Cultura occidentale ed orientale a confronto
La cultura orientale e quella occidentale si sono mostrate profondamente diverse, a tal punto da influenzare la forma mentis degli individui che le riconoscono parte di sé. Oggi è anche vero che la globalizzazione tra Oriente ed Occidente ha fatto sì che le differenze si stiano assottigliando e che i due universi culturali si stiano avvicinando. La vita degli occidentali appare di fatto più frenetica rispetto a quella degli orientali. Si può definire mentalità efficientista quella occidentale, tutta volta ad una sorta di subdola competizione.
Comportamenti, credenze religiose e valori sociali sono tuttavia ancora sostanzialmente diversi: in Oriente prevalgono ragionamenti di tipo deduttivo, osservatore e spirituale, mentre in Occidente prevalgono quelli di tipo analitico, oggettivo, induttivo, materiale e concettuale. Anche i modi di vedere la realtà sono diversi. In Occidente si tende a studiare la psiche utilizzando un metodo esatto, una scienza: la psicologia. L’Oriente è diverso, in quanto vede l’uomo come composto da corpo e spirito, che, nell’insieme, costituiscono la psiche. Le culture occidentali ed orientali, di fatto, si scontrano spesso per modo di pensare e vivere. “Una delle più assodate teorie psicologiche definisce gli occidentali come una cultura individualista, orientata verso il singolo e le sue aspirazioni; al contrario, la cultura occidentale è definita collettivista: il benessere della comunità si antepone alle aspirazioni del singolo. Cultura individualista e cultura collettivista sono solo i due poli delle molte differenze che dividono occidentali ed orientali” illustra lo psicologo statunitense Richard Nisbett.
In Oriente domina il concetto di un tempo ciclico, di una storia cosmica a ritmi ciclici, nel continuo ritorno di una età dell’oro. “L’universo passa e ripassa successivamente sulle stesse orbite in un lento ruotare eterno, attraverso processi di dissoluzione e di rigenerazione che coprono milioni di anni”. Nel pensiero orientale è possibile riscontrare elementi che indicano possibilità umane non compiute dall’Occidente, e che quindi possono fornire elementi di integrazione ed ampliamento del nostro modo di pensare. Le religioni orientali spingono a diventare pienamente consapevoli dell’unità e della interconnessione reciproca di tutte le cose, di trascendere la nozione di sé come individuo singolo e di identificarsi con la realtà ultima. Il raggiungimento di questa consapevolezza è chiamato illuminazione, non solo è un atto intellettuale ma un’esperienza che coinvolge l’intera persona, ed è fondamentalmente di natura religiosa.
Una delle differenze più grandi tra oriente e occidente si gioca nella morale. Un manuale scolastico riporta che “la filosofia greca e la religione giudaico-cristiana sono stati i due capisaldi della tradizione occidentale: la prima ha operato inaugurando una logica disgiuntiva che ha separato il mondo del Cielo, sede d’ogni valore, da quello della Terra, dove la materia è causa d’ogni involuzione e impedimento; la seconda si è inserita con i propri dogmi creando un dualismo cosmico”. Il mondo occidentale ha la sua unità in questa eredità, nel Cristianesimo e nelle antiche civiltà della Grecia, di Roma e d’Israele, alle quali, attraverso duemila anni di Cristianesimo, si riconduce la propria origine.
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