Castrazione chimica per i reati sessuali

Firmata la legge dalla governatrice dell’Alabama

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La governatrice repubblicana dell’Alabama, Kay Ivey, ha firmato una legge che prevede castrazione chimica per tutti i condannati per reati sessuali, commessi a danno di minori di tredici anni. “La legge è un passo verso la protezione dei nostri bambini” ha affermato l’alto funzionario americano. I carcerati saranno obbligati a cominciare la castrazione chimica, totalmente a loro spese, un mese prima della loro scarcerazione. Qualora i condannati in questione, decidessero di interrompere arbitrariamente il trattamento in assenza di un ufficiale via libera da parte di una corte specializzata, sarebbero costretti ad una nuova incarcerazione per violazione della libertà condizionale.

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La castrazione chimica consiste nella somministrazione farmacologica, volta alla riduzione della libido sessuale, tramite l’inibizione della produzione di testosterone, ai fini della totale limitazione di atti sessuali indesiderati e violenti. Questo è il secondo, controverso atto, promosso da Kay Ivey, criticata per l’approvazione di provvedimenti che rasentano la violazione dei diritti umani. Circa un mese fa, infatti, l’Alabama ha accolto con estremo favore una delle leggi più severe d’America riguardo l’aborto: fuori discussione ogni forma di interruzione di gravidanza, persino per le vittime di stupro o incesto. Le uniche condizioni, ammesse dalla legge, sono gravi emergenze mediche e serio rischio per la vita della madre. Il solo tentativo da parte dei medici dell’Alabama nel favorire un aborto, potrebbe costar loro dieci anni di carcere.

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Matteo Salvini torna così all’attacco, cavalcando l’onda della notizia: “Negli USA hanno approvato la castrazione chimica per chi violenta minori di tredici anni. Si tratta di un modo per prevenire altre violenze e intervenire su persone evidentemente malate, oltre che col carcere anche con una giusta cura farmacologica. Sono convinto sia una buona pratica da adottare anche in Italia, come la Lega propone da anni”

(fonteIl Messaggero -Foto dal Web).

Elena Indraccolo

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