CONFLITTO RUSSIA-UCRAINA: COME È NATO E COME FINIRÀ?
L’apprensione per un allargamento del conflitto e i tentativi di mediazione

Il conflitto bellico Russia-Ucraina è entrato, ormai, in una fase devastante, con tutte le peculiarità atroci e raccapriccianti che suscitano sofferenza e dispiacere, a prescindere dalle ragioni degli uni o degli altri. La guerra è pur sempre una idiozia, la più grande idiozia dell’essere umano, perché è sinonimo di distruzione ed estrema violenza. La distruzione consegna, poi, una realtà da ricostruire, con tutte le ripercussioni annesse e connesse di natura economico-finanziaria, sociale, di involuzione e di una lunga e sofferta fase di ripresa per il ritorno alla normalità. La violenza estrema è la più deplorevole esternazione dell’essere umano, in quanto induce ad eliminare, annientare i propri simili solo perché ritenuti, stigmatizzati e additati come "nemici". Tutto ciò vuol dire mostruosità, perché sulla ragione, sul confronto, sul dialogo e sulla ricerca di una soluzione equa, equilibrata e pacifica dei conflitti, prevale l’espressione della forza bruta. Ancor più deplorevole è l’aspetto speculativo e affaristico che interviene, il più delle volte, per interessi economici, manipolando ed incentivando i contrasti, per lo smercio di armi ed attrezzature belliche.
La violenza è insita nell’uomo in forma latente; gli esperti di psicologia parlano di istinti in grado di influenzare pervasivamente il comportamento umano, manifestandosi con forza distruttiva in determinate circostanze. Ma nel caso specifico del conflitto Russia-Ucraina, al di là del dispiacere per quanto sta accadendo che accomuna tutti noi, il quadro della situazione non è semplicistico ed è necessario che da parte dei contendenti e delle figure dei grandi leader internazionali prevalga il buon senso, piuttosto che la sola affermazione dei propri interessi. La sensazione è che, purtroppo, si continui a soffiare sul fuoco, con molta leggerezza e poca responsabilità, correndo il serio rischio di un allargamento del conflitto. Occorre riconoscere, inoltre, che questo scontro non è sorto all’improvviso, per un mero e semplice capriccio: non sarebbe realistico classificarlo in questo modo, senza considerare lo scenario geopolitico che si cela dietro le mosse del presidente russo Putin. La guerra in atto è, purtroppo, l’estrema continuazione di un conflitto in corso da 8 anni nel Donbass, regione filosovietica confinante con la Russia. Il governo russo sembra essersi indispettito per il progressivo allargamento della Nato e la conseguente scomparsa di una zona “cuscinetto” che lo separasse dalla sfera di influenza europea.
Al netto delle tante considerazioni e riflessioni che sorgono in questo difficile periodo storico, l’obiettivo primario, giunti a questo punto, dovrebbe essere la pace e il diradarsi dell’ombra di un possibile conflitto mondiale, prediligendo la strada del confronto per minimizzare le perdite materiali e, soprattutto, di vite umane.
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