COREA DEL NORD SUL LASTRICO

La chiusura delle frontiere impedisce gli approvvigionamenti, popolazione invitata a stringere la cinghia

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Il totale isolamento in risposta alla pandemia di Coronavirus ha (forse) evitato alla Corea del Nord di piombare in uno stato di emergenza sanitaria (ad oggi non sono stati dichiarati contagi, ndr) ma ha provocato una pesante carestia, di cui ora dovrà pagare le conseguenze l’intera popolazione. Sin dai primi mesi del 2020, quando il Sars-Cov-2 ha cominciato la sua avanzata, il governo di Kim Jong Un ha prontamente chiuso le frontiere rifiutando ogni importazione di merci proveniente dalla Cina; il risultato si concretizza oggi nella carenza di generi alimentari, tanto da richiedere la diffusione di un comunicato ufficiale da parte dell’amministrazione. I cittadini sono stati informati circa le gravi condizioni in cui imperversa il paese, definendo l’attuale situazione economica come peggiore persino della carestia del 1994-1998 (la cosiddetta Arduous March), che costrinse milioni di persone a rimetterci la vita.

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Diverse fonti anonime in Corea del Nord hanno confermato ai microfoni di Radio Free Asia (RFA) che l’emergenza in corso ha una portata non indifferente. “Le autorità hanno comunicato che la possibilità di riaprire le dogane tra Corea del Nord e Cina prima del 2025 era molto ridotta. Ma la situazione alimentare già in questo momento. È un’emergenza e le persone stanno lottando con la carestia. Quando Kim Jong Un dice che i coreani devono consumare meno cibo fino al 2025 questi non fanno altro che provare una grande disperazione. Alcuni dei residenti dicono che la situazione in questo momento è così grave che non sanno nemmeno se potranno sopravvivere al prossimo inverno”, queste le testimonianze divulgate dalla testata britannica Express.

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I coreani stanno già lottando per tirare avanti, hanno già stretto la cinghia il più possibile e si risentono per le richieste irrealistiche delle autorità, chiedendosi quanto più forte potrebbero stringere la cinghia” ha dichiarato un residente di Hoeyrong, città di confine nord-orientale popolata da 150.000 persone, gettando un’ombra sulla figura del leader Kim Jung Un.

Alice My

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