Dal whisky un nuovo carburante per le auto

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Mentre oggi si sente parlare sempre di più auto elettriche, in Scozia si sono fatti grandi passi in avanti per ridurre l’impatto dei carburanti sull’ambiente.

E sarebbe proprio il whisky, la bevanda scozzese per eccellenza, a fornire la soluzione all’inquinamento e alla sostituzione del petrolio che è sempre più vicino a scomparire.

Una ricerca fatta all’università di Edimburgo ha permesso di scoprire come si possono utilizzare gli scarti del whisky come carburante nelle auto.

Infatti, i ricercatori sono riusciti a creare un nuovo bio-carburante, chiamato biobutanolo, che nasce dalle sostanze che vengono immerse nelle vasche per permettere l’invecchiamento del whisky e dagli scarti della fermentazione del grano. Questa scoperta potrebbe avere un grande impatto ecologico nella riduzione delle emissioni di gas nell’atmosfera.

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Il governo ha iniziato a investire in questo carburante a impatto zero: si prevede che già entro il 2019 possa essere utilizzata la prima pompa di biofuel nella cittadina di Grangemouth, a quasi 50 chilometri dalla capitale scozzese.

Martin Tangney, presidente della Celtic Renewables, l’azienda che ha testato il biobutanolo negli impianti delle auto, ha dichiarato espressamente di voler continuare su questa strada per i benefici economici e ambientali che potrebbe apportare in Scozia e nel mondo. Queste sono le parole che ha rilasciato alla BBC: “Per la prima volta nella storia, un’auto ha viaggiato senza problemi con un biofuel realizzato con gli scarti della produzione del whisky. E non poteva che accadere in Scozia, patria dello scotch e, allo stesso, potenza mondiale nel campo delle energie rinnovabili”.

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Inoltre, il biobutanolo ha un rendimento maggiore rispetto all’etanolo e per utilizzarlo non bisogna cambiare gli impianti delle automobili, perché è perfettamente utilizzabile con i motori a benzina e diesel allo stesso modo.

In termini economici il biobutanolo porterebbe grandi introiti alla Scozia, basandosi anche su tutti i residui lasciati nelle distillerie di scotch. Infatti, si parla di quasi 2 miliardi di litri di residui, che prima venivano semplicemente gettati.

Francesco Ambrosio

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