DEPECHE MODE: “NON CENTRIAMO NIENTE CON L’ULTRA DESTRA AMERICANA”
A pochi giorni dall’uscita del loro nuovo album, il leader della destra alternativa, vicina a Trump, butta nel polverone mediatico la storica band elettro-pop inglese
Manca poco all’uscita del novo album dei Depeche Mode, e già il primo singolo estratto da questo quattordicesimo lavoro in studio fa parlare molto di sé. Where’s The Revolution, dal soul molto penetrante, si è ritrovata al centro di una polemica politically incorrect.
A sollevare questo polverone, spazzato via velocemente dallo stesso autore, è stato Richard Spencer, l’autoproclamatosi leader della destra alternativa (o alt-right) americana. Tutto è accaduto durante la conferenza dell’American Executive Union (N.d.R. uno dei partiti conservatori dell’area Repubblicana USA): Spencer, allontanato come persona non gradita, mentre lasciava la sala ha dichiarato a una giornalista del Washingtin Post che i Depeche «Sono la band ufficiale dell’alt-right» (Fonte - The Washington Post del 23 Febbraio).
Immediata è giunta la risposta della Band inglese: “È a dir poco ridicolo - ha detto un loro portavoce a Esquire - I Depeche Mode non hanno legami né con Spencer né con il movimento alt-right e non lo supportano in nessun modo.” Subito dopo è arrivata, anche, la marcia indietro di Spencer con un Tweet: “Stavo ovviamente scherzando. Sono un fan dei Depeche Mode da sempre”. Insomma, non è proprio un bel periodo per tutti quei conservatori alla Trump alla ricerca di un importante personaggio della musica o dello spettacolo da tirarsi sopra il carrozzone della retorica omofoba e autarchica. Sembrerebbe che la maggioranza degli artisti made in USA non sia interessata a schierarsi dalla parte di chi, invece di unire, crea spaccature interculturali. Probabilmente al “leader” dell’alt-right ha colpito una frase della canzone che tradotta recita: “Dov’è la rivoluzione. Su gente, mi state deludendo”.
Parole che lasciano intendere tutto o niente, se non ascoltate con il resto della canzone e non contestualizzate con l’intero album che parla, a detta di Gahan e compagni, non solo di politica, ma anche di temi sociali e di ambiente. E Where’s the revolution è un invito alla non rassegnazione e al risveglio delle nostre coscienze di fronte a certe forme di nichilismo statalizzato e al patriottismo di facciata. Spirit, è il titolo di questo lavoro che contiene 12 tracce. Per l’uscita, e una recensione completa redatta su queste pagine, bisogna attendere il 17 marzo. Buon ascolto!
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