piegata a tal punto da essere ricattata da un dittatore che è cresciuto all’ombra della Nato protetto da eventuali attacchi e minacce di guerra.

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La raccomandazione è stata ignorata e la Merkel ora dovrà decidere se annuire o se, in accordo con Juncker e alleati, pronunciare un compromettente “no” alle richieste di Erdogan di far entrare i cittadini turchi in Europa, senza alcun visto; cosa che per quest’ultimo equivarrebbe a dire: “non mi avete concesso l’ingresso in Europa ma io entro lo stesso tramite i miei cittadini che non devono esibire alcun permesso e possono farlo come e quando vogliono”.

Ma perché Erdogan pone ottobre come limite? Perché astutamente pensa di risolvere la questione prima delle nuove elezioni presidenziali Usa dove la battaglia tra Clinton e Trump si sta rivelando sempre più ardua e incerta, non solo per la politica interna, ma anche per quella estera in quanto le ormai scontate collaborazioni dell’occidente con il mondo islamico in rivolta potrebbero subire variazioni a seguito di un eventuale sorprendente risultato elettorale. Dunque la responsabilità di dire si o no prima delle elezioni USA è davvero pesante. Piegarsi a Erdogan e dire si all’ingresso senza visto significherebbe dare accesso facile anche al terrore qualora con l’avvento di un leader anti islamico, come lo è dichiaratamente Trump, anche la Nato rompesse con la Turchia come già Kerry aveva minacciato se Erdogan proseguisse con la sua repressione e antidemocraticità. Dire no è altrettanto pericoloso perché aprirebbe le porte a un “vento caldo e soffocante” che tradotto praticamente equivale a ulteriori massicce immigrazioni; immigrazioni. L’Europa ha giocato male le sue carte e al momento queste non sono certo vincenti. E’ in gioco la credibilità e la libertà di un Continente che fino a oggi ha seguito la linea della pacifica convivenza, superando se stessa nell’accoglienza indiscriminata e senza condizioni, al punto che la proliferazione del terrore si è manifestata proprio grazie alla disattenzione nella verifica dell’identità di ciascun immigrato. Cosa d’altra parte impossibile quando i flussi sono continui e non danno tregua neanche agli operatori cui spetta la gestione del fenomeno.

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La situazione mediorientale è un inferno senza fine, dove l’Islam nelle sue frammentate verità, depone a favore di una guerra che i più fanatici chiameranno ancora “Guerra santa” o Jihad, il cui termine, da valore puramente simbolico in quanto indicava la lotta interna per superare i conflitti della propria anima, diventa una vera e propria guerra fisica contro il mal costume dell’occidente o, come diceva il famoso leader iraniano Komeini, contro il Diavolo ( Usa). Oggi la Merkel, donna coraggiosa ed equilibrata per non aver mai profferito parole di condanna né contro l’Islam né contro Erdogan, preferendo una linea dolce nelle sue trattative per il contenimento dell’immigrazione, si trova di fronte a una decisione che comunque venga presa, in senso positivo o negativo, farà soffiare venti di guerra perché è ormai noto che l’islam si è barricato dentro posizioni inconciliabili con il mondo moderno che sta cambiando al punto che presto vedremo le guerre condursi anche nello spazio. Non si può rimanere fermi a certe errate interpretazioni religiose, sia che si tratti di Maometto che di altri maestri. L’evoluzione deve farci comprendere che i messaggi dei maestri vanno letti alla luce della nuova scienza perché solo con questa riscopriremo la validità e l’attualità di messaggi eterni ‘ossigenati’ dalla eliminazione di barbare e anacronistiche consuetudini di morte, violenza e persecuzioni.

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Papa Francesco continua a dire che non si tratta di una guerra di religione. La religione c’entra poco solo per quelli che hanno compreso quanto deleterie siano state queste nel corso dei secoli con le loro interpretazioni. Oggi Dio non può più competere con l’ignoranza cieca di popoli rimasti nella loro infelice condizione di staticità mentale e rifiutano ostinatamente di riconoscerLo nelle infinite manifestazioni di saggezza umana, di evoluzione scientifica e nella costante illuminazione mentale di uomini a cui in tempi e luoghi diversi sono state rivelate verità che aiutano a comprendere non solo la legge morale che muta di epoca in epoca, ma anche le leggi di questo Universo che altro non è che Dio stesso. L’Islam deve comprendere che Dio si rivela continuamente e non ha parlato solo alla coscienza di Maometto, definito “ultimo profeta” dopo del quale vi è stato il silenzio, ma con la sua Mente divina ed eccelsa Dio ispira l’uomo alla ricerca di scoprire chi Egli sia, dove si trovi e come raggiungerlo.

Ora, un paese come la Turchia che per la sua democrazia e laicità doveva divenire un faro illuminante per la gran parte dei paesi islamici del Medio Oriente, non è stato in grado di superare i suoi confini mentali e per la prepotenza del suo leader Erdogan, ha ridisegnato quei confini entro i quali deve fare i conti con un Islam primitivo, bloccando così a milioni di coscienze quella evoluzione naturale che solo con la libertà e nella libertà può realizzarsi.

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Ci vorrebbe un nuovo Ataturk affinché non solo l’Islam capisca che Dio è evoluzione di coscienza, è intelligenza pura che parla alle nostre anime per metterci in guardia da una possibile guerra atomica che quasi certamente si scatenerà con un altro pretesto come sono state scatenate la quasi totalità delle guerre di questi ultimi decenni. Vogliamo dire basta alle guerre e alla distruzione? Certo che si, ma il mondo segue il suo corso e quando un demone distruttore cerca di ripristinare leggi barbare che Dio sicuramente nella sua infinita intelligenza non ha mai dettato ad alcun uomo, allora, l’angelo buono che vigila sul tempo e sul mondo, si porrà come arbitro silenzioso e deciderà ancora una volta le sue sorti. Ora alla Merkel e al presidente Juncker l’ultima parola.

Elena Quidello

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