ESPLODE IL COVID IN CINA E NEL MONDO TORNA LA PAURA

Cinquemila morti e oltre un milioni di contagi al giorno nel paese che aveva da poco allentato le dure restrizioni

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Inaspettata e, per certi versi, inspiegabile recrudescenza dell’epidemia di Covid in Cina: il governo aveva in effetti allentato la morsa di quella politica ribattezzata “zero Covid”, specie a seguito delle dure proteste popolari di persone esasperate per l’eccessivo rigore delle norme di contenimento. La Cina, attualmente, con 250 milioni di casi registrati nei primi 20 giorni di dicembre e una previsione, fatta da esperti, che calcolano in almeno un milione il numero di possibili morti, è il paese con la curva di infezioni più alta al mondo. Davvero una doccia fredda per il paese asiatico, che aveva persino abolito, a partire dal prossimo 8 gennaio, la quarantena per i visitatori provenienti dall’estero, sostituita con un test negativo da effettuarsi 48 ore prima dell’arrivo. La Commissione Sanitaria Nazionale aveva inoltre annunciato di non pubblicare più, giornalmente, i dati sui contagi e sui decessi. È però la mancanza di stime numeriche e di dati affidabili che getta nel panico ancor più il presidente Xi Jinping, specie per l’altissimo numero di tamponi fai-da-te utilizzati, per i quali non vi è alcuna tracciabilità.

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Alcuni Paesi, tra cui l’Italia, prendono precauzioni agli arrivi aeroportuali di viaggiatori provenienti da Pechino: a Malpensa vi è ormai l’obbligo di tampone molecolare, proprio come a Tokyo. La misura italiana mira in particolare a isolare l’eventuale variante in questione, i cui esiti di sequenziamento giungeranno nei prossimi giorni.

La situazione in Cina è critica: scarsità di farmaci nelle farmacie e ospedali sotto pressione per il gran numero di malati accorsi, i cui corpi non riescono neppure ad essere smaltiti vista l’incontinenza dei forni crematori. La situazione è critica anche in previsione del prossimo 21 gennaio, data del capodanno cinese, che mette ogni anno in movimento milioni di persone che si spostano per turismo o per lavoro.

Hong Kong aveva da poco deciso di riaprire i confini, di fatto chiusi dal 2020, ma sicuramente questa situazione complica le cose e non è dato sapere se la misura verrà mantenuta. Resta un approccio certamente ottimistico, con eliminazione del test obbligatorio per chi arriva in città e del sistema di pass per vaccinati, ma resterà l’obbligo delle mascherine nei luoghi pubblici.

Xi Jinping ha esortato i propri funzionari a tenere duro e a “proteggere efficacemente la vita delle persone. Di fronte alla nuova situazione occorre lanciare una campagna sanitaria più mirata e una linea di difesa comunitaria”, ha riferito.

Lunghissime le code dinanzi ai pronto soccorso ospedalieri, con malati quasi tutti anziani e con patologie pregresse, specie non vaccinati, tutti necessitanti di respiratori e di bombole di ossigeno. Purtroppo, ha riferito Liang Wannian, noto epidemiologo locale ex capo di un team di esperti in materia di Covid, la priorità deve attualmente passare “dalla prevenzione e controllo dell’infezione al trattamento, con l’obiettivo di garantire la salute, prevenire le malattie gravi e consentire una transizione stabile e ordinata mentre adeguiamo la risposta al Covid”.

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Come è stato dimostrato, il numero di contagi di un paese condiziona il resto del mondo, e se la situazione in Cina resta così drammatica potrebbe registrarsi un nuovo disastro globale. Mentre gli Stati Uniti stanno valutando se prendere precauzioni in linea con altri singoli paesi nel mondo, l’Unione Europea al momento non ha preso ufficialmente alcuna misura. “Quello che rischiamo oggi è molto peggio di quanto accadde con Wuhan”, ha detto il noto Matteo Bassetti, che è in possesso di dati oltremodo allarmanti: “Email criptate che arrivano da fonti cinesi riportano numeri da far paura, come 325 milioni di cinesi contagiati in 20 giorni, circa 10.000 morti al giorno e almeno 29 varianti di Omicron, alcune delle quali rientrano in quelle che evadono il vaccino in tutto”.

Enrico Picciolo

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