Coronavirus:mortalità Lombardia nella media europea (Altre News)
Cei, Bassetti: "Ricostruire il mondo, no agli spettatori irrilevanti" - Un positivo (non calciatore) al Covid nel Parma, squadra in isolamento

Coronavirus, lo studio: mortalità Lombardia nella media europea
Quei numeri di morte sono stati un quotidiano colpo al cuore per la Lombardia nella fase più dura dell’emergenza coronavirus. Ora, però, uno studio evidenzia come la mortalità per Covid-19 nella regione è in realtà "nella media europea", dopo la standardizzazione per età. La percentuale di anziani, doppia in Lombardia rispetto alla media delle regioni europee più colpite dalla pandemia, sarebbe la ragione dei tassi di mortalità grezzi più elevati (che tornano però nella media appunto dopo la standardizzazione per età). La ricerca dalla quale emergono queste conclusioni è dell’università Vita-Salute San Raffaele.
Gli autori hanno analizzato i tassi ufficiali di mortalità per Covid-19 in 9 ambiti metropolitani occidentali (oltre alla Lombardia, l’Île-de-France, la Greater London, la regione di Bruxelles-Capital, la Comunidad autonoma di Madrid, la Catalogna, la regione di Stoccolma, la regione di Copenhagen e lo Stato di New York) con caratteristiche simili per demografia, attività commerciali e spostamenti di persone. Lo studio, realizzato nell’ambito di un Progetto europeo H2020, è stato pubblicato sulla rivista scientifica ’Acta Biomedica’, dopo che già ad aprile erano stati resi noti i dati preliminari a 30 giorni dall’inizio dell’emergenza e relativi a 6 regioni metropolitane.
I tassi cumulativi standardizzati di mortalità più alti a 70 giorni dall’inizio dell’epidemia sono stati registrati nello Stato di New York (296,1 per 100.000), seguito dalla regione di Bruxelles-Capital (177,8), Catalogna (174,0), Comunità autonoma di Madrid (166,6), Lombardia (141), la regione di Stoccolma (137,1) e la Greater London (123,25); tassi più bassi invece sono stati rilevati nelle regioni di Parigi (82,1) e di Copenhagen (44,2).
Secondo gli autori, la diversa distribuzione per età delle popolazioni, insieme al notevole aumento della letalità nelle fasce over 70, spiega le differenze nei dati grezzi: "Si pensi ad esempio - evidenziano gli esperti - che gli over 70 in Lombardia sono il 17% contro il 6,9% in Catalogna, il 7,9% della Greater Londra e il 9,5% della regione di Bruxelles-Capital".
La Lombardia è rimasta uno dei pochi casi in cui la metropoli capoluogo (Milano) non sia stata investita in modo rilevante dall’onda epidemica, fanno notare i ricercatori, ma al contrario abbia registrato tassi di mortalità inferiori alla regione stessa.
Tuttavia il lavoro fa emergere anche come la mortalità lombarda per Covid-19, che a 30 giorni era una delle più basse, sia cresciuta più che in altre regioni nelle settimane della pandemia dalla quarta alla settima, con una discesa più lenta rispetto agli altri ambiti metropolitani. Un andamento simile si è registrato anche a Stoccolma, in un Paese che ha preso scelte controcorrente rispetto al lockdown.
Tali dati, avvertono gli autori, richiedono ulteriori approfondimenti, tenendo conto dei diversi approcci di gestione della fase 1 dell’epidemia, prevalentemente ospedaliera e con misure di contenimento, rispetto alla fase 2, durante la quale si richiede un’azione efficiente a livello territoriale e la considerazione che i focolai delle Rsa possano avere avuto un ruolo rilevante.
Cei, Bassetti: "Ricostruire il mondo, no agli spettatori irrilevanti"
"Mai come oggi, in questo drammatico e complesso cambiamento d’epoca, siamo tutti esortati a discernere i ‘segni dei tempi’. Oggi infatti è, senza dubbio, il tempo dei profeti". Lo sottolinea il presidente della Cei Gualtiero Bassetti celebrando la messa a Santa Cecilia, a Roma, per la rinascita del Paese. "E’ tempo di coloro che sanno mettersi in ascolto, ogni giorno, della parola di Dio e sono in grado di leggere in profondità il mondo che ci circonda", dice il porporato. "Per rispondere alle sfide imposte dalla pandemia nel mondo contemporaneo - esorta Bassetti - non abbiamo bisogno soltanto di grandi esperti o di tecnici, ma abbiamo bisogno soprattutto di uomini e donne che si fanno ‘ambasciatori di Cristo’. Uomini e donne che, come le sentinelle per la casa d’Israele, rispondono a una missione divina, esprimono con passione e generosità la loro vocazione e si mettono a disposizione della comunità".
Il presidente della Cei ricorda che oggi si celebra San Benedetto: "Senza dubbio un profeta dei suoi tempi. Paolo VI quando lo proclama patrono dell’Europa lo definisce come ‘messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà, e soprattutto araldo della religione di Cristo e fondatore della vita monastica in occidente’. Pace, unità e cristianesimo: ovvero le basi della nostra civiltà. La fitta rete di monasteri benedettini che si sviluppa in tutto il continente europeo costituisce, ancora oggi, le fondamenta spirituali, culturali dell’Europa. Di un’Europa che "prega e lavora": cioè che contempla la parola di Dio e si prende cura di tutti gli esseri umani, a partire dai più deboli".
Bassetti invita ad ispirarsi alle Beatitudini: "Sono il termine di confronto e di valutazione dei nostri comportamenti quotidiani e delle nostre scelte di vita. Le Beatitudini sono la nostra regola di vita, sono un dono della grazia, ma sono anche frutto di preghiera costante e di totale abbandono all’azione dello Spirito. Possiamo leggere per tutta la vita le Beatitudini, ma non si improvvisano dentro di noi. Non si traduce Cristo dentro di noi se non nella preghiera e in un totale abbandono all’azione dello Spirito".
Il presidente dei Vescovi ricorda che "papa Francesco ha addirittura consigliato di imparare a memoria le parole delle Beatitudini, perché quelle parole rappresentano "la carta d’identità del cristiano", una vera e propria "mappa di vita" da cui non si può prescindere. Una carta d’identità da tenere sempre con noi. In ogni ambito dell’agire umano, nella famiglia e nella scuola, nel lavoro e nel tempo libero, ogni cristiano è chiamato a incarnare le Beatitudini con atti concreti e non solo a parole. Perfino nella vita politica e nell’esercizio del potere, il cristiano è chiamato a rendere testimonianza a questo passo del Vangelo".
Non servono "spettatori irrilevanti", c’è bisogno di ricostruire il Paese, il mondo, continua Bassetti che, ispirandosi ad una figura a lui molto cara, Giorgio La Pira, ricorda che "‘è riuscito a vivere la politica come la Beatitudine di colui che ha fame e sete di giustizia’. E questa fame e sete di giustizia è oggi più che mai necessaria. Ed è il requisito essenziale per tutti coloro che si accingono ad operare nella politica".
Il cardinale Bassetti segnala che "dopo questo terremoto mondiale provocato dalla pandemia ci troviamo di fronte a un bivio epocale: o noi ricostruiamo il mondo con questa fame di giustizia oppure assisteremo al declino della nostra civiltà come spettatori irrilevanti. Come uomini e donne, cioè, che non hanno più nulla da dire e da dare alla società contemporanea".
"E invece - osserva -abbiamo, come cristiani, molto da annunciare e da fare per il nostro tempo. Dobbiamo annunciare la "verità sull’uomo", come amava dire Giovanni Paolo II, e dobbiamo impegnarci per l’unità della famiglia umana e l’unità della Chiesa. Di fronte al rischio di una crisi epocale dobbiamo comportarci come san Benedetto: pregare e lavorare per la rinascita del nostro Paese, del nostro continente e della nostra civiltà".
Un positivo (non calciatore) al Covid nel Parma, squadra in isolamento
Isolata la squadra del Parma dopo che è stato riscontrato un caso di positività che riguarda un non calciatore. A darne notizia è il club con un comunicato sul sito.
"Il Parma Calcio 1913 - si legge - comunica che l’ultima serie di esami ha evidenziato un caso di positività al Covid-19 relativamente a un membro (non calciatore) del gruppo squadra. Il soggetto completamente asintomatico è stato prontamente isolato secondo le direttive federali e ministeriali. La società comunica altresì che tutti gli altri membri del suddetto gruppo squadra sono risultati negativi ai test Covid-19 e hanno iniziato l’isolamento presso il Centro Sportivo ma potranno continuare regolarmente l’attività, costantemente monitorati secondo il protocollo vigente".
"E’ venuto fuori un caso di positività però per fortuna la persona è asintomatica. La cosa importante - dice l’allenatore del Parma Roberto D’Aversa - è che stia bene. Adesso seguiremo il protocollo, effettueremo dei tamponi, resteremo in ritiro e successivamente vedremo".
"Mi auguro che il caso di positività" di un membro non calciatore del gruppo squadra del Parma "sia isolato ed isolabile altrimenti si potrebbe innescare una spirale pericolosa che potrebbe portarci a scelte inevitabili di sospensione". Lo afferma all’Adnkronos Salute Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Inmi Spallanzani di Roma e componente del Comitato scientifico della Figc per l’emergenza Covid-19.
"Mi pare però che se si isola e monitora costantemente il gruppo squadra il sistema possa funzionare - precisa Vaia - Bisognerà capire dal ’contact tracing’ come la persona è venuta in contatto con il virus e con quali e quante persone soprattutto fuori del gruppo squadra, considerato che sono tutti liberi di tornare alle loro case ed a frequentare chiunque. Mai come in queste occasioni il tracciamento è indispensabile".
"Purtroppo, come spesso verifichiamo come cittadini ed operatori sanitari, siamo costretti a rincorrere i problemi quando accadono e quindi a valle, quando certo tutto è più difficoltoso - rimarca il direttore sanitario dello Spallanzani - Se si fosse creata, come auspicavamo ed avevamo proposto, la bolla iniziale con la certezza di negatività per tutti i componenti il gruppo squadra mandando in ritiro preventivo e monitorato con i test per 14 giorni i calciatori, tutti gli addetti e le loro famiglie e successivamente far vivere tutti, comprese le famiglie dentro i centri sportivi o equivalenti, oggi parleremmo diversamente".
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