COM’È LAVORARE IN GRECIA OGGI?

La disoccupazione converge intorno al 20,8%

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Era domenica pomeriggio quando una mia amica è arrivata ad Atene stanchissima, dopo un viaggio di circa 17 ore in nave.

Dopo 6 anni di studi (bachelor e master), durante i quali ha ottenuto brillanti risultati, era tornata nel suo paese, una piccola isola vicino a Rodi, pensando di trovarvi un lavoro come insegnante. Ma per chi è ormai abituato ad abitare da solo, lontani dai suoi genitori, tornare nella propria casa d’origine, nella stanza in cui si trascorreva il tempo da bambino, non è una situazione molto piacevole. Perciò, quando la mia amica ha ricevuto una proposta da una scuola privata per un colloquio di lavoro, ha deciso di accettare.

Per raggiungere la scuola summenzionata ci sono volute circa 2 ore perché una parte del percorso si trova fuori città. Chi non ha una macchina, come nel caso della mia amica, deve prendere un taxi (cioè pagare 8-10€ ogni volta).

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L’esaminatore ha dato avvio al colloquio spiegando come funzionava la scuola ed enunciando gli obblighi dell’insegnante e degli alunni, descrivendo una giornata-tipo. Tutto è andato bene fino al momento in cui la mia amica ha chiesto delucidazioni in merito ai guadagni. A questa domanda, l’esaminatore non ha trovato il modo di rispondere.

"Alla tua età io lavoravo per un pezzo di pane" le ha detto a quel punto un altro insegnante.

"Se ti importano solo i soldi, è meglio per te che non lavori qui" le ha consigliato il direttore.

La mia amica, sempre gentile e discreta, ha spiegato a entrambi che un stipendio molto basso non le avrebbe permesso di restare ad Atene. Dunque era un questione di sopravvivenza.

A quanto pare, il direttore e la mia amica non avevano lo stesso punto di vista. Circa 4 ore dopo il colloquio, il suo telefono squilla. Le dicono che sì, il suo curriculum vitae va molto bene, ma "non ha maturato ancora una vera esperienza didattica". Pertanto, hanno deciso di offrire il posto a un altro candidato.

3 minuti dopo la richiamano per dirle che non avrebbero potuto offrirle più di 480€ netti al mese, senza assicurazione sociale. Se fosse avesse accettato tutto ciò, il posto sarebbe stato suo.

"Mi dispiace - ha risposto a quel punto la mia amica - ma mi è davvero impossibile".

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Nel frattempo, il tasso di disoccupazione in Grecia converge intorno al 20,8%, secondo i dati forniti dal GSEE (Confederazione dei lavoratori nazionali), mentre in realtà si dice che sfiori il 27.5% (CNN Greece)! La differenza nasce probabilmente dal fatto che le fonti ufficiali non tengono conto dei lavori part-time (tanto meno dei giovani che sono andati all’estero cercando un futuro migliore). Considerati questi dati, infatti, il bilancio peggiora: uno su due dipendenti in Grecia percepisce meno di 800€, il 14,5% di loro meno di 499€.

Eleni Nikalexi

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