DIGITALIZZAZIONE, FILE SHARING E DIRITTO D’AUTORE

Quali le attuali frontiere

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cms_22808/1v.jpgL’evoluzione dell’ informazione verso sempre più vasti orizzonti digitali, tanto auspicata in Paesi come l’Italia, in cui la condizione di arretratezza rispetto agli altri Stati economicamente avanzati è ancora notevole, produce mutamenti significativi nella società nell’ambito delle espressioni artistiche frutto della creatività e dell’ingegno e, nel contempo, problemi di esposizione a tentativi fraudolenti di violazione dei diritti d’autore. Le opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono all’ampio contesto culturale va dalla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro ed alla cinematografia. Può trattarsi singole opere o di raccolte delle stesse in banche di dati.

Gli scrittori e, in generale gli autori di testi, sono tra i maggiori esposti all’inquietante fenomeno del file sharing, locuzione inglese (in italiano condivisione di file) con cui si individua uno dei maggiori rischi per il diritto d’autore connesso all’evoluzione delle tecnologie digitali: l’appropriazione delle proprie opere senza commettere un furto.

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La digitalizzazione delle opere, ossia la loro trasformazione in bit, genera la possibilità di scorporazione del contenuto dell’opera dal suo supporto fisico. Se in passato era possibile analizzare i supporti ove le opere erano contenute per verificare se si trattava di una copia o dell’originale oggi il processo di digitalizzazione fa sì che ciò non sia più possibile. Infatti, le copie, essendo rappresentate da un identico insieme di bit, sono assolutamente uguali all’originale.

Con la diffusione del sistema peer to peer, ossia con la trasmissione del “contenuto da uno a molti” è possibile scambiare file digitali tra computer di utenti (client/client) connessi alle rete Internet senza l’intermediazione di un server centrale (quest’ultimo può fungere solamente da autenticatore iniziale dell’utente che si collega al sistema).

La funzione principale del peer to peer è consentire lo scambio di ogni tipo di file (film, fotografie, musica, video, libri, software) tra computer di utenti connessi contemporaneamente alla rete e situati in tutto il mondo.

Accade, dunque, che attraverso il file sharing non si configura una violazione del diritto d’autore perché nulla viene sottratto fraudolentemente all’autore in quanto l’opera viene ad inserirsi in un circuito di scambio, una sorta di comunione digitale in cui si potrebbe addirittura (in una visione edulcorata) riconoscere una forma di avveniristico contributo alla divulgazione della notorietà dell’autore.

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E il legislatore? Data la portata del fenomeno è legittimo chiedersi cosa abbia fatto o intenda fare.

Il legislatore prevede due diverse tipologie di diritti. La legge sul diritto d’autore (legge 22/04/1941 n° 633 modificata dalla L. 3 maggio 2019, n. 37) tutela i diritti di utilizzazione economica dell’opera e i diritti morali dell’autore.

Diritti di utilizzazione economica

cms_22808/4.jpgL’art. 12 della legge sul diritto d’autore prevede che l’autore abbia il diritto esclusivo di pubblicare l’opera nonché il diritto esclusivo di utilizzare economicamente la stessa in ogni forma e modo, originale o derivato, e che, in particolare, abbia la possibilità di avvalersi dei seguenti diritti:

- diritto di riproduzione dell’opera

- diritto di trascrizione dell’opera se orale

- diritto di esecuzione, rappresentazione o recitazione in pubblico

- diritto di comunicazione al pubblico

- diritto di distribuzione

- diritto di elaborazione, di traduzione e di pubblicazione delle opere in raccolta

- diritto di noleggio e di dare in prestito

- diritto di modificazione I diritti di utilizzazione economica dell’opera durano, così come statuito dall’art.25, per tutta la vita dell’autore e sino al termine del settantesimo anno solare dopo la sua morte.

Diritti morali:

cms_22808/5.jpg L’ art. 20 della legge sul diritto d’autore statuisce che, indipendentemente dai diritti esclusivi di utilizzazione economica dell’ opera ed anche dopo la cessione dei diritti stessi, l’autore conserva il diritto di rivendicare la paternità dell’opera e di opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione od altra modificazione, ed a ogni atto a danno dell’opera stessa, che possano essere di pregiudizio al suo onore o alla sua reputazione.

Tali diritti sono inalienabili e possono essere fatti valere , senza limite di tempo, dal coniuge e dai figli e, in loro mancanza, dai genitori e dagli altri ascendenti e da discendenti diretti; mancando gli ascendenti ed i discendenti, dai fratelli e dalle sorelle e dai loro discendenti.

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Per contrastare il fenomeno del peer-to-peer dei file protetti da copyright è, invece, intervenuta la legge 21 maggio 2004 n. 128 ma la sua capacità di deterrenza è rimasta lettera morta perché il fenomeno si è invece amplificato e arricchito di risvolti illeciti.

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Gli attuali sistemi di file sharing, infatti, non solo sfuggono al controllo sia gli utenti che i contenuti dei files dagli stessi scambiati ma sono aggredibili da virus e spyware (contrazione di spy (ingl., spia) e software) in grado di provocare danni al sistema operativo sul quale si innestano, infettandolo e compromettendo così, tutti dati in esso contenuti, compresi i dati personali dell’utente, con grave lesione per la privacy e dei diritti previsti dal D.lgs. 196/2003 (cd. Codice della privacy).

Francesco Leccese

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