DOPO LA JEANSERIE, LE BOUTIQUES...I QUOTIDIANI ON LINE.
UNA NUOVA MODA-MANIA

Comodamente sprofondato nel mio vecchio salotto di redazione mi passa per la mente una curiosa considerazione. Negli anni settanta scoppiò la moda dei negozi che vendevano jeans e questi showroom si moltiplicarono a vista d’occhio. Una vera moda. Negli anni ottanta, invece assistemmo al boom delle boutique. Molte signore bene, stanche della routine quotidiana si inventarono commercianti di abiti femminili. I loro mariti, vedendole stanche, distratte e insoddisfatte, pur di vederle felici, chiedevano loro cosa volessero o sapessero fare di preciso. La risposta era sempre la stessa:...non ho mai lavorato, non so far nulla e mi piacerebbe tanto aprire una boutique. E fu così che le strade cittadine, centrali e periferiche, assistettero ad un proliferare di “signore” che aprivano la propria boutique. Solamente le più abbienti riuscirono ad accaparrarsi grosse firme della moda e con l’ausilio di giovani commesse, avvenenti e piene di buona volontà, portarono una ventata di novità. Le altre, invece, anticiparono l’avvento dei negozi cinesi nel settore abbigliamento femminile.
Il terzo millennio invece ha regalato illusioni a giovani intraprendenti convinti che il giornalismo potesse offrire loro un futuro. Internet, poi, ha visto nascere in rete una serie infinita di quotidiani on line. Il sogno di tante giovani collaboratrici e collaboratori pronti a tutto pur di entrare in possesso del benedetto tesserino d’iscrizione all’ordine del giornalisti. Promessa, quest’ultima, regolarmente disattesa. A questo proposito, mi piacerebbe parlare degli editori...questi sconosciuti.Chi sono? Cosa fanno? Da dove provengono? Alcuni bravi, seri e preparati, altri invece totalmente inventati.
Questi ultimi non sono altro che dei coacervi di smanettoni e praticoni del computer che non soltanto non sanno scrivere, ma, cosa peggiore, non sanno nemmeno leggere. Affidano la direzione della testata ad un pubblicista prestanome e giocando sulla buona fede dei “futuri giornalisti” impaginano il loro giornale in maniera caotica e colorata, non intuendo che il lettore ha bisogno di facilità nella scelta “dell’eventuale” articolo da leggere.
Questi editori, o pseudo tali, mi ricordano vagamente i bambini ai quali hai regalato una scatola di colori. Cosa farne di tutte queste matite, si chiedono. Da soli o in compagnia del loro papà (leggi editori) cominciamo a colorare adoperando tutti i pastelli, pur di usarli, senza rendersi conto che il sole non potrebbe mai assumere il color azzurro e ne tampoco la luna verde pistacchio. Incasinano la prima pagina di banner sconnessi tra di loro, e, senza alcuna logica miscelano cronaca, attualità e sport in un caleidoscopio di colori che sicuramente distraggono i potenziali lettori disattendendo i principi della fidelizzazione. Se fossi della Polizia Postale li denuncerei per usurpazione di titoli ed onori: art.498 del codice penale ed abuso della credulità popolare: art.661 sempre del c.p. Purtroppo non esistendo un albo o un esame che attesti l’idoneità per poter fare l’editore, “chiunque” da un giorno all’altro può arrogarsi un titolo del quale non conosce nemmeno il significato. Stessa storia accade anche per i nuovi registi delle antenne locali, chiamate appunto “private”....di tutto!
A questo proposito vi racconto uno storico aneddoto accaduto, alcuni anni fa, durante le registrazioni RAI di una commedia scritta ed interpretata dal grande Eduardo De Filippo. Lo stesso, curava personalmente la regia teatrale mentre le riprese televisive erano state affidate ad uno sconosciuto regista. Il “maestro”, insoddisfatto per i piazzati luce e per l’uso improprio delle telecamere di ripresa, in maniera molto educata, ebbe a lamentarsi con il suo segretario. Gli venne risposto che il tale “regista televisivo” aveva scritto e venduto un manuale dal titolo : “ le tecniche di ripresa in tv”. Il grande Eduardo in maniera “piccata” rispose in dialetto napoletano: “...è o vero?...allora... visto che questo regista è tanto bravo da aver scritto un testo su come si fanno le riprese in televisione...perchè, dopo che l’ha scritto, ... non se lo è nemmeno letto?...Almeno s’emparava quacche cosa...” Grande Eduardo. La saggezza non conosce confini. Meditate!
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