Emergenza profughi siriani

La subdola strategia di Erdogan

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Infinita e sfiancante la guerra in Siria. Milioni i profughi in cerca di riparo e protezione. Esattamente quattro anni fa, nel marzo 2016, nel disperato tentativo di arginare le orde di profughi provenienti dalla Siria, l’Unione Europea e la Turchia siglarono un patto secondo il quale, sulla base di un pagamento pari a 6 miliardi di euro, la Turchia si sarebbe impegnata a contenere la migrazione siriana, militarizzando i propri confini in uscita. Per l’occasione, dunque, furono preparati e organizzati alcuni appositi campi per i milioni di profughi rimasti intrappolati in Turchia. Da quel momento l’inizio di un vero e proprio inferno. Atroci le condizioni di vita di tutti i rifugiati, depauperati persino della loro dignità.

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Lo scorso weekend, però, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha stravolto tutte le carte in tavola, annunciando a sorpresa l’apertura dei confini turchi a milioni di profughi siriani. Si tratta di una decisione che il Presidente turco minacciava di adottare da molto tempo, ricattando costantemente l’Unione Europea, accusata di totale mancanza di tempra e iniziativa, pronta solo e soltanto a sborsare milioni.

Perché, dunque, agire proprio adesso? Ebbene, qualche giorno fa, la Turchia ha scelto di intraprendere un’offensiva militare ai danni della città di Idlib, città della Siria nord-occidentale, a seguito della morte di 33 militari turchi, in missione in Siria, uccisi a causa di un bombardamento per mano dell’aviazione siriana. La notizia, accolta con estrema rabbia e risentimento, ha spinto Erdogan a muovere le sue pedine, scagliandosi con forza contro il governo di Damasco, il quale però è saldamente sostenuto dalla Russia di Putin.

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Non trovando un altrettanto spontaneo e naturale appoggio da parte dell’Unione Europea, Erdogan ha deciso di usare il pugno di ferro, aprendo le frontiere turche e adottando così una subdola e precisa strategia: l’Unione Europea, alle strette e con le spalle al muro, sarà costretta suo malgrado a intervenire nella questione.

Tre i possibili scenari: l’UE continua a fornire denaro alla Turchia in cambio di una nuova chiusura dei confini, finanziando automaticamente la guerra in Siria, nonché la distruzione di Idlib; l’UE decide di non intervenire affatto, scatenando una potenziale e non indifferente crisi politica; l’UE prende la situazione in mano, smette di giocare con la Turchia, cercando un’effettiva soluzione al problema profughi, tentando di porre anche fine alla devastante crisi bellica siriana.

Elena Indraccolo

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