DAVID HERBERT LAWRENCE

“E improvvisamente ecco Cagliari: una città nuda che si alza ripida, dorata, accatastata nuda verso il cielo dalla pianura all’inizio della profonda baia senza forme. È strana e piuttosto sorprendente, per nulla somigliante all’Italia. La città si ammucchia verso l’alto, quasi in miniatura, e mi fa pensare a Gerusalemme: senza alberi, senza riparo, che si erge spoglia e fiera, remota come se fosse indietro nella storia, come una città nel messale miniato da un monaco. Ci si chiede come abbia fatto ad arrivare là. Sembra la Spagna, o Malta: non l’Italia.”
(David Herbert Lawrence, Mare e Sardegna, 1921)
David Herbert Lawrence nacque l’11 settembre 1875.
Amo in modo particolare le grandi menti dalle origini umili o, se non propriamente umili, almeno modeste! Il padre di David Herbert era un minatore (in una miniera di carbone), la madre maestra elementare molto dedita alla religione. Anche Eastwood, nel Nottinghamshire la cittadina dove lo scrittore nacque, era una piccola cittadina. Sicuramente come modello di vita David Herbert scelse la madre. Iniziò insegnando in una scuola elementare di Croydon. Fu la Poesia la sua prima passione. Seguirono i suoi primi romanzi: “Il Pavone bianco” “Di contrabbando” “Figli e amanti”. E moltissimi altri.
David Herbert Lawrence e sua moglie Frieda Weekley
Dopo la pubblicazione di “Figli e amanti” nel 1912, David Herbert Lawrence , sposò Frieda Weekley. Lasciarono l’Inghilterra ed iniziarono a viaggiare per il mondo. Fu vana purtroppo la sua ricerca di una terra con valori consoni al suo spirito, una terra non corrotta dalle sovrastrutture della cosiddetta civiltà ed una vita a stretto contatto della natura, quella natura che avrebbe potuto aiutarlo se non a combattere almeno ad affrontare i problemi di salute dovuti alla sua malattia, la tubercolosi.
Aveva soltanto quarantaquattro anni quando morì, a Vence, il 2 marzo 1930.
Mi piace ricordare un evento non recente organizzato dalla Delegazione Fai di Savona: un pomeriggio letterario per ricordare il soggiorno dello scrittore in Riviera , a Spotorno, dove, dice lo scrittore,
“Il sole splende, l’eterno mediterraneo è blu, le ultime foglie cadono dalla vigna nel giardino. Ho fatto una piccola scorta di vino rosso e bianco, del giardino di questa casa. Mangiamo pollo fritto e pasta, con intensi aromi di rosmarino e basilico. C’è qualcuno che arrostisce sempre il caffè, e le arance sono già mature sugli alberi...
Senza pace
Ti darò tutte le mie chiavi
e la mia castellana sarai tu
potrai entrare quando vuoi
e quando vorrai te ne riandrai.
Quando ti sento tintinnare
per ogni stanza dell’anima mia
seduto io rido a te chiusa
nel tuo ruolo di donna di casa!
Gelosa del più piccolo angolo,
per la cosa più umile irritata:
allora, ansiosa amante indiscreta,
sei soddisfatta di quel ch’è in dispensa?
Hai palpato tutti i miei tesori;
non hai forse maneggiato con curiosità infinita
palmo a palmo ogni strumento
del mio maschile meccanismo?
Sopra ogni singola bellezza
hai avuto la tua piccola estasi,
e come era tuo dovere hai ucciso
tutti i topi del peccato che potevi catturare,
Ma soddisfatta ancora non sei!
D’un languido rimprovero tremi!
Mi accusi di tenere da parte
segreti che non puoi estorcermi.
Può essere di sì, può essere di no;
forse vi sono segreti luoghi,
sotterranei barbarici altari,
e altrove sale di grandi vergogne.
Può essere di sì, può essere di no,
puoi credere come ti pare,
dal momento che sei tanto avida
di sapere tutto, signoria Ansiosa
(David Herbert Lawrence)
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