Ciao Bud, gigante buono

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Se n’è andato nella mitezza che lo ha sempre caratterizzato, pronunciando un “grazie”. Ai suoi cari, tutti riuniti accanto a lui. E forse alla vita. Si è spento lunedì 27 giugno alle 18.15 nella clinica dov’era ricoverato, Bud Spencer. Aveva 86 anni.

“Non temo la morte – aveva dichiarato nel 2014 - Dalla vita non ne esci vivo, disse qualcuno: siamo tutti destinati a morire. Da cattolico, provo curiosità, piuttosto: la curiosità di sbirciare oltre, come il ragazzino che smonta il giocattolo per vedere come funziona. Naturalmente è una curiosità che non ho alcuna fretta di soddisfare, ma non vivo nell’attesa e nel timore. C’è una mia canzone che racchiude bene la mia filosofia: “Futtetenne”, ovvero fregatene. E ridici su”.

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Carlo Pedersoli, questo il suo vero nome, nasceva a Napoli in una famiglia benestante, nel rione Santa Lucia, dove abitava nello stesso palazzo dello scrittoreLuciano De Crescenzo, compagno delle elementari. Era bravo a scuola e già da piccolo aveva iniziato ad appassionarsi a diversi sport. Nel ’40 si trasferisce con la famiglia a Roma. Si diploma col massimo dei voti e si iscrive alla facoltà di chimica. Nel1947, per motivi legati alla professione del padre, è costretta a un nuovo trasferimento. Stavolta inSud America, obbligato ad abbandonare gli studi.Tornerà inItalia pochi anni dopo. Si iscriverà allaS.S. Lazio Nuoto e si affermerà ai campionati italiani, infrangendo, nei cento metri stile libero, la barriera del minuto netto ed entrando nella storia.

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Nel1949 esordisce in nazionale. Nel 1951ai Giochi del Mediterraneo diAlessandria d’Egitto vince due medaglie. È stato giocatore di rugby come seconda linea. Viene notato dall’ambiente cinematografico per il suo fisico massiccio e imponente ed esordisce nella grande produzione hollywoodiana “Quo Vadis?”, impersonando una guardia dell’Impero Romano. Continuerà occasionalmente a recitare piccoli ruoli. Lo ricordiamo nei panni di Nando, il nerboruto fidanzato di Marcella (Giovanna Ralli) in “Un eroe dei nostri tempi” di Mario Monicelli. Assieme a Raf Vallone in “Siluri di guerra”. Convocato ai Giochi del Mediterraneo di Barcellona del ’55 come pallanuotista, vince con la nazionale la medaglia d’oro.

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“Stanco della vita ai Parioli”, come dirà qualche anno dopo, torna in Sudamerica dove fino al ’60 lavora alle dipendenze di un’impresa impegnata nella costruzione della Panamericana, la lunga strada di collegamento tra Panama e Buenos Aires. Viene ingaggiato poi dall’Alfa Romeo di Caracas come pilota. Nel ’60, rientrato a Roma, partecipa alle Olimpiadi e sposa Maria Amato, figlia del produttore cinematografico Giuseppe. Firma un contratto con RCA come autore di testi musicali. Scriverà per Ornella Vanoni e Nico Fidenco.

Dopo la nascita dei suoi due figli, Giuseppe e Christian, si dedica per vivere alla produzione di documentari per la RAI. Nel ’67 arriva il suo primo contratto cinematografico: “Dio perdona…io no!”. Sul set conosce Mario Girotti. Nasce il mito di Bud Spencer e Terence Hill e un’amicizia che non ha eguali nella storia del cinema italiano.

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Arriva il successo per la coppia più amata degli “Spaghetti Western”. Tanti film girati insieme, mai una lite. Il suo nome d’arte è un omaggio all’attore Spencer Tracy e alla birra Budweiser. Mentre quello di Mario è il risultato di una scelta fra venti opzioni già confezionate. Oltre al lavoro in coppia, Bud Spencer si cimenta anche in altri generi cinematografici, lasciandosi dirigere da Dario Argento nel thriller del ’71 “Quattro mosche di velluto grigio” e da Carlo Lizzani in “Torino nera” nel ’72.

Nello stesso anno viene alla luce Diamante, la sua terza figlia, che reciterà accanto a lui in “Superfantagenio” del 1986 e in “Un piede in Paradiso” del 1991. Nel 1999 è l’attore italiano più famoso del mondo, secondo la rivista statunitense TIME, che assegna il secondo posto a Terence Hill. La TV lo porta a conseguire due telegatti, uno per il telefilm “Big Man” nell’89, l’altro per “Detective Extralarge”.

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Assieme a Mario ne vince un altro nel ’91 per l’altissimo share dei loro film trasmessi dalla TV. Ma il premio più importante i due amici lo vincono nel maggio 2010: per loro arriva il Donatello alla carriera. Bud Spencer è passato alla storia per la sua versatilità. Uomo mite e poliedrico, riflessivo e sperimentatore. Tante le sue passioni. Tutte onorate. Anche quelle, come il cinema, nate un po’ per caso, un po’ per necessità. Quella per il volo che gli ha fatto mettere la licenza di pilota d’elicottero per Italia, Svizzera e Stati Uniti in tasca, la mise a frutto sul set di “Più forte ragazzi ”, in cui manovrò da solo i comandi del velivolo in uno spericolato atterraggio “a quaglia”. Nel 1981 assieme ad altri soci fonda “Mistral Air”, la compagnia aerea attualmente di proprietà di Poste Italiane. Nel gennaio 2007 la FIN gli concede i brevetti di allenatore di nuoto e pallanuoto, iscrivendolo all’Associazione Nazionale Tecnici di nuoto. Assieme allo sceneggiatore Lorenzo De Luca scrive nel 2010 la sua biografia, curata da David De Filippi.

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Nel 2014, edito da NPE, sugli scaffali delle librerie arriva “Mangio ergo sum”, con prefazione dell’amico Luciano De Crescenzo, in cui la passione per il cibo si mescola a quella per la filosofia. “Adoro mangiare e per questo non ho mai seguito una dieta, nonostante sia arrivato a pesare anche 156 kg. Inoltre, mi sono sempre dilettato nella lettura dei filosofi: da Platone ad Aristotele, daCartesio a Kant. Nel libro mi immagino costretto dal medico a stare a stecchetto per un paio di settimane, un vero calvario! La sera, mentre mi rigiro nel letto per colpa della fame, mi vengono a trovare i maggiori filosofi per un dialogo divertente, ma allo stesso tempo profondo” (Intervista a Il Messaggero del 27 novembre 2014).

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Ciao Bud. Voglio ricordarti così, con quella bella immagine scolpita nella memoria. Gli occhi vivaci incastonati in un volto pacato, ingentilito da un sorriso dolce e luminoso. Un animo tanto grande che stava stretto persino in un fisico massiccio come il tuo.

L’International web Post si stringe al dolore della famiglia.

Silvia Girotti

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