CUBA, APRE AGLI INVESTIMENTI STRANIERI

La viceministra Fraga annuncia che l’isola è pronta ad aprire il proprio commercio ad investimenti esteri

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Dopo circa 60 anni, Cuba è pronta ad aprire il commercio sia al dettaglio che all’ingrosso ad investimenti stranieri. La notizia, di portata enorme per l’economia dell’isola, è stata data dalla viceministra cubana del Mincex (Ministerio del Comercio exterior y de la Inversion Extranjera), Ana Teresita Gonzalez Fraga ad un programma televisivo. Fino ad ora Cuba permetteva investimenti ed interventi esteri nel solo settore dei servizi, soprattutto in quello del turismo. Con questa decisione l’opportunità di partecipazione straniera verrà allargata a chi produce beni alimentari ed igienici e chi produce infrastrutture per istallare sistemi di generazione dell’energia elettrica utilizzando fonti rinnovabili. Nonostante queste importanti novità, lo Stato cubano si riserverà il privilegio di avere un ruolo di controllo pressoché totale e non sarà ammessa alcuna concorrenza.

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Questi paletti sono motivo di preoccupazione secondo molti analisti, in quanto la misura potrebbe fallire o non avere il successo sperato, in quanto chi investe normalmente desidera ampi margini di manovra. La scelta del governo dell’isola è dovuta a decenni di stagnamento e crisi economica, figlia di decisioni pregresse errate durante le amministrazioni Castro e l’embargo statunitense. Due fattori che hanno aggravato la situazione cubana sono stati certamente la pandemia da Covid-19 e l’inasprimento dei rapporti con gli USA, e conseguentemente anche dell’embargo, durante l’amministrazione Trump. In tal senso l’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca è servito come piccolo, ma pur sempre fondamentale, alleggerimento delle misure a stelle e strisce verso Cuba.

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Un esempio del miglioramento dei rapporti tra USA e l’isola caraibica è l’introduzione di minori restrizioni nei viaggi da e verso gli Stati Uniti e nell’importo delle rimesse che gli emigrati cubani possono inviare verso il loro paese. La situazione traballante dell’economia cubana ha toccato l’apice di tensione nel luglio 2021, quando ci furono delle grosse manifestazioni di protesta, mai viste di queste dimensioni durante il regime castrista che, seppur nate pacificamente, a volte sono sfociate in atti violenti e che nel complesso hanno portato all’arresto di circa mille persone. La direzione di politica economica rilevata dalla ministra Ana Teresita Gonzalez Fraga, pare quindi volta ad incrementare il miglioramento del contesto finanziario cubano, sfruttando l’alleggerimento della pandemia e la figura di Joe Biden. La speranza per i cubani, è che nonostante alcuni dubbi e sindacabili regole, queste misure possano risollevare l’economia e quindi le condizioni di vita di Cuba.

Riccardo Seghizzi

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