DROGA E ABUSI
LA RICERCA DI PARADISI ARTIFICIALI
Le ricerche degli inquirenti circa il crimine consumato a Roma a scapito della giovane Desirée Mariottini, avvenuto alcuni giorni addietro, hanno portato in queste ultime ore all’arresto dello spacciatore Marco Mancini. Il pusher è un romano di 36 anni, che risulta essere colui che ha fornito il mix di farmaci e stupefacenti letale per sedare la ragazza, ripetutamente stuprata ed uccisa dal branco. Consegnato alla questura di Roma e interrogato, l’uomo è accusato di aver congetturato il crimine attraverso la cessione illecita delle sostanze stupefacenti con l’aggravante di averne vendute anche ad altre persone che frequentano il palazzo di via dei Lucani, dove è stata trovata morta Desirée. Alla gravità di quanto già appreso da questa triste vicenda, si aggiunge (in attesa dei risultati del Dna) che un quinto uomo, un marocchino facente parte del branco, abbia approfittato della ragazza violentandola quando era già morta - secondo quanto appreso da successive testimonianze al vaglio degli inquirenti -.
Per quanto riguarda il consumo di droga, si stima che l’Italia nell’anno 2017 abbia fatto uso di sostanze illegali alla stregua dell’Olanda, seguita dalla Repubblica Ceca e dalla Francia. La cannabis ci vede primeggiare nel suo uso, preferita al quarto posto alla cocaina, all’ecstasy e alle anfetamine. Un uso abnorme in ogni parte del mondo è fatto della cannabis, secondo un recente rapporto dell’EMCDDA (Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze). L’eroina resta l’indiscussa responsabile della morte di tante vite umane, specie quando viene tagliata male.
La droga miete il maggior numero di vittime per lo più fra gli uomini, non risparmiando i giovanissimi, tutti proiettati alla ricerca spasmodica di angoli di pace, ritrovandosi spesso in un paradiso artificiale dove è facile che si metta a repentaglio la vita. Tra i decessi dei giovani causati da sostanze, emerge il dato relativo all’assunzione di mix esplosivi di droghe sintetiche come l’MDMA (principio attivo dell’ecstasy).
Arrivate in Italia negli anni Settanta, quando costituivano l’emblema delle trasformazioni sociali in atto, le sostanze stupefacenti sono entrate con prepotenza in tante case, minando l’equilibrio di famiglie più o meno agiate, senza distinzioni di sorta. Nel corso dei decenni, i riflettori si sono poi spostati su altri fenomeni drammatici, quali femminicidi e tragedie familiari, divenuti ormai leitmotiv della cronaca dei nostri tempi, laddove è possibile essere spettatori passivi di gialli restando seduti semplicemente davanti allo schermo televisivo.
Casi come quello di Desirée sembrano farci tornare indietro a quasi cinquant’anni fa, cogliendoci spiazzati adesso come allora: le famiglie si ritrovano tutt’ora impreparate dinanzi a un figlio affetto da tossicodipendenza, nella stessa misura in cui è difficile accettare un lutto causato dall’abuso di stupefacenti. Non resta che affidarci al potere dell’informazione e della sensibilizzazione in merito a temi tanto delicati, volte ad evitare altre inaccettabili e tragiche morti.
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